MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Il 20.05.2013 è un dividend date/day per il FTSEMIB, ovvero una data di rilievo per lo stacco dei dividendi visto che chi possiederà numose azioni del MIB lunedì vedrà staccare il dividendo.

Cosa è il dividendo?

E’ quella parte (solitamente) di utile distribuito agli azionisti per remunerare il rischio che si prendono nel possedere azioni dell’azienda. In linea di massima si parla più che di dividendo in assoluto (in euro, dollari o altro) di dividend yield, ovvero di rendimento da dividendo, che è la % di ritorno sul prezzo attuale dell’azione che corrisponde la società al lordo (previa tassazione). Questo permette di confrontare due azioni: dire che l’azione A ha dividendo 10 euro e che la B ha dividendo 3 euro dà una comparazione non precisa, dire che A ha dividend yield del 2% e la seconda del 5% cambia completamente le cose. Il dividendo può esserci oppure no, essere generoso o scarso, in crescita o decrescita.

Un altro parametro interessante associato al dividendo è il payout ratio: ovvero il rapporto tra utili distribuiti con il dividendo e utili conseguiti. (nota bene: il payout ratio può essere negativo se il dividendo che è sempre positivo viene diviso per un risultato negativo, ma ha poco senso, se non nell’ottica di sapere che l’azienda ha avuto un loss e non un utile e che quindi sta erodendo il proprio cash per pagare il dividendo).

Facciamo un esempio relativo al payout positivo:
L’azienza A vale 100 euro e stacca il dividendo di 1 euro. L’utile del 2012 è stato 5 euro per azione. Quindi l’azienda paga un dividendo del 1% con un payout ratio del 20%. L’azionista riceve 0,8 euro (in Italia i dividendi sono tassati del 20%) dopo le tasse. E’ un bel segnale?
Dipende.

L’aumento o la diminuzione del dividendo, decisi in assemblea dei soci, sono momenti importanti perchè possono guidare il prezzo di un’azione e non sempre il risultato è univoco.



 


Un’aumento di dividendo può essere un segnale di strong buy visto che il business è solido e remunerativo e quindi segnale di buona salute, può essere uno strong sell se il business è in difficoltà perchè vuol dire che il management non ha idee e non usa i capitali a disposizione per rilanciare il business, oppure un segnale dubbio quando il business è in difficoltà e viene usato come catalizzatore per gli investitori.

Stessa cosa per la riduzione. A volte riduzioni del dividendo portano a balzi positivi delle azioni e vengono visti dagli analisti come momenti in cui il management vuole migliorare il business e vuole investire.

Il messaggio dato dal dividendo varia anche in base al settore:  ad esempio nelle utilities il dividendo è fondamentale e grossa parte dell’utile viene ridistribuito (es. TELECOM) mentre ad esempio nei tecnologici non è fondamentale perchè il valore intrinseso dell’azienda può variare moltissimo a livello di capital gain grazie a nuovi settori, innovazione o simile (es. APPLE).

La data di acquisizione/stacco del dividendo (ex-dividend) è la data in cui chi possiede l’azione ha diritto a ricevere il dividendo. La data di erogazione è la data in cui viene pagato. Le due date solitamente differiscono di pochi giorni in Europa, ma possono essere divise anche da settimane per le aziende Americane.

In Europa, o meglio per le azioni “gestite” all’europea, solitamente le date di stacco del dividendo sono 2: un acconto negli ultimi mesi dell’anno e un completamento tra Maggio e Giugno. Le aziende italiane operano così. Un’azienda europea invece che “opera” all’americana è Total.

In USA, i dividendi durante l’anno sono 4 e non 2, un dividendo in corrispondenza di ogni quarter deciso a risultati del quarter acquisiti. Questo permette di avere un flusso periodico di dividendo che molti trovano interessante perchè distribuito sull’anno.

Ma torniamo all’Italia. Ecco chi staccherà la cedola lunedì:

Titolo Importo del dividendo
Acea 0,09 ( già pagato un acconto di 0,21 )
Ansalso 0,18
Ascopiave 0,11
Atlantia 0,391 ( già pagato acconto di 0,355 )
Azimut 0,55
Bca Finnat 0,01
Bca Generali 0,9
Bolzoni 0,05
Bonifiche Ferraresi 0,04
Brunello Cucinelli 0,08
Buzzi 0,05
Campari 0,07
Cattolica Ass. 0,8
Cembre 0,16
Cementir 0,04
Credem 0,12
Diasorin 0,5
El en 0,5
Ei Towers 0,42
Eni 0,54 (acconto di 0,54 )
Erg 0,4
Ferragamo 0,33
Generali 0,2
Geox 0,06
Igd 0,07
Impregilo 1,49
Impregilo risparmio 1,594
Indesit 0,2
Indesit risparmio 0,218
Intesa – San Paolo 0,05
Italcementi 0,06
Italcementi risparmio 0,06
Lottomatica 0,73
Luxottica 0,58
Mediolanum 0,18 (acconto di 0,10)
Parmalat 0,039
Piaggio 0,092
Pirelli 0,32
Pirelli risparmio 0,39
Ratti 0,1
Sabaf 0,35
Saipem 0,68
Saipem risparmio cv 0,71
Sat 0,19
Snam 0,15 (acconto di 0,10 )
Sol 0,1
Tenaris 0,30 in dollari americani ( acconto di 0,13 )
Tesmec 0,035
Txt Solutions 0,4
Tod’s 2,7
Ubi Banca 0,05
Unicredit 0,09
Vianini Lavoro 0,1
Vianini Industria 0,02
Vittoria Assicurazioni 0,17

