MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!


Quello che vedete sopra non è altro che il cross Euro/Dollaro. Nella giornata di ieri, dopo una rottura di 1,3050 la nostra moneta è stata ripresa per i capelli, riportandosi all’interno del triangolo verde, che delimita le aree estreme a 1,33 e 1,3050. Ben visibile la configurazione del trend in corso nel medio periodo e la posizione delle medie che delimitano punti di resistenza a 1,3210 e 1,3520. Un primo segnale di risveglio dell’Euro sarebbe da indicare solo in caso di rottura di 1,33.
Come accennavo ieri la Germania è decisamente ostile ad una svalutazione dell’Euro, o meglio ad una politica espansiva, amica di uno scenario inflativo.
Interessante l’articolo pubblicato da Voci dalla Germania, in quanto rende l’idea della situazione in essere. 

Ieri stavo guardando uno spezzone della trasmissione “Piazza Pulita”, proprio mentre mandavano in onda il servizio sulla storia greca degli ultimi due anni. Ebbene non ho potuto fare a meno di trovare molte similitudini con quello che sta succedendo in Italia: Tasse, Iva, salari etc etc, con la differenza che a nostro favore abbiamo due punti importanti quali: 
  1. BCE: con l’operazione LTRO, che ha permesso di ricucire gli spread là dove era possibile.
  2. RICCHEZZA NAZIONALE: ben diversa da quella greca, supportata da un tessuto economico che comunque fa ancora dell’Italia il secondo paese manifatturiero europeo dopo la Germania. 

Secondo gli esperti la Spagna sta messa peggio, se consideriamo il debito aggregato, mentre la Francia non primeggia in termini di competitività.


Molti sostengono che se l’Italia avesse un mercato del lavoro più flessibile, le cose cambierebbero in positivo a tal punto che lo spread scenderebbe sotto i 200 punti. Ebbene la Spagna è proprio la dimostrazione del contrario, in quanto gode del mercato più flessibile in Europa, ma primeggia per disoccupazione con conseguenze poco rassicuranti in termini di Pil. 

Insomma, ad oggi, una ricetta vincente e condivisa fra i partner europei non sembra ancora esistere, almeno sulla carta. Forse come accennato ieri un pò di chiarezza verrà fatta dopo gli esiti elettorali di Grecia e soprattutto Francia. 
Nel frattempo le uniche a prendere scelte condivise, sono le banche centrali dei paesi avanzati. In questo contesto fare delle analisi rimane sempre più un’impresa impossibile e soprattutto pericolosa.


A proposito di elezioni francesi, trovo quantomai ridicoli i colpi di coda di Sarkosy. Nel suo ultimo intervento, al fine di attirare un pò di elettori, ha ribadito la necessità di ammorbidire il trattato di Maastricht, in particolar modo sul ruolo della Bce, che dovrebbe mirare alla crescita, intervenendo in stile Fed. Parole santissime queste, ma non posso fare a meno di fargli una domanda al Presidente in carica: 
“Ma Lei, signor Presidente fino ad oggi, di cosa ha parlato con la Merkel”?
Questa come era lecito pensare è saltata su tutte le furie, difendendo decisamente il ruolo attuale della Bce.
Secondo i sondaggi, almeno al primo turno, Sarkosy dovrebbe subire una pesante sconfitta. 
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