MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!


Questa settimana il nostro lettore e mio carissimo amico Mauro Sereni, che ringrazio di cuore, ci fa un’ampia e approfondita sintesi di quanto riportato dal mensile “IL” del Sole 24 Ore, sul tema Germania.
Credo che questo possa innanzitutto accrescere la nostra consapevolezza sulle problematiche e le contraddizioni che caratterizzano l’Unione Europea, alla vigilia di importanti decisioni che saranno prese nei prossimi giorni. 

“Voglio una Germania europea e non una Europa tedesca”, diceva Khol, europeista convinto, grande statista, rappresentante della Germania ante riunificazione, quella Germania ancora con il complesso di colpa del nazismo e la voglia di riscatto, una Germania generosa e solidale.


La Merkel, pupilla di Khol, è figlia della riunificazione, del boom tedesco, dovuto anche all’apertura dei mercati europei, conseguenza della Unione Europea. 


Sulla spinta dell’opinione pubblica tedesca, lei propugna il contrario di Kohl : Una comunità europea fatta di cittadini ligi e obbedienti, simili ai tedeschi, dove non serve la solidarietà, perchè nessuno ha bisogno!!!!
La brutale ricetta della Merkel è premiata dai sondaggi, che la vedono ad oltre il 60% di preferenze.


Se pensate che il futuro dell’Euro è nelle sue mani, finora, alla prova dei fatti, non troppo capaci, capirete perchè non c’è da stare tranquilli.


 I nostri destini si intrecciano, giocoforza, con la rabbia dei tedeschi, che temono di perdere il loro benessere a causa delle cicale sud europee….corrotte, brutte, sporche e cattive. Oddio, non quando si tratta di vendere a queste cicale i carissimi prodotti germanici; in questo caso si chiude un occhio e si porta a casa il grasso che cola……



Una breve storia della Germania, per cercare di capire la natura dei tedeschi, ci dice che fino al 1801 era composta da circa 360 stati e staterelli, regni, ducati, città libere e così via. Poi fu unificata dai prussiani (1870-1918) e diventò una potenza tecnologica e scientifica.
Cadde nell’errore della Prima Guerra Mondiale e fu costretta a una pace umiliante che, passando per la Repubblica di Weimar, favorì l’ascesa del nazismo, e la portò verso la disfatta della seconda guerra mondiale.
Poi tanta sofferenza, la riunificazione e la rinascita.


Oggi i tedeschi hanno raggiunto un invidiabile benessere e non intendono metterlo in discussione per aiutare altri popoli.



Sempre dal mensile IL (Sole 24ore), cito testualmente un passaggio di un approfondimento particolarmente efficace, dello scrittore Stenio Solinas:

Angela Merkel fa parte, a suo modo, della peculiarità tedesca, incarna l’etica della disciplina, la paura dell’inflazione e un patriottismo senza pathos. Qualcuno l’ha definita Mutter mutlos, Madre (s)coraggio, sottolineandone l’incapacità a prendere decisioni per eccesso di analisi, la paralisi della politica quando si trincera dietro le regole, i regolamenti, le sanzioni. E’ pragmatica la Merkel, solida anche fisicamente e irresistibilmente richiama alla mente il sarcastico giudizio di Nietzsche sulla “profondità tedesca”: E’ spesso , soltanto, una tardiva “digestione”.
Un patriottismo senza pathos è probabilmente l’unico possibile per un popolo peculiare (Solinas definisce Sonderweg la specificità tedesca” ) che ha pagato sulla propria pelle, sulla propria anima e sul proprio suolo, l’amarissimo conto del super-pathos-patriottico nazista.
Ma è anche la spia di una stanchezza biologica
Gigante economico, la Germania è un gigante vecchio: muoiono più tedeschi di quanti ne nascano, decrescita naturale dicono i demografi. Da un decennio a questa parte, la non parola e/o il neologismo dell’anno, scelta come emblematica dalla Società della lingua tedesca, oscilla fra la “alluvione dei pensionati” e la “democrazia dei pensionati”, passando per “il decesso precoce socialmente compatibile, la paura che i pensionati non si decidano a morire”. (Ho omesso le citazioni in lingua tedesca, sapientemente sciorinate dall’autore, per alleggerire l’insieme del testo).

