MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Questa mattina ho letto questi due interessantissimi post che vi consiglio di non trascurare.
Il primo è un riassunto fatto dal blog “Imanarenna”, sull’annuale ricerca di Credit Suisse che sintetizza i risultati ottenuti dagli investimenti finanziari. 
In questo riassunto viene descritto in modo molto chiaro quali siano stati i veicoli che meglio hanno difeso il potere di acquisto della moneta.
Il secondo, grazie al link riportato da “Imanarenna” non è altro che una traduzione di un intervista fatta a David Graeber, assistente di Antropologia Sociale presso la Goldsmiths University di Londra.
Il punto che mi ha colpito di più in questo articolo è il seguente:

Già nell’antichità si pensava che il peggior scenario in grado di condurre alla dissoluzione della società era proprio una grossa crisi del debito; le persone comuni erano così indebitate con quell’uno o due percento della popolazione che deteneva il grosso della ricchezza, da trovarsi costrette a cedere in schiavitù membri della famiglia o addirittura se stessi.

Cosa accade invece oggi? Anziché dar vita a qualche genere di istituzione sovraordinata per proteggere i debitori, si creano queste immani istituzioni planetarie come il Fondo Monetario Internazionale e Standard & Poor’s per proteggere i creditori. Queste istituzioni dichiarano, in spregio ad ogni logica economica, che a nessun debitore dovrebbe essere consentito fallire. Inutile a dirsi, il risultato è catastrofico. Stiamo sperimentando qualcosa che – a me, almeno – ricorda le circostanze tanto temute dagli antichi: una popolazione di debitori che cammina sull’orlo del disastro.

Dovrei aggiungere che se Aristotele fosse tra di noi oggi, dubito seriamente che penserebbe che la distinzione fra affittare o vendere se stessi o membri della propria famiglia per lavorare, sia qualcosa di più che una sfumatura legale. Concluderebbe probabilmente che la maggior parte degli americani sono, da tutti i punti di vista, schiavi.
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    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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