MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

In questi giorni l’indice SP500 e il Dax hanno superato resistenze dinamiche di lunghissimo periodo, che ricordano per molti aspetti quanto avvenuto nei primi anni ’80 sull’indice Dow Jones.
Stesse similitudini si possono riscontrare nell’oro.
Tuttavia non sarebbe assolutamente corretto affermare pari correlazione tra il ciclo economico avvenuto a cavallo tra il ’70 e l”80 e quello di adesso, anche se le banche centrali ormai sembrano aver stravolto le leggi fondamentali della matematica.

Perchè mi focalizzo tanto nel confrontare questi due periodi?

La risposta è da ricercare soprattutto su quello che seguì dopo il 1983. Gli indici azionari, dopo un letargo durato oltre 10 anni, infatti, entrarono in una fase rialzista esponenziale che trovò arresto solo 4 anni dopo.

E’ importante considerare quindi, se ad oggi, alla luce di segnali grafici confortanti sul lungo periodo, esistono o meno le condizioni di allora.

Andiamo passo dopo passo a vedere

CONFRONTO TRA ORO E TASSO DI INFLAZIONE USA

E’ impressionante se confrontiamo il grafico dell’oro dal 1976 al 1984, con quello del tasso di inflazione. La correlazione è pressoché identica. In quegli anni il rialzo dell’oro fu determinato da un aumento costante del tasso di inflazione. Addirittura il picco dell’oro coincise esattamente con quello del tasso di inflazione.
Negli ultimi dieci anni invece, la correlazione è stata completamente diversa. I fattori che hanno spinto verso l’alto l’oro, non sembrano affatto riconducibili al tasso di inflazione, rimasto al di sotto del 4%. Addirittura, proprio nel periodo di quasi deflazione 2009/2012, i prezzi dell’oro hanno visto la massima espansione.

A mio parere, la correlazione, o meglio, la reattività a fronte del tasso di inflazione, rimarrà sempre elevata per l’oro, ma un altro fattore sembra stimolarne la dinamica. L’immissione di nuova moneta.

Guardiamo infatti i due grafici sotto, che esprimono l’andamento della moneta (o strumenti facilmente convertibili in moneta) nei differenti periodi in esame.
Come vedrete, nella prima fase il rialzo della moneta circolante ha avuto una dinamica costante, mentre nella seconda direi proprio che ha sconfitto la legge di gravità.

1976/1984
 2000/2013
Tanto per non confonderci nel primo periodo la moneta e/o simili è cresciuta dell’80%, in linea con l’inflazione. Nel secondo periodo invece abbiamo assistito ad una crescita del 500% in presenza di un inflazione che avrebbe dovuto giustificare un rialzo di appena il 30%.
Adesso avete qualche dubbio del perchè del boom dell’oro nel periodo 2008/2011? 
Dobbiamo credere forse ad un inversione del metallo giallo, quando ancora oggi assistiamo ad ulteriori accelerazioni della moneta?
O forse è lecito pensare che vi sia stata una qualche manipolazione di concerto, al fine di dare credibilità al sistema monetario?
Aspettando quindi l’inflazione galoppante, che non sarà certamente un fattore frenante per l’oro, passiamo adesso a confrontare gli stessi periodi per i mercati azionari. 

DUE PERIODI A CONFRONTO SUI MERCATI AZIONARI. STESSE PREMESSE?

Non provate un senso di vertigine?

Nel 1983, quando l’indice Dow Jones faceva capolino oltre la resistenza decennale dei 1000 punti, la situazione era completamente diversa.

Il debito pubblico era poco sotto il 40%, mentre la Reaganomic faceva i suoi primi passi. Già nel 1983 il tasso di crescita era dell’8%. Pertanto vi era una forte correlazione tra aumento del deficit e tasso di crescita.

Questa stessa correlazione tra deficit e crescita sembra chiaramente diminuita. Ad un aumento più che esponenziale del debito americano, non è seguita una crescita altrettanto forte. Questo per dire che una buona parte della spesa è andata a tappare i buchi derivanti dallo scoppio della bolla immobiliare e non a sostenere nuovi investimenti.

Ovviamente per una questione di tempo e spazio non sto a confrontare i due scenari in base all’occupazione, alla crescita salariale e alla dinamica degli investimenti, altrimenti questi due periodi avrebbero solo in comune un grafico sull’indice di borsa e niente più.

Forse le cose, borsisticamente parlando si ripeteranno completamente, ma ciò sarà grazie e casomai ad una perdita del valore monetario (inflazione) e non a causa di tassi di crescita simili a quelli visti in passato.

Con questo per oggi ho concluso e vi do appuntamento alla prossima.

Inserite i vostri commenti! Ci fa piacere sentire anche le vostre esperienze e posizioni in merito. Ogni spunto può essere utile per dare un’informazione migliore e più completa!


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Aforisma della settimana
“Lose your opinion, not your money!” (“Perdi le tue opinioni, non i tuoi soldi.”) Anonimo

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2 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Buongiorno Facchini<br /><br />la seguo da un po&#39;, premetto che non provengo dal campo economio finanaziario, ma ritengo utile ed interessante come affronta molti aspetti economici. In merito all&#39;articolo, e a quello che ha scritto poco tempo fa, denominato &quot;o Scoppia l&#39;oro o scoppia il pane&quot; la sua idea ora è che saranno destinati a salire entrambi (inflazione +

  2. Andrea Facchini ha detto:

    Quando feci l&#39;articolo di: o l&#39;oro scoppia o addio al pane era agosto 2011. Un bel profeta vero? Eravamo a 1800, mentre la moneta immessa era di 2/3 rispetto a quella di adesso. <br />Passati 2 anni l&#39;oro ha perduto tra 400 e 500 punti, mentre le banche centrali fanno a gare a immettere moneta per tenere le bolle con la pressione giusta. <br />Non credo, venendo alla sua domanda se ho

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
  • Massime dalla Finanza

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    "È meglio avere quasi ragione che completamente torto" W. Buffett

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