“In Germania tutto è convenzione”, mi dice JF.”Dai calendari dell’avvento al riposo della sera che nei fine settimana trasforma le città in un deserto, alle birrerie. Si fa così perchè tutti fanno così. E’ un’armonia artificiale fatta passare per naturale”. Manager nel settore automobilistico, inglese, esperienze di lavoro internazionali, JF ha il suo buen retiro in Italia, sul Lago Maggiore. “Se non sapessi che in due ore di macchina posso essere al Brennero, impazzirei”, dice.
Anche la passione per le norme, che ha come contraltare l’accuratezza linguistica è, assicura, una convenzione. “Anni fa i tedeschi si accorsero di scrivere una lingua che non capivano più. Così l’hanno facilitata per decreto. Invece di rimediare, hanno istituzionalizzato il disastro. E’ anche per questo che, stando all’ultimo Pisa, il programma dell’OCse di valutazione degli studenti, figurano al 25° posto su 32 Paesi e hanno un quarto della popolazione scolastica a rischio di analfabetismo”.

Da secoli, un’ elite tedesca esprime il desiderio di proiettarsi verso l’Europa mediterranea
Goethe scriveva: ……nella soave terra dove fioriscono i limoni……”chiamò classico il sano e romantico ciò che è malato”, davanti ai templi romani, guarito dalla malinconia gotica, che affliggeva la sua anima nordica.
Dopo di lui abbiamo avuto la transumanza tedesca verso la Riviera Adriatica prima e verso la Toscana e l’Umbria poi. Molti cancellieri tedeschi hanno trascorso vacanze in Italia ( Kohl, Schroder, persino la Merkel) a dimostrazione dell’attrazione verso il nostro Paese.

La crisi dell’Eurozona ha rinfocolato gli antichi stereotipi nazionali, il macigno del nostro debito pubblico, che i tedeschi hanno sempre temuto, fin dalla creazione della moneta unica, di doversi un giorno accollare, pesa sulla tenuta dei rapporti. 
Ma non si vive di solo spread o di indici, per capire meglio cosa sta accadendo occorre analizzare l’anima tedesca, che è sempre alla ricerca della sua realizzazione e la trova, spesso, nella propria opposizione…

Da qui l’amore odio tra Italia e Germania. Probabilmente i tedeschi ci amano, ma non ci stimano, al contrario degli italiani che stimano i tedeschi, ma non li amano!!
Certo che il rapporto sembra camminare sul filo della commedia, non della tragedia: gli inglesi definiscono la relazione con i tedeschi sul metro della Seconda guerra mondiale, gli italiani su Italia-Germania 4-3.

L’arrivo di Draghi alla BCE e, sopratutto, quello di Monti alla Presidenza del Consiglio, potranno avere un effetto benefico sulla considerazione dei tedeschi verso l’Italia.
Oggi la Germania è il paese più forte dell’Europa, una potenza industriale ed economica; rimessasi a posto dopo la guerra e dopo la riunificazione nazionale (3 ottobre 1990. Kohl) a seguito del crollo del muro di Berlino.
Forse ha dimenticato che il costo della riunificazione è stato distribuito sui Paesi della prossima UE e la Merkel, da donna poco coraggiosa e lungimirante, come viene descritta anche dai suoi stessi concittadini, teme che oggi venga chiesto dalla UE alla Germania più di quanto ha ricevuto all’epoca della unificazione.

E intanto Atene brucia…….



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3 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    se la germania è un gigante vecchio l&#39;italia è un nano decrepito. Basta fare una passeggiata in piazza per vedere molti giovani maghrebini e centinaia di ottantenni di puro sangue italico.<br /><br />Ho poi dei forti dubbi sul fatto che i giovani italiai siano più alfabetizzati dei loro coetanei tedeschi…<br /><br />Perlomeno loro non hanno una classe dirigente delinquenziale come quella

  2. the hawk ha detto:

    Potresti dirmi la formazione della nazionale di calcio tedesca?<br /><br />Grazie….ma prima firmati altrimenti sei censurato automaticamente<br /><br />Se l&#39;Italia avesse il tasso di immigrazione come la Germania uno attento come te a queste differenze sarebbe già fuggito al Polo Nord.<br /><br />In ogni caso anche l&#39;Italia a vecchiaia non scherza, ma la Germania è messa peggio.<br /><

  3. the hawk ha detto:

    Da questo momento possono commentare solo chi ha un Google account (80% degli internauti), mentre i commenti non saranno più moderati, visto il tempo prezioso….grazie

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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