Quest’oggi stavo osservando il grafico di lungo periodo dell’oro, che in situazioni di forti turbolenze monetarie potrebbe costituire l’unico vero bene rifugio.
Quello che vedete in alto,
rappresenta l’andamento dal 1976 ad oggi su scala mensile.
E’ interessante constatare come il ciclo di lunghissimo periodo secondo la teoria di Elliot abbia per il momento rispettato le tappe principali.
In realtà un obiettivo importante sarebbe stato da ricercare in quota 1500 dollari, superato decisamente durante il 2011.
Altrettanto importante però è osservare come tale livello abbia rappresentato da molti mesi a questa parte un livello di reazione, che tuttavia non ha permesso il raggiungimento del massimo dell’agosto scorso, quando a mio parere più di qualche rischio nel medio periodo era presente. Insomma quasi 12 mesi spesi bene per pensare e riflettere.
Non per questo scrissi: O l’oro scoppia o addio al pane.
Del resto, come potete vedere in questo grafico quota 1900 costituiva un obiettivo del ciclo secondario iniziato poco prima del 2000, corrispondente alla terza onda.
Ovviamente non prendete per scontato quello che ho detto fino ad ora, in quanto l’analisi ciclica di Elliott deve servire più per considerare il rapporto tra rischio/rendimento piuttosto che per dare sentenze.
Del resto il trend rialzista di lungo rimane per il momento in essere, come è ben evidenziato dalle medie mensili.
Se guardiamo quest’ultimo grafico, elaborato su scala giornaliera, possiamo renderci ancora meglio l’idea dell’importanza di quota 1500 dollari.
Essa rappresenta una base, sotto la quale potrebbe arrivare un’inversione.
Il rischio pertanto sarebbe da quantificare in circa 60 punti.
Al contrario se tale triangolo, che comunque rappresenta una figura di congestione, fosse perforato verso l’alto a quota 1720, il trend di lungo periodo assumerebbe una conferma decisa che darebbe vita ad un movimento speculativo con obietti a 1800/1940/2000 e 2250.
Pertanto, visto il rapporto rischio rendimento interessante, ritengo doveroso analizzare questa variabile, considerato anche il contesto di turbolenze a cui stiamo assistendo sotto l’aspetto monetario.
Come il più attento osservatore avrà visto, il quadro delle medie giornaliero, compresa la mm a 200 giorni, presenta una configurazione negativa. Non ci sono dubbi pertanto, che l’oro in queste ultime settimane ha accusato il colpo, in particolare più per la rivalutazione del dollaro che per ragioni macroeconomiche.
Direi che primi segnali in favore di uno scenario rialzista arriverebbero alla rottura dei 1600 dollari ma la vera conferma ci sarebbe sopra 1720.
Che cosa mi ha fatto ritornare possibilista sulle quotazioni dell’oro?
Tutto quello a cui stiamo assistendo in queste ultime settimane, mi fa sorgere mille interrogativi, primi fra i quali:
Sono spariti i beni rifugio?
Ci troviamo nel bel mezzo di un collasso monetario, nel quale paradossalmente, chi ha stampato per creare inflazione, rischia di ritornare in deflazione, causa l’apprezzamento della valuta. La Fed sarebbe già quasi obbligata a percorrere nuove politiche quantitative, se non fosse per l’imbarazzo a cui andrebbe in contro, vista la posizione dei repubblicani e l’esempio di JPM. Il mercato infatti non sembra chiedere altro.
Oggi ad esempio in Europa si è raggiunto il culmine quando da fonti Ue sono arrivate proposte indecenti, quali l’utilizzo dell’ESM per salvare le banche, quando lo stesso era riservato agli Stati. Fortuna che esiste ancora una Germania con la testa sulle spalle.
Ciò comunque, basta per rendersi conto di quanto problematica sia la situazione dell’Euro.
Non parliamo poi degli spread che certificano o quasi la fine dell’Euro così come lo vediamo.
Che dire, ci troviamo in un clima decisamente bellico, nel quale l’Oro si è sempre rilevato il bene più invitante.
Il tempo e soprattutto i grafici ci diranno la direzione. Al momento stiamo osservando un’interessante congestione.
Alla prossima