Oggi ho assistito all’evento di Carmignac tenutosi a Milano, nonostante lo sciopero dei mezzi pubblici che hanno costretto il sottoscritto a farsi 4 km a piedi. Devo dire che ne è valsa la pena, in quanto mi ha permesso di percepire alcune sensazioni, che cercherò di focalizzare al meglio prossimamente, in quanto sono piuttosto a pezzi, fisicamente parlando.
Voglio tuttavia sottoporre ancora il grafico dell’oro, che ormai mi accompagna da mesi e mesi.
Ebbene: oggi abbiamo assistito ad una netta perforazione della media a 200 gg, per la seconda volta in quattro mesi.
Sempre sul grafico ho tracciato l’ultima volta che l’oro superò la media a 200 gg al rialzo, senza più metterla in discussione. Era il gennaio 2009, ossia la fase iniziale del QE1 della Fed.
Rialzo dell’oro, infatti, ha significato sì, avversione al rischio, ma soprattutto espansione quantitativa della moneta.
Dico subito che gli indicatori sembrano ad oggi sul piede di guerra, aumentando sensibilmente le possibilità per un nuovo test in area 1550/1530 che costituisce il minimo di dicembre.
In questo grafico possiamo invece notare la correlazione tra l’ORO (rossa) e l’indice SP500 (blu). Non possiamo certo affermare che vi sia una correlazione inversa, visto che entrambi sono beni reali, molto sensibili alle espansioni quantitative.
Visto i grafici dovrei farmi una domanda obbligata, che ad oggi il mercato non considera minimamente:
Quando inizierà la exit-stategy? O forse il battito di ali della farfalla è già in atto da qualche parte del Mondo?
Molti danno per scontato che con le elezioni americane alle porte, Bernanke non si permetterà di dare ascolto minimamente ai falchi che bussano da mesi alle porte. Personalmente, in 25 anni di esperienza l’unica cosa che ho imparato in questa maledetta materia è quella di non dare niente per scontato.
Per non annoiarvi non vi sto a mandare i grafici di tutti gli anni elettorali, ma è una vera e propria bufala il fatto che gli stessi coincidano con anni strong-buy. Ad oggi comunque l’indice SP500 mette a segno una performance di oltre il 10%.
L’anno elettorale più bearish fu il 2008 con un -38%. Quello più bullish il 1980 con un +25% quando alla Casa Bianca si insediò un certo Ronald Reagan.
Confidando nella vostra premura di contribuire al blog per oggi vi saluto.