Quante volte avrete sentito dire: “le banche non possono fallire”.
Giustissima considerazione.
Le banche non possono fallire, ma sono soggette al rischio d’impresa quando le cose vanno bene. Quando invece le perdite superano il capitale ecco che i contribuenti sono chiamati a frugarsi in tasca per impedirne la bancarotta.
Nel caso che il bubbone sia talmente grosso per il contribuente, ecco che la banca centrale interviene, comprando a 100 ciò che vale zero, oppure prestando all’infinito, la liquidità necessaria per auto-ricapitalizzarsi, attraverso il differenziale tra tassi di mercato e quelli erogati dall’autorità monetaria. Ovviamente vi diranno che la liquidità prestata è garantita da collaterali ultra sicuri, ma molto simili alla carta igienica.
Così le banche continuano a vivere/sopravvivere, prestando capitali a tassi 10 volte superiori a quelli pagati alla banca centrale, per non parlare della restrizione del credito.
Non sto a spiegarvi il processo tecnico, ma un bel giorno mi piacerebbe trovare al posto dello sportello targato banca x,y o z una bella insegna con scritto: BANCA CENTRALE X: filiale di Pinco Pallo, all’interno del quale trovare persone pronte ad accoglierti per soddisfare le tue esigenze (nei limiti dei proprio requisiti), piuttosto che rifilarti pacchi.
Che senso ha la figura dell’intermediario creditizio, che si procura la liquidità all’1% e la presta al 9% se non al 20% come nel caso delle Carte Revolving? Che funzione sociale è questa? Cosa è stato prodotto in questo caso per meritarsi così tanto utile?
Tanto vale che il rapporto sia solo tra due soggetti: creditore (Banca Centrale) e debitore (persona fisica o giuridica), dove il primo decide un prezzo uguale per tutta la collettività, in funzione di mille variabili macroeconomiche.
Da troppo tempo infatti, le banche non fanno più le banche.
Sto parlando ovviamente di custodia e gestione della tesoreria, grazie alla quale il correntista possa dormire sonni tranquilli e il debitore pianificare al meglio la propria attività senza gli effetti devastanti del moltiplicatore interessi. Ovviamente, ciò non toglierebbe niente alla parte investimenti, dove ci sarebbero soggetti totalmente separati dall’attività creditizia.
Forse tra 50 anni arriveremo a ciò.
Siete invitati tutti a cliccare sul video sotto.