Il franco svizzero ha recuperato quasi completamente il rapporto con l’USD che aveva prima del 15 gennaio, data in cui la banca centrale svizzera (SNB) ha detto che non avrebbe più difeso il cambio con l’euro, in vista del QE europeo.
Sta facendo un percorso simile con il GBP.
Avevamo detto a suo tempo il cambio fisso aveva tenuto virtualmente nell’euro la Svizzera. Infatti sebbene questa non avesse la moneta unica avere un cambio fisso vuol dire comunque poter scambiare merci ad un prezzo considerato dalla banca centrale “adeguato” e quindi è come essere nel circuito economico della moneta con cui si è fissato il cambio.
L’uscita dal cambio fisso portava invece la Svizzera ad uscire dal circuito dell’euro e quindi a ritornare a un mercato valutario competitivo.
Poteva quindi essere visto come un “test uscita dall’euro” che a questo punto sembra stia dando verso le altre valute (USD e GBP) buoni risultati. Contro l’euro il CHF è ancora forte rispetto al cambio di 1.2, ma è dovuto in grossa parte alla debolezza dell’euro su tutte le valute.
Se pensiamo che l’euro ha perso dal 15 gennaio il 10% contro USD e il 12% contro CHF, ci rendiamo conto che enormi differenze non ci sono.
Quindi un’uscita dal “circuito euro” è possibile. La Svizzera ne è l’esempio. Dopo i test greci (riduciamo all’osso un paese per salvarlo e lasciarlo nell’euro), di cipro (conti correnti sopra i 100.000 euro che aiutano a salvare le banche), dopo le clausole sui bond sovrani, dopo il qe in cui però le banche centrali nazionali comprano debito dei propri stati e non la BCE li compra, ogni occasione di test è un passo nuovo verso l’uscita di qualche paese dall’euro.
Certo la svizzera è la cassaforte del mondo e ha un tessuto industriale solido, quindi è un test “forte”. Ora serve un test di uscita vero e proprio di uno stato “debole” industrialmente.
Chi è che si offre per provare un’uscita effettiva dall’euro?
Forse Shauble si è fatto un’idea … visto che è dalle elezioni greche che dice: “L’uscita della Grecia dall’euro non è da escludere”.