MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

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Da lunedì stavamo preparando un’analisi da postare nella weekly sugli assett delle banche centrali, poi anticipata dal Sole24Ore come tema.

Questo non ci fa che piacere, perché evidentemente se la stampa specializzata si occupa di temi che abbiamo messo nel mirino, non è che una piccola conferma alla qualità del lavoro che facciamo.

Cercheremo quindi di dare elementi e spunti aggiuntivi rispetto a quanto proposto dal Sole, facendoci anche domande che vanno oltre la semplice analisi.

Le banche centrali stanno espandendo i loro bilanci mediante i QE. L’espansione comporta l’acquisto di assett. Tutti sanno che le banche centrali stanno comprando bond governativi.

Circa tre anni fa avevamo segnalato come il CME, in un report settimanale, nell’ultima riga senza dare troppa evidenza all’informazione, aveva specificato che c’erano banche centrali tra i compratori di future sugli indici.

Era un primo segnale di un processo successivo che ha portato le banche centrali ad acquistare assett azionari in grande quantità.

La BOJ in particolare è stata un precursore.

Circa 2 anni fa avevamo parlato del massiccio acquisto di ETF da parte della BOJ, e dello spostamento di assett anche da parte dei grandi fondi pensione sul Nikkei e gli indici esteri. Le necessità della banca centrale era poter comprare assett su un mercato bond ormai da lei rarefatto; contemporaneamente l’esigenza dei fondi pensione era, ed è, fare rendimento su un mercato per fare fronte ai suoi mandati, con i bond prossimo o sotto zero come rendimento.

Grafico 1 – Acquisto di ETF da parte della BOJ

L’acquisto di ETF e azionario permette anche di posizionarsi in valuta estera diversificando, ad esempio unendo bond e azioni se bisogna comprare USD. I bilanci delle banche centrali infatti stanno crescendo a tal punto che una diversificazione si sta rendendo necessaria, perché un’esplosione della bolla dei bond potrebbe creare loro grosse perdite in bilancio.

Un’altra banca centrale che ha palesemente supportato l’azionario (a sua volta appoggiata anche dal governo locale) è la banca centrale cinese. L’intervento della PBOC è stato palese nel 2015 quando il mercato crollava, in modo da frenare la caduta.

L’obiettivo di questi interventi è stimolare la crescita e sostenere l’economia.

Mentre prima l’investitore retail poteva fare rendimento con delle obbligazioni, ora non è più possibile. Così come non è possibile per l’istituzionale. Di conseguenza il net income annuale del retail, che prima era dato da “stipendio+cedole obbligazionarie” ora si riduce al solo stipendio. Visto che l’inflazione sui beni di prima necessità checchè ne dicano i governi e le statistiche c’è, questo erode il suo potere d’acquisto. Al momento la fortuna è che il petrolio è ancora basso e questo ha rallentato la crescita dei prezzi, permettendo al consumatore finale di rimanere a galla senza perdere eccessivamente potere d’acquisto. Il prezzo del petrolio basso è una specie di global qe senza acquisto di assett.

Le banche centrali per migliorare quindi il net income del retail, hanno deciso che bisogna sostenere l’azionario.

Questo funziona bene in USA, dove c’è una forte propensione all’investimento in equity. Un po’ meno in Europa, dove la propensione è minore, dove le scottature del 2011 e più recenti del 2016, essendo la propensione principalmente (vedi Italia) a investire in assett bancari, mostra ancora ferite aperte.

Grafico 2 – Acquisto di assett da parte delle banche centrali

L’acquisto di equity da parte delle banche centrali, di per sé non è una pratica sconosciuta. Era un metodo già stato utilizzato nella crisi asiatica degli anni ’90.

Come abbiamo imparato in questi anni (dal 2008), il problema non è la tecnica, quanto la quantità. Un numero elevato di banche centrali che acquista equity è chiaro che droga palesemente il mercato.

La prima domanda da farsi è: ma se le banche centrali che stampano moneta posso comprare azionario e quindi si riempiono di azionario, che

interesse possono avere a farlo scendere per ribilanciare l’economia reale con la finanza? Che interesse possono avere a ridurre i QE se questo vuol dire per loro perdite in conto capitale visto che una delle conseguenze dirette potrebbe essere il crollo sia dell’obbligazionario che dell’azionario?

La seconda domanda è: ipotizziamo che ad un certo punto i dati dell’economia siano eccellenti e che quindi senza ombra di dubbio le banche centrali possano dire: basta QE. E’ evidente che non ci sarebbero più i difensori dei prezzi drogati degli assett (bond gov ed equity) e quindi entrambi crollerebbero inesorabilmente. Questo perché se prima le banche centrali compravano solo bond, adesso comprano anche equity in una specie di socialismo dove stanno diventando padrone di tutti gli assett.

