In tempi non sospetti, quando cioè i mercati erano alle prese con il baratro ma davano i primi segnali di tenuta, avevo detto espressamente che i dati macroeconomici che ne sarebbero derivati avrebbero impressionato per la loro violenza, ma che gli stessi erano già contemplati nei prezzi, al netto oltretutto degli interventi delle banche centrali.
Ciò non avrebbe impedito, molto probabilmente, di ricalcare quel disegno, a velocità esponenziale, visto già nel corso del periodo 1965/1980, con avvicinamento ai massimi storici per poi ripiegare. Contesto laterale quindi molto ampio, che solitamente si presenta dopo che i mercati hanno percorso un ciclo decennale nel quale le quotazioni degli indici sono in certi casi decuplicate. Detto contesto laterale è in atto dal gennaio 2018 e con molta probabilità continuerà per almeno altri due anni.
Nel grafico qui sotto viene raffigurato il periodo di congestione effettuato dall’indice MSCI in valuta locale.
Quando gioca la nazionale ai mondiali, come ormai sappiamo, tutti diventano commissari tecnici.
Allo stesso modo, quando è presente uno shock economico-finanziario di vaste proporzioni, soprattutto come quello “telefonato” dopo il lockdown, tutti si spacciano per economisti, soprattutto quando i buoi sono già fuggiti dalla stalla, facendo a gara sui social a chi pubblica il grafico più clamorosamente negativo. Ovviamente non parliamo dei virologi in circolazione in questi mesi. Durante questo tipo di sport, il mercato, quasi sempre trova motivo di reagire contrariamente, soprattutto se alla base ci sono banche centrali che hanno a cuore la difesa degli asset. Magari gli stessi economisti improvvisati, fra due o tre mesi, quando cioè l’economia avrà reagito dal totale blackout si meraviglieranno dei balzi percentuali dei dati economici gridando al boom, quando invece tale dinamica rappresenterà un riequilibrio di sistema che avrà posto basi diverse per un nuovo ciclo tutto da scoprire. Tutto questo per dire che oggi non è il momento di guardare ai dati, in quanto gli stessi non sono attendibili, a causa di un lockdown forzato. Sono le famose recessioni esogene, la cui violenza è ben superiore alla media, ma la cui durata è limitata, rispetto alle crisi endogene. Questo è un dato di fatto. Per questa ragione seguire i dati oggettivi che vengono fuori adesso potrebbe opprimerci la mente e niente più, bruciando risorse utili per i momenti più importanti. La cosa basilare, non è leggere quello che vediamo oggi, ma ciò che sarà fra due o tre mesi e su questo punto la visibilità è pari a zero. Il primo trimestre ha visto un calo degli utili delle società americane di oltre il 60 pct, mentre il secondo trimestre sarà addirittura peggiore.
Gran parte di questo è ampiamente scontato dal mercato, il quale inizia a domandarsi:
– Quale sarà la reazione nel terzo e quarto trimestre?
– Come si comporterà il mercato immobiliare, sul quale ruota la moltitudine dei mutui e delle garanzie bancarie?
– Che dinamiche avrà l’inflazione una volta che il sistema si sarà nuovamente messo in moto? – A che velocità scenderà il tasso di disoccupazione?
– Chi vincerà alle prossime elezioni americane e quale sarà il prossimo scenario geopolitico?
Più volte abbiamo anche detto di non fare i paragoni con le precedenti crisi, in quanto questa volta le banche centrali e i governi si sono presi in pancia gran parte delle perdite. Per fare un esempio, i trenta milioni e passa di disoccupati americani, riceveranno aiuti tali da non scalfire per il momento il loro potere di acquisto e così per molti altri cittadini del Mondo. Oltretutto una buon numero dei danneggiati dalla crisi ha sfruttato quelle misure atte ad alleggerire il peso dei debiti, tipo la sospensione del mutuo o dei rimborsi delle carte di credito con le banche centrali che hanno svolto il ruolo di garante nei confronti del sistema bancario che altrimenti sarebbe letteralmente collassato. E’ chiaro che nei prossimi mesi avremo un’esplosione dei debiti, soprattutto pubblici, ma questo non è un dato che ha una particolare correlazione con la dinamica dei mercati azionari, soprattutto quando si stampa moneta alla velocità supersonica. La Fed ad esempio ha già ampiamente superato i 7 trilioni di attivo e niente impedisce per ora che possa raggiungere la cifra di 10 trilioni entro la fine dell’anno, se la situazione lo richiedesse. Il debiti pubblici in tutto il Mondo sono già monetizzati di fatto per una misura compresa tra il 30% e il 100% del Pil se guardiamo addirittura al Giappone. Che senso ha parlare di debiti pubblici in questo caso quando cioè gli stessi non sono altro che un numero che intercorre tra Governo e Banca Centrale? Più volte abbiamo portato la provocazione dello Zimbabwe, un paese perennemente in crisi, ma la cui borsa tutti gli anni segna un record a causa della troppa moneta stampata. Nel Mondo civilizzato, anche se in forma più elegante sta succedendo la stessa cosa attraverso la svalutazione implicita della moneta. Quindi parlare di debiti non avrebbe senso. Magari i problemi deriveranno da altri fattori: sistema valutario, situazione geopolitica, avvitamento economico o nella peggiore delle ipotesi nuovi lockdown. Oggi però ci troviamo nella fase dell’osservazione, cioè quella utile a capire quali saranno le basi del nuovo modello economico.
Nel frattempo i mercati sembrano voler proseguire la fase di rimbalzo iniziata ad aprile. Ieri per esempio il set-up del 25 maggio visto sul Dax ha dato vita ad una probabile accelerazione che verrebbe annullata solo nel caso di ritorno sotto l’area degli 11200 punti, mentre i target li possiamo indicare in area 11840. La crescita di questi giorni è dovuta principalmente ad un adeguamento dei titoli che erano rimasti più sacrificati dal Covid-19, mentre sui comparti che avevano più camminato assistiamo a prese di beneficio, quasi a voler certificare il “tana libera tutti”.
Complessivamente gli indicatori suggeriscono di non avventurarsi in iniziative particolarmente rischiose, bensì di osservare con estrema serenità l’evoluzione nei prossimi giorni, in quanto i cambiamenti di fronte potrebbero essere repentini e inaspettati. Nei prossimi giorni cercheremo di rispondere ai quesiti precedentemente elencati là dove ci sarà maggior chiarezza.