Problemi di trading
Spesso i trader sono portati a sentirsi il maschio alfa. Il mercato è ormoni e adrenalina: un trade positivo è una scarica di energia. Un trade negativo è una mazzata all’autostima. Questo per i grandi come per i piccoli trader.
E’ per questo che quando si fanno dei trade bisognerebbe avere qualcuno che spassionatamente ce li valuti.
La valutazione di un esterno permette di spersonalizzare il trade, perchè è qualcuno che non l’ha fatto. Noi, vincente o perdente che sia, lo sentiamo nostro, è una cosa che vediamo come personale. Criticarlo è criticare la nostra persona e quindi non siamo oggettivi.
Inoltre un esterno può darci degli ottimi consigli perchè evita due grossi aspetti psicologici: la percezione selettiva e la dissonanza cognitiva.
La percezione selettiva è quell’aspetto psicologico per sui se siamo long, tendiamo a privilegiare le notizie long ovvero le notizie che “ci danno ragione” e a ignorare le altre. Viceversa per lo short. lo stesso per il flat.
La dissonanza cognitiva è quell’aspetto psicologico che ci porta allo sdoppiamento di personalità: se non siamo in posizione siamo un trader, appena entriamo in posizione siamo un’altra persona. Veniamo assaliti da dubbi, incertezze, diventiamo da capitano della nave, vela sbattuta dal vento e dalle notizie.
Ecco perchè il coaching è l’ultimo e più importante stadio di un trader. E’ come avere una coscienza molto seria e preparata che ci guida nel percorso di autocomprenderci.
Per ascoltarla ci vuole competenza, conoscenza, esperienza, disciplina e soprattutto umiltà.