MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Ma tuo nonno è stato ucciso dai nazisti? Potrebbe obiettare qualcuno, visto le mie esternazioni degli ultimi giorni sulla Germania.

Ebbene, fortunatamente, per quanto ne sappia io, non ho parenti che siano rimasti vittime delle atrocità compiute dal popolo tedesco, altrimenti dovrei dichiarare di essere in conflitto di interessi, tutte le volte che ne risalto i difetti, come l’opportunismo, l’indifferenza, il senso di superiorità, l’ottusità e l’incoerenza.

Prima di passare ai fatti delle ultime ore vorrei riassumere in poche parole quello che è successo negli ultimi dieci anni. Evito quindi di parlare del periodo nazista, in quanto per quello ci ha pensato la Storia e tutti i documentari che ogni qualvolta ce lo ricordano.


Dico solo che in finanza 20 anni sono un’eternità, ma è doveroso affermare che in materia umanistica 70 anni sono poche ore.

Ebbene, partirei dagli anni 2002/2004.

In questo periodo il Mondo intero stava affrontando uno dei periodi più insidiosi degli ultimi 20 anni. Niente a che vedere con quello che stiamo vivendo oggi, ma quanto bastò ad alcuni paesi come la Germania, la Francia e l’Italia a chiedere maggiore flessibilità sulle regole ferree del trattato di Maastricht.

L’economia stava vivendo una recessione preoccupante, dopo gli eventi geopolitici, iniziati nel 2001 con il crollo delle Torri Gemelle e terminati solo parzialmente con la guerra in Iraq nel 2003.

In questa fase la Germania non era quella che conosciamo oggi, bensì poteva essere annoverata fra i paesi europei più lenti a reagire ad eventuali stimoli. Basti pensare che il Dax sfiorò addirittura la rottura dei 3000 punti nel 2003, dopo essere stato quasi a 8000 nel 2000.
I principali paesi europei con a capo la Germania, decisero pertanto di rendere più flessibile il tetto del deficit imposto dal trattato di Maastricht al fine di ridare stimolo all’economia.

INCOERENZA: non mi ricordo in quei tempi all’interno della Germania, prese di posizione avverse alla politica del governo, tanto meno discussioni della Corte Costituzionale contro un programma di aumento della spesa pubblica.

E così l’Europa è andata avanti fino al termine del boom del 2007.

Tra il 2007 e il 2008, in pieno scoppio della bolla immobiliare, i debiti pubblici, che convivevano con una maggior flessibilità, presentavano ancora una buona sostenibilità, nonostante il calo della ricchezza dei paesi occidentali.

Purtroppo dal fallimento Lehman in poi abbiamo avuto il seguente circolo vizioso:

  1. Calo accelerato della ricchezza occidentale, causata principalmente dal crollo del credito e del mercato immobiliare.
  2. Esplosione dei debiti pubblici.
Basti pensare che in soli 4 anni gli Stati Uniti hanno raddoppiato il proprio debito pubblico o quasi a fronte di un calo della ricchezza disponibile del 20%. Situazioni simili si sono avute in tutta Europa e nel Giappone.   
In sostanza la ricchezza delle famiglie e del sistema in generale non era più in grado di alimentare la catena di Sant’Antonio del debito pubblico. Chi lo sottoscriveva se non le banche centrali attraverso il mercato secondario? Mio nonno?

Gli Usa, che per primi lo hanno capito, hanno evitato il peggio attraverso i programmi di acquisto della Fed, che ha stampato moneta, rassicurando pertanto gli investitori, a tal punto che il debito americano è considerato paradossalmente “bene rifugio”. Stessa cosa ha fatto il Giappone, che in passato aveva già sperimentato politiche quantitative e la Gran Bretagna, che nel 2008 dovette affrontare una crisi bancaria disastrosa. 
Gli unici a non fare ciò noi Europei, grazie all’OTTUSITA’ tedesca, fino al punto in cui il vuoto di ricchezza creatosi su sistema mondiale fin dal 2008, ha bussato alla porta di casa nostra.

Ciò ha accelerato il processo di deflusso dai paesi più vulnerabili, quelli basati su un’economia debole e poco competitiva, in favore di quelli ritenuti più forti (area nordica) come la Germania, il cui OPPORTUNISMO non si è tirato indietro.
Ancora oggi fa comodo esser pagati per custodire i soldi dei creditori eh?

La storia e gli effetti degli interventi proposti dalla Merkel & Co. ormai li conosciamo fino ad arrivare ai giorni nostri. 

La Germania ancora oggi afferma, giustamente, che i tassi bassi vanno a premiare i paesi più disciplinati e competitivi, io dico, altrettanto giustamente, che lo schema Ponzi si è rotto da un pezzo e che prima o poi, in assenza di un’immissione di moneta, busserà anche alla porta dei più forti, visto che il debito pubblico tedesco è il terzo più alto al Mondo in termini assoluti. 
Ad oggi abbiamo entrambi ragione, ma con una piccola differenza. La Germania guarda al dato oggettivo e al presente. Io, inteso come la gran parte della Comunità, guardo al futuro dei nostri figli.

Io credo che il teatrino di queste ore della Bundebank e di qualche esponente del Governo sia tale, in quanto non voglio pensare che l’INDIFFERENZA tedesca, di fronte alla situazione che noi tutti stiamo vivendo,sia priva di limiti.

Noi tutti sappiamo, compreso le persone ragionevoli della Krante Cermania, che un’uscita dalla zona Euro, avrebbe dei costi altissimi per tutti.
In questi giorni, tuttavia, sto osservando sondaggi poco rassicuranti che vedono la maggioranza dei tedeschi favorevole all’uscita dall’Euro. Sia ben chiaro, un modesto 51%.
Non credo che fra questa maggioranza vi siano le persone capaci, quelle cioè che hanno fatto la fortuna della grande industria, a partire da Volkswagen, Siemens etc etc.
Piuttosto credo che fra i più ostili alla moneta unica vi siano quelle  persone a loro volta ben sovvenzionate ai tempi della riunificazione e che oggi finalmente, vedono materializzarsi quel SENSO DI SUPERIORITA’ che spesso gli ha portati alla rovina.

MA NON CI RIUSCIRANNO

 La grande industria tedesca, benché in minoranza è quella che ha il coltello dalla parte del manico, quella cioè che dà la pagnotta, oltreché alla Merkel, anche a quegli pseudo leghisti che pensano di comandare il Mondo con la loro arroganza e alquanto discutibile giustizia luterana.

Nel momento in cui si chiameranno fuori dall’Euro il consiglio che darò a voi tutti sarà quello di investire in Germania, aprendo un ufficio di “CERCO LAVORO”. Avrete la coda davanti al vostro sportello, ma mi raccomando, non commuovetevi nel presentargli il conto, perchè sarebbe l’ennesima fregatura per voi.

Questa settimana per l’Euro sarà decisiva. Personalmente nutro molta fiducia nelle istituzione UE, soprattutto quelle monetarie e francamente, non mi preoccupano le lamentele né della Bundesbank né tanto meno di una parte della coalizione tedesca. Sono a mio parere discussioni di facciata.

Almeno lo voglio ben sperare.

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