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Sono ormai molti giorni che ho smaltito la sbornia Draghi, per non parlare del QE illimitato di Bernanke.
La mia diffidenza poi, è andata aumentando man mano che leggevo titoloni sui giornali, che davano ormai per certo un replay di quello visto qualche anno fa ai tempi del QE 1.
Mi riferisco al dover comprare asset a rischio, quali Btp, Bonos etc etc, per non parlare dei bellissimi titoli finanziari che stanno sguazzando nel bel mezzo di un boom economico, che sta creando milioni e milioni di nuovi lavoratori, disposti a lavorare per 130 dollari al mese, ovviamente dopo aver fatto 80 ore di straordinario settimanali. Peccato che queste istituzioni finanziarie stiano viaggiando in un’altra dimensione di numeri, con soldi prestati ad un sistema che non è più in grado di restituire. Un sistema che non può certo lavorare a 130 dollari al mese, in quanto, almeno per ora, il rispetto dei diritti umani, nei paesi civili è fuori discussione. Forse un giorno ci adegueremo alla Cina e compagnia bella?
Ma il tema è un altro:
Molti davano per scontato un replay del QE 1, dopo le iniziative delle banche centrali nelle ultime settimane.
Personalmente ai replay non ci credo già a priori, in quanto i mercati non si muovono a tavolino, bensì attraverso molti altri fattori, impossibili da identificare e soprattutto da quantificare.
Ad oggi posso solo sottolineare che il mercato americano ha annullato l’effetto notizia QE 3. Ricordate quando Bernanke aveva salvato il Mondo qualche giorno fa?
Ebbene, in questo grafico potete vedere il progresso “zero” dell’effetto Bernanke. Addirittura per molti giorni sembra avvenuta una bella distribuzione, caratterizzata da ansia, sistemazioni tecniche e incertezza.
In un mio post recente, dicevo che l’analisi tecnica aiuta a leggere ancor prima i “fattori impossibili da quantificare e identificare”.
Il rientro all’interno del triangolo verde disegnato nel grafico non lo ritengo un elemento di tranquillità, in quanto il mercato potrebbe apprestarsi a scontare fattori negativi che da tempo conosciamo, ma che per comodità sono stati rimandati. Uno fra tutti il “Fiscal cliff”.
Riguardo al QE Draghi o chiamatelo come vi pare, ho la sensazione che gli effetti positivi sulla psiche degli investitori stiano pian piano scemando mano a mano che la dura realtà ci ripresenta il conto.
In questi giorni alcune mie riflessioni in merito non sono mancate, soprattutto se guardo alla nostra politica ed economia interna, culminata con i casi della Regione Lazio e Fiat. Per non parlare della Spagna, dove se le stanno dando di santa ragione, per opporsi ai piani di austerità, mentre in Grecia ovviamente non sono da meno, visto che è in arrivo un altro sciopero generale.
Nel frattempo la Bundesbank guarda con curiosità, ma soprattutto con spirito critico il rattoppare delle varie problematiche europee, avendo con sè il consenso dei propri connazionali.
Non vorrei che più che una toppa occorresse proprio cambiare il vestito. Auguriamoci di no.
E finalmente parliamo della borsa italiana, descritta nel grafico sopra.
Da un punto di vista tecnico quello che sta facendo l’indice FTSEMIB è una correzione puramente tecnica, in quanto non abbiamo elementi per affermare il contrario.
Tuttavia dobbiamo diffidare del mancato superamento del massimo di 16750/17000 e dell’insistenza con la quale in questi giorni sono stati toccati nuovi minimi di brevissimo senza prendere il dovuto respiro.
Del resto se guardiamo agli indicatori di direzionalità, che muovono in area di trading-range, verrebbe da sostenere che il trend rialzista è ad oggi inesistente. Se così fosse preparatevi a movimenti schizofrenici, ma soprattutto a verificare lo stato dell’economia reale, oltre che della politica generale.
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