La terza domanda da farsi è riferita agli indici americani (prendiamo l’Sp500 che è quello che conosciamo meglio, oltre che il più stabile): l’SP500 lo diciamo da tempo, è drogato dai buyback e dagli indebitamenti a tassi irrisori delle multinazionali americane. Ultimamente dopo il Brexit è diventato anche il safe-heaven azionario (ovvero se uno vuole comprare equity abbastanza sicure, compra quello). Ora è drogato anche dagli acquisti della banche centrali (che comprano Sp500 per avere riserve in dollari essendo l’assett azionario più stabile a livello mondiale). Quindi da un lato c’è una massa di compratori con potere quasi infinito di acquisto, dall’altro la realtà. Quanto può corrispondere la quotazione attuale dei valori azionari con questo sbilanciamento tra domanda ed offerta?

La quarta domanda è: ma davvero hanno qualche interesse le banche centrali a far riconvergere la finanza verso l’economia reale? O forse vogliono a tutti i costi che l’economia reale converga verso la finanza perché non c’è via d’uscita alla policy attuali finanziarie applicate?

Un noto slogan direbbe: vi piace vincere facile banche centrali … basta comprare assett che avete e sostenerli stampando!

Un’altra riflessione interessante potrebbe essere la seguente. Comprando azionario le banche centrali stanno comprando anche gold miner. Questo può essere interpretato come un trucchetto interessante: se comprano oro devono dichiararlo e questo potrebbe scaldare il prezzo. Ma se compra gold miner, questo passa negli acquisti di assett di tipo equity e pochi ci fanno caso. Inoltre un domani basta comprare gold annunciando di averlo fatto per far alzare di prezzo a leva le miner.

Grafico 3 – Gold Miner Equity Possedute dalla banca centrale Svizzera

Prendiamo una banca centrale ad esempio.

La banca centrale Svizzera detiene 127 miliardi di franchi di equity. Circa un 20% degli assett totali.

La crescita degli assett in equity è stata del 41% anno su anno.

La banca centrale Svizzera ha più azioni di Facebook di Mark Zuckember (va bene avere azioni di qualche colosso industriale, di Exxon, di Total, di GE, Di Cisco … ma puntare su Facebook sa molto di speculativo più che di investimento ponderato).

Perché la banca centrale Svizzera fa tutto ciò?

Perché ha bisogno di difendere il franco e deve comprare assett. Visto che i mercati globali dell’equity sono rarefatti, ha deciso di comprare equity. Questa viene venduta da un lato come diversificazione del rischio, ma prima ancora è un aumento del rischio.

Praticamente come si evince dal grafico a lato, la SNB sta comprando equity in tutte le big del mercato USA.

Questo potrebbe portare anche ad un’altra domanda: le banche centrali ad un certo punto siederanno nei cda e potranno influenzare direttamente anche le politiche industriali delle società singole e del mercato nel complesso, fino ad arrivare a obbligare le big cap a fare investimenti invece che a fare buyback e dare dividendi? E’ questa la nuova frontiera della crescita economia, banche centrali che siedendo nei cda possono influenzare direttamente le politiche industriali?

Visto che le banche centrali non riescono a far fare alla politica delle riforme che portino la crescita, lo fanno fare direttamente alle multinazionali?

Grafico 4 – Assett Banca Centrale Svizzera

E teniamo ben presente che il grafico sopra si riferisce solo alla SNB. E la

BOJ che compra etf e equity da tempo? E la BPOC?

Fed e BCE sono fuori al momento. Nel mandato la Fed non può comprare equity e alla BCE siamo ancora fermi a quali bond comprare. D’altra parte Draghi ha costituito delle commissioni di lavoro per capire le prossime mosse da far fare alla bce. Dopo i bond governativi, dopo i corporate IG (investment grade), perché non potrebbe pensare a bond bancari, bond meno IG o all’equity? Il metodo Cia prosegue lentamente e porta a casa piccoli risultati. Qualche sorpresa è sempre possibile.

In fondo la domanda è semplice: meglio a questo punto avere un bond periferico al 3% quotato 140 o delle azioni di un’azienda con mercato mondiale che dà un dividendo del 4%. Al di là del rendimento, quale è più rischioso?

L’obiettivo di questa settimanale era quello di presentarvi un quadro generale di cosa sta succedendo lato banche centrali.

Il tutto supportato come sempre da dati, da riflessioni e domande che è importante farsi, per esplorare strade che adesso possono sembrare appena tracciate ma che potrebbe diventare autostrade, in tempi non troppo lontani.

Perché in fondo i mercati sono così: un periodo più o meno lungo dove conta solo il rendimento, e poi una mattina ci si alza e l’unica cosa che conta è il rischio.

Il team di MoneyRiskAnalsysis

Categories: analisi settimanale

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