BUND: quante volte ho sentito negli ultimi mesi inviti a sbarazzarsi dei bond a rendimento quasi zero, per investire su quelli ad alto rendimento?
Insomma, siamo di nuovo alle solite. Tutti gli anni sembrano preparare il “trappolone” per gli ingordi e il Bund se ne va ad esplorare nuovi massimi. Che i livelli dei tassi stiano già incorporando qualcosa? A proposito da ieri è partito un sondaggio. Votate in tanti mi raccomando!!!
Tornando al grafico di cui sopra, ad oggi possiamo constatare la rottura, ben confermata, di un doppio, massimo, che potrebbe proiettare il Bund, anche tra quota 148/150. L’unica certezza che abbiamo è che la permanenza al di sopra di 144,30 sta a significare una fase di pericolosa tensione per l’area Euro.
Il quadro degli oscillatori settimanali, ad esempio, non è proprio nella posizione ideale per credere in un pronto ridimensionamento del Bund tedesco. Qui sotto il grafico Macd settimanale.
Ma andiamo ad osservare altre variabili, che generalmente non sono proprio segno di salute per i mercati azionari.
In questo grafico possiamo constatare come l’Euro non stia tenendo l’area di supporto situata tra 1,29 e 1,2880, rappresentata dalla media a 200 gg. Già la delusione non è mancata alla rottura del canale rialzista che sembrava supportare il movimento sopra quota 1,32. Adesso il quadro tecnico sembra lentamente deteriorarsi, anche se situazioni di allarme sarebbero presenti solo sotto 1,265.
Questo per sottolineare che in questi giorni stiamo assistendo a pericolosi deflussi dall’area Euro, i quali sono più evidenti, se guardiamo ai cross EUR/AUD e EUR/NZD.
Del resto non è colpa mia o vostra, se in un paese targato EURO, vige al momento il blocco dei capitali. E’ chiaro, quindi, come molti investitori, di un certo peso internazionale stiano ricalibrando nuovamente il rischio.
Situazione più tranquilla (al momento) invece per l’oro. Il quadro tecnico ancora mostra una certa lentezza nel recuperare posizioni, anche se dobbiamo sottolineare la tenuta dei 1530/20 punti. Con molta probabilità le esigenze di cassa di qualche Stato o istituzione finanziaria hanno tenuto basso il prezzo. Questa è l’ipotesi più probabile. In questo caso segnali di allarme sono presenti alla rottura dei 1620 punti.
Inizia invece a dare segnali di una certa tensione il petrolio. In questo grafico potete vedere l’etf Wti, espresso in Euro. Che stiano affiorando segnali di inflazione? Ma i mercati addirittura sperano in un ulteriore calo dei tassi.
Certo è proprio vero che quando non sanno più come giustificare certi scenari, cominciano ad inventarsi di tutto.