A parte il contribuire al blog, mi sembra ovvio per come si stiano delineando le cose. Il primo di novembre, quando il panico regnava sovrano sui mercati dissi, proprio in merito allo spettro del Referendum greco:
“In realtà, da tempo, si vociferava che le tensioni all’interno della maggioranza erano arrivate ad un punto tale, che l’approvazione del secondo piano di austerità sarebbe stato l’ultimo atto del Governo ellenico. Qualche ministro si è già dimesso e le elezioni anticipate sembrano scongiurare, forse, il Referendum tanto temuto, a detta di alcuni esperti”. Ovviamente non ho i requisiti per aver potuto fare queste ipotesi, ma spesso conviene sentire le persone giuste per farsi un’idea ben precisa.
Solo queste voci, accompagnate pure dalle aspettative positive sul nostro Super Mario Draghi, che non ha deluso abbassando di 0,25 i tassi, sono bastate per far rianimare i mercati.
Così, se qualche mio affezionato lettore andrà a rivedersi l’analisi fatta sull’Eurostoxx, di questa settimana, potrà accorgersi di come siano stati rispettati in pieno i punti più importanti del mercato.
Tornando a parlare di Referendum greco, io trovo altamente stupido e poco producente far prendere decisioni al popolo in materia economica, finanziaria e fiscale.
Non griderei pertanto allo scandalo, nel caso il Referendum non andasse in porto. Questo è lo strumento più democratico al Mondo, ma se fatto un uso scellerato del medesimo, specialmente per questioni che richiedono un minimo di preparazione e cultura economica, può rivelarsi controproducente per l’interesse del popolo stesso.
Già a burocrazia e a lentezza la nostra Ue non è seconda a nessuno, se poi ci mettiamo anche il voto popolare per qualsiasi questione, in particolar modo delicata e impellente, possiamo davvero dire addio al nostro tanto odiato Euro.
Parliamo adesso di qualche gioia:
il nostro Super Mario ha abbassato i tassi di 0,25. La cosa era nell’aria già da questa mattina. Il segnale è piuttosto chiaro, ma le parole di Trichet nell’ultima riunione andavano in quella direzione, visto che se avesse potuto ritornare indietro la mossa di Aprile l’avrebbe cancellata immediatamente, come era scritto nelle mie considerazioni di marzo.
Il segnale certo è che con Draghi ci troviamo di fronte ad un personaggio capace, che ha saputo lasciare un’impronta a tutte le cariche che ha rivestito in passato. Trichet era solo un passa carte della Bundesbank e la conferma la si è avuta con le dimissioni di Stark, quando ormai la Bce stava cambiando il suo mantello.
Detto questo credo sia lecito ritenere di essere in buone mani, almeno da un punto di vista monetario, salvo i limiti della Bce, dovuti all’ortodossia della macchina Ue, che prima o poi capirà. Più poi che prima.
Potete contribuire al blog anche con un click. Dell’Italia parlerò solo quando ci sarà Monti.
Fosse vero.