MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Posizioni future S&P 500

La sigla COT sta per Commitments of Traders. Esso è un rapporto di mercato settimanale pubblicato dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) che elenca le posizioni dei partecipanti ai vari mercati dei futures negli Stati Uniti. Questo, insieme al rapporto call/put può rappresentare un elemento di ulteriore informazione per capire meglio quale sia il grado di sostenibilità di un mercato, in relazione alla situazione tecnica e allo scenario macro.

Nel grafico sopra sono riportate le posizioni future degli Asset Manager detti anche investitori istituzionali o speculatori professionali. Essi vengono catalogati in base alle quantità trattate. Per fare un esempio, se un investitore aprirà una posizione spot superiore a 20 contratti, il CME catalogherà il tutto nella sezione Asset Manager, mentre se la quantità sarà inferiore entrerà a far parte dei cosiddetti Leveraged detta anche speculazione retail.

Nel caso del future dello SP500 possiamo osservare come le posizioni degli investitori istituzionali siano ormai arrivate a rasentare i massimi storici toccati all’inizio del 2018 e alla fine del 2019. Questo indica un forte eccesso di posizioni long che trova riscontro anche nel rapporto put/call.

Anche le posizioni Leveraged, che viaggiano strutturalmente in territorio negativo in quanto hanno funzione di copertura,   non si trovano in presenza di eccessi negativi.

Da qui possiamo comprendere come il mercato stia vivendo una fase di eccesso che in passato non ci ha mai portato ad un esito positivo, ma piuttosto correzioni anche piuttosto rilevanti, se prendiamo in esame il periodo che ha seguito gli eccessi del 2018 e di fine 2019.

Tipicamente, il rialzo degli Asset Manager in termini di posizioni future è provocato da forti flussi in entrata in etf o fondi passivi, i quali sono costretti a replicare il mercato. In sostanza lo leggiamo come un indicatore del “parco buoi”.

Posizioni future Nasdaq

“Il Nasdaq è caro quindi non si compra”. Questo in sostanza è un po’ il motto del parco buoi. Questo pertanto spiega come su tale indice le posizioni future non siano affatto cariche, rispetto agli eccessi del passato. Paradossalmente, il Nasdaq sembra meglio strutturato rispetto all’indice SP500, nel senso che non vediamo posizioni cariche.

Posizioni future Eurusd

Un dato veramente sorprendente invece lo possiamo osservare dalle posizioni sul future Eurusd. Le posizioni long degli Asset Manager non sono mai state così alte da quando esiste l’Euro. Le cause di questa dinamica possono essere ricercate in varie ragioni, le cui tre principali possono essere:

 

  1. Interventi da parte della Cina per rafforzare lo Yuan
  2. Differenziale tassi EurUsd crollato rispetto ad un anno fa.
  3. Esigenza di copertura rischio cambio per investimenti equity Usa.

 

Crediamo che la ragione numero 3 sia la più credibile. Infatti il forte posizionamento delle posizioni long su Eurusd da parte degli Asset Manager ha coinciso chiaramente con il 2016, anno in cui la borsa americana ha iniziato ad attirare investimenti da tutto il Mondo, a tal punto che da quella data lo SP500 ha messo a segno un rialzo del 132% contro l’86% del MSCIW.

 

Credibile quindi la teoria secondo la quale molti investitori istituzionali (vedi fondi hedgiati) siano compratori di Eurusd per il solo scopo di eliminare il rischio cambio.

Questo in pratica ci dice come negli ultimi anni, il peso a favore del mercato Usa non abbia precedenti.

Nonostante le posizioni decisamente long, il grafico sull’Eurusd non sembra favorire un rialzo.

Anzi, eventuali chiusure di posizioni long dovrebbero essere interpretate come un aumento del risk-off.

Posizioni future gold

Quando dobbiamo leggere le posizioni sul COT relativamente alle commodity, la distinzione principale viene fatta tra Investitori professionali (Managed Money) e produttori. I primi, ovviamente comprano o vendono al fine di speculare sulle oscillazioni di una commodity, i produttori invece, quasi sempre presentano posizioni short, in quanto la loro funzione è quella di evitare forti escursioni di prezzo delle giacenze possedute che ancora devono essere estratte o che sono destinate ad andare sul mercato a breve.

Detto questo passiamo alla lettura del grafico relativo all’oro.

Nel caso specifico, osserviamo come le posizioni in eccesso della speculazione professionale (ETC in particolare) vista nel febbraio del 2020, abbia anticipato di circa 5 mesi il picco dell’oro. Adesso, le posizioni long si sono decisamente ridimensionate, ma senza entrare in territorio negativo. In quest’ultimo caso infatti potremmo addirittura accendere un campanello di allarme in favore di un’inversione. Il punto di minimo delle posizioni long è stato registrato a marzo e ciò ha coinciso con prezzi sull’oro di 1720. Oggi le posizioni sembrano stabilizzarsi su livelli più alti, segno che le aspettative nel lungo rimangono positive. Gli stessi produttori hanno diminuito decisamente le loro posizioni a copertura a conferma che vedono un rischio basso di caduta dei prezzi dai livelli attuali.

Posizioni future WTI

Situazione più anomala invece la troviamo sul mercato del petrolio. In questo caso i produttori sono arrivati addirittura ad assumere posizioni long. Livelli simili non hanno mai portato fortuna alle quotazioni del greggio nei mesi successivi, in quanto ne sono seguiti crolli consistenti.

I produttori quindi hanno posizioni long, oltre ad assumersi il rischio delle giacenze. Questo è dovuto ad una forte aspettativa di crescita economica, ma allo stesso tempo ci deve mettere in guardia su cosa effettivamente il mercato sta già scontando.

Nel frattempo la speculazione professionale sta diminuendo gli eccessi toccati fino a poche settimane fa e questo potrebbe essere un primissimo segnale in favore di un cambiamento di tendenza.

Da considerare inoltre, che i prezzi del petrolio sembrano piuttosto manipolati e questo troverebbe proprio conferma nelle posizione presenti tra i produttori.

Le quotazioni del WTI, dopo una brusca correzione che ha testato la media a 200 gg, sembrano voler uscire nuovamente al rialzo, intaccando la prima resistenza dei 70 dollari. In questi giorni osserviamo la presenza di un importante set-up che potrebbe dar luogo a qualche sorpresa.

Da parte nostra riteniamo estremamente rischioso assumere posizioni long, mentre attendiamo un ritorno sotto l’area dei 69 dollari per accompagnare un’eventuale inversione di tendenza.

Il quadro del COT infatti ci dice che ci troviamo in una situazione di forte eccesso. Molto pericoloso tuttavia contrariare il mercato in assenza di un ritorno sotto i 69 dollari.

Categories: Miscellanea

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