MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Ci sono dei ragionamenti che sono chiari, non servono interpretazioni. E quando a farli sono due premi nobel, risulta anche evidentente il perchè i ragionamenti sono chiari.


Il maggior reddito disponibile per le classi più agiate, secondo Stiglitz, non provocherebbe un aumento degli investimenti come ci si dovrebbe aspettare secondo le teorie liberiste piuttosto in voga negli ultimi decenni: anzi, il maggior reddito disponibile produrrebbe una ricerca sempre più pressante di una rendita (solitamente finanziaria) che non ha troppi risvolti positivi per l’economia.

L’osservazione di Stiglitz non è tuttavia così nuova, e sembra una rivisitazione delle cosiddette leggi di Engel, dal nome dell’economista tedesco del diciannovesimo secolo che per primo le enunciò: Ernst Engel affermava che la proporzione del reddito speso per l’alimentazione diminuisce all’aumentare del reddito.

Più in generale un aumento del reddito comporta una diminuzione della percentuale di denaro destinata al consumo di beni normali, mentre invece aumenta la propensione a consumare beni superiori o di lusso oppure a destinare una maggior quota del proprio reddito a risparmio.

Stiglitz, dunque, approfondisce questa ben nota osservazione, suggerendo che a guidare un’economia in crescita sono soprattutto i consumi della classe media, i quali destinano una maggiore quota del proprio reddito a tale scopo. Per Stiglitz (e non solo) i problemi delle economie avanzate hanno alla propria base la debolezza della domanda aggregata e che, di conseguenza, è necessario colpire chi non investe e chi non consuma, ovvero i ricchi che cercano la rendita.

Non basta, infatti, tassare i ricchi per far ripartire la crescita: Stiglitz già da tempo suggerisce una maggiore tassazione dei ricchi improduttivi, in modo da punire la ricerca di rendite e favorire gli investimenti produttivi destinando ad essi il maggior gettito fiscale. Fra questi investimenti produttivi, ovviamente, devono esserci anche quelli pubblici, non certo in forma di carrozzoni clientelari o cattedrali nel deserto, bensì quelli in capitale umano, ovvero nell’istruzione.

Stiglitz non è solo nell’assunto che troppe poche tasse ai ricchi aumentino la disuguaglianza, destinando sempre più ricchezza a sempre meno persone: solo pochi giorni fa sul suo blog sul New York Times un altro premio Nobel, Paul Krugman, mostrava che l’abbassamento delle aliquote fiscali nel corso dei decenni ha fatto esplodere la ricchezza dei più ricchi fra i ricchi, che quindi si sarebbero appropriati della maggior parte della crescita degli ultimi decenni.

Scrive Krugman che «il modo migliore di pensare a cosa sia l’ottimalità è pensare a ciò che è meglio per il 99 per cento giacché il rimanente un per cento starà bene comunque. Non si tratta di invidia o di punire i ricchi, ma nient’altro che riconoscere un trade off: se decidiamo di tassare i ricchi meno di quanto possiamo danneggiando l’economia, saremo costretti ad alzare le tasse agli altri oppure a servire loro meno servizi».

Dar torto ai due premi Nobel, dopo che un decennio e più di tagli fiscali dell’era Bush hanno prodotto crisi economiche e messo a dura prova i bilanci pubblici, sembra difficile. Ma si può confidare che gli acritici supporter (anche europei) delle fallimentari teorie che hanno guidato la Storia negli ultimi decenni ci proveranno comunque.

Inserite i vostri commenti! Ci fa piacere sentire anche le vostre esperienze e posizioni in merito. Ogni spunto può essere utile per dare un’informazione migliore e più completa!




Aforisma della settimana
“Per operare proficuamente in Borsa non è necessario che l’investitore sappia prevedere il futuro. Quello che gli è richiesto è di saper valutare correttamente la situazione corrente secondo buon senso.” MC Pix

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7 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Si potrebbe anche condividere l&#39;analisi e le proposte dei 2 Nobel ma anche loro non mettono in conto una cosa che per me è fondamentale.<br />Ovvero, la limitatezza delle risorse. Se pilotiamo la ricchezza nella direzione degli investimenti e consumi si ragiona come se le risorse fossero infinite. <br />E da 2 Nobel mi sarei aspettato una analisi anche in questo senso.<br />A meno che le

  2. Anonymous ha detto:

    Non è che per caso i due Nobel siano arrivati fuori tempo massimo? Mi spiego, c&#39;è attualmente in atto una crisi che vede proprio nel modello di sviluppo di tipo consumistico il suo baricentro, quindi a che serve indirizzare la ricchezza verso la produzione. Dare soldi alle genti perchè acquistino beni che fanno arriccchire i ricchi era la più benevola delle soluzioni per chi ricco non lo era.

    • Antonio Nieddu ha detto:

      eh .. magari saranno anche fuori tempo massimo, ma la colpa non è loro. Le scelte poi alla fine le prendono i politici, che seguono delle strade completamente diverse. Basti pensare a cosa è successo della progressività dell&#39;IRPEF dal momento della sua nascita. Prima era un&#39;imposta fortemente (e giustamente) progressiva, poi si è appiattita (probabilmente anche in coincidenza di una

    • Antonio Nieddu ha detto:

      Il problema del fuori tempo massimo non è il loro ma dei politici. Basti osservare l&#39;andamento (appiattimento) della progressività della nostra IRPEF rispetto al momento in cui è stata istituita. Da imposta fortemente (e giustamente) progressiva, è diventata un&#39;imposta progressiva solo per i redditi medio/bassi, mentre per gli altri (alti e altissimi) è un&#39;imposta quasi proporzionale.

    • Anonymous ha detto:

      Concordo pienamente. Per salvarsi (ma è tardi se è vero che gli effetti climatici odierni sono dovuti all&#39;inquinamente dei 20 anni precedenti,quindi mancano quelli di India-Cina e Brasile)si devono assolutamente finanziare i migliori cervelli del pianeta per trovare le soluzioni praticabili da subito. Ma applicarle, non fare riunioni!!!!! Ma io non ci credo, perchè ho letto e riletto i libri

    • Andrea T. ha detto:

      Io credo che la diffusa mediocrità possa essere battuta da poca eccellenza. Basta che all&#39;eccellenza sia dato spazio per emergere. E per emergere solitamente la condizione necessaria e sufficiente è che si tocchi il fondo.<br /><br />Andrea

    • Anonymous ha detto:

      ….appunto. E&#39; nella natura umana che i veri cambiamenti sono sempre avvenuti dopo tragedie. Causate dall&#39;uomo o dalla natura stessa. Ma la mia paura, facendo una semplice proporzione, è che la prossima sia sempre più forte della precedente. Se ci pensate e guardate indietro è sempre stato così. Allora è bene prepararci al futuro che di certo ci riserverà qualche bella sorpresa.<br />

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
  • Massime dalla Finanza

    "Regola n° 1: non perdere mai denaro. Regola n°2: non dimenticare mai la regola n°1" W. Buffett

    "È meglio avere quasi ragione che completamente torto" W. Buffett

    Non è importante che tu abbia ragione o torto, ma quanti soldi si fanno quando hai ragione e quanto si perde quando si ha torto. G. Soros

    Il nemico principale dell'investitore è probabile che sia se stesso. B. Graham
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