Per il trader il dividendo conta poco, visto che solitamente punta al capitale gain, ma deve tener presente la data di stacco per due motivi:
1. lo stacco del dividendo fa calare il prezzo dell’azione del suo valore, quindi la variazione deve essere interpretata come tale e non come gap down o simili
2. potrebbero entrare uno stop loss in caso di corposi dividendi

Per il cassettista il dividendo è un po’ la cedola dei bond, anche se ricordiamo che è ben diversa perchè la cedola sul bond è un interesse sul capitale, mentre il dividendo è uno scorporo di capitale dal valore dell’azione. Dopo la cedola, nel bond il mio capitale è:
capitale + cedola > capitaleprimadellacedola. 
Dopo il dividendo, il mio capitale è:
valore azione + dividendo = valoreazioneprimadividendo.

Un sito che trovo molto interessante per l’analisi dei dividendi è TopYields.
Qui puoi trovare (ragionevolmente aggiornato) le azioni a miglior dividendo di ogni mercato (da noi ad esempio SNAM, TERNA, ENI etc etc).

Inoltre consiglio di guardare la sezione Dividend Aristocrats che contiene l’elenco delle azioni mondiali che da 25 anni anno su anno hanno migliorato il dividendo (anche se la maggior parte sono USA). Questo non è garanzia di successo, ma sicuramente può essere un altro piccolo strumento da tenere nella cassetta degli attrezzi da trader, quando si sceglie un’azione si cui puntare.

Veniamo ora alle domande da valutare.

Chi sceglie un’azienda in base al dividendo?

Come detto solitamente gli investitori di lungo periodo, per i quali il capital gain non è elemento fondamentale e quindi vogliono un flusso di entrata simil-cedolare dal possedere un’azione.

Come scelgo un’azienda in base al dividendo?

La risposta classica è: scelgo l’azienda con il dividendo maggiore. Risposta non completa.
Se sto scegliendo un’azienda per il dividendo la sto scegliendo per tenerla per lungo tempo, quindi:

1. scelgo tra le aziende a maggiore dividendo
2. scelgo prima di tutto un’azienda solida e dal business consolidato
(un tecnologico potrebbe avere un ottimo dividendo, ma tra 5 anni non esistere più, mentre un utilities come ad esempio SNAM o TERNA è difficile che tra 5 anni veda sparire i suoi condotti per il gas o infrastruttura elettrica)
3. scelgo tra le aziende con dividendo maggiore quella che ha una storia di dividendo più lunga
4. scelgo tra le aziende con dividendo maggiore quella che ha una storia di dividendo più stabile
5. scelgo tra le aziende con dividendo maggiore quella che ha una storia di dividendo possibilmente in crescita
6. scelgo un’azienda nella quale il dividendo è uno dei target e non un corollario (es. utilities)


Nel grafico si porta ad esempio il dividen history di SNAM

Questi sono alcuni driver importanti nella scelta dell’azione per il dividendo.

E’ utile vendere prima del dividendo?

Qui ci sono diverse filosofie. L’investore cassettista non ha senso che venda prima del dividendo, perchè il suo obiettivo è proprio il dividendo e il lungo termine. Il trader potrebbe fare due cose:

1. vendere prima del dividendo perchè si ritiene che l’azione nei giorni prima salga visto che fa “gola” il dividendo e quindi rientrare se l’azione mantiene la forza rialzista dopo lo stacco
2. tenere l’azione e aspettare che il dividendo venga riassorbito, visto che se l’azione A vale 5 alla data di stacco e poi va a 4 con dividendo 1, si ipotizza ritorni a 5 se il mercato la prezzava 5

Sono comunque cose molto difficili da decidere a priori, perchè ogni azione ha la sua storia.

Certo nel percorso di “rent seeking” che è in corso, le azioni ad alto dividendo sono molto interessanti perchè danno delle buone cedole al di là del capital loss o gain.

Un’ultima curiosità prima di chiudere il post: l’investimento per dividendo è una strategia molto usata in Italia e nel mondo, tanto è vero che negli USA una sua specializzazione e’ stata formalizzata con il nome di “Dogs of the Dow” da O’ Higgins nel 1991. La strategia è semplice: ogni anno si investe sulle 10 azioni che danno il maggior dividendo del Dow e si cambiano quindi ogni anno tipicamente 2-5 azioni sempre prendendo le 10 con maggior dividendo.

Di questo gruppo di 10 fanno parte blue chip ad elevata capitalizzazione e con business pluriennali consolidati e globalizzati, quindi la teoria di Higgins prevede che il dividendo rimanga costante al di là del mercato e sia più espressione del vero valore aziendale che non degli altri e bassi del mercato, oltre al fatto che queste aziende siano più stabili.

La lista dei “Dogs of the Dow” viene stilata quotidianamente e la potete trovare qui.
Viene anche usata come strategia pura di stock picking a lungo termine.

Augurandomi che l’articolo ti sia interessato e abbia aggiunto qualche piccolo elemento alla tua cassetta dei “trader” attrezzi, ti saluto e ti auguro buon weekend!

Inserite i vostri commenti! Ci fa piacere sentire anche le vostre esperienze e posizioni in merito. Ogni spunto può essere utile per dare un’informazione migliore e più completa!

Aforisma della settimana
“Non cercare di centrare i massimi e i minimi, solo i bugiardi ci riescono.” Victor Sperandeo

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