Si continua a parlare di tasse: IMU, TARES, IRPEF, Service Tax etc etc
A parte numerose digressioni che si possono fare riguardo alle necessità o meno di aggiungere nuove tasse ad un sistema che è già tassato oltre misura, è evidente come uno dei concetti più importanti che mancano in buona parte delle tasse italiane sia la progressività.
Vediamo la definizione: (da wikipedia)
La progressività è la caratteristica di un’imposta la cui aliquota aumenta all’aumentare dell’imponibile. L’imposta da pagare aumenta quindi più che proporzionalmente rispetto all’aumento dell’imponibile.
Inoltre ricordiamo che la progressività è sancita per costituzione:
La progressività è una caratteristica dell’ordinamento tributario italiano; l’art. 53 della Costituzione dispone in tal senso: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
La progressività all’interno del sistema tributario è fondamentale perché permette, in parole semplici, di far pagare di più a chi di più ha e di far pagare di meno a chi ha poco.
Esistono poi tasse denominate proporzionali la cui aliquota rimane costante indipendentemente dall’imponibile ed esistono invece tasse che sono regressive ovvero il cui prelievo è inversamente proporzionale all’imponibile.
Le tasse progressive, proporzionali e regressive sono di tipo variabili (l’esborso è una funzione dell’aliquota e dell’imponibile). Esistono poi le tasse fisse il cui ammontare è costante indipendentemente dall’imponibile. Per fare degli esempi, l’irpef è una tassa progressiva a scaglioni, il bollo della macchina è una tassa fissa e l’IVA è una tassa proporzionale.
La progressività è un concetto socialmente molto nobile, perchè mira alla redistribuzione della ricchezza all’interno dello stato e a far contribuire chi può al benessere complessivo della comunità.
In Italia non esistono più tasse regressive (teoricamente), ma chiaramente una tassa proporzionale o fissa ha una natura di fondo regressiva perché colpisce di più chi ha meno ricchezza percentualmente.
Quindi è auspicabile che le tasse siano sempre progressive, in modo da permettere a tutti di contribuire proporzionalmente alla propria condizione sociale. Inoltre solitamente la tassa progressiva dovrebbe essere associata a una no tax area, in modo che chi è veramente povero non venga tassato.
In Italia ovviamente siamo i migliori e troviamo sempre un modo di far finta di non aver capito i concetti: un esempio classico è l’imposta di bollo introdotta a dicembre 2011 dello 0,1% per il 2012 e del 0,15% nel 2013, la quale ha una notax area sotto i 5000 euro , poi un minimo di 34 euro, poi una tassazione dello 0,1% con un tetto di 1200 euro. Come al solito noi italiani riusciamo a sbizzarrirci in modo da complicare le cose, rendendole fintamente progressive e “infattamente” regressive.
Ma vediamo la differenza matematica.
Ecco una tassa progressiva:
Quindi abbiamo una notax area fino a 4 e poi l’aliquota cresce linearmente al crescere dell’imponile (con eventuale tetto percentuale). I numeri dell’imponibile sono solo indicativi.
Vediamo l’imposta di bollo (i numeri rimangono indicativi, solo per capire il concetto).
Le zone sono:
* zona A: no tax area, quindi fino a 5.000 euro bollo=0
* zona B: picco: chi ha 5001 euro spende 34 euro, ovvero il 0,679 % (contro lo 0,15% della zona C e l’irrisorio della zona D). Nel 2012 a 34.000 euro finisce la zona B (perchè qui 34 euro = 0,1%). Nel 2013 a 22.665 euro finisce la zona B (dove 34 euro = 0,15%). Quindi chi ha 5001 euro è il più tassato d’Italia per quanto riguarda questo bollo, percentualmente ovviamente. Progressivissimo un corno…
* zona C: qui si spende 0,15% fisso (nel 2012 da 34.000 a 1.200.000, nel 2013 da 22.665 a 800.000 euro)
* zona D: qui dove si risparmia. Se ho 1.200.000 euro (nel 2012) spendo di bollo 1.200 euro, ovvero 0,1%, se ho 10.000.000 di euro spendo 1.200 euro, ovvero lo 0,012 %, ovvero 60 volte meno dello 0,679 % di chi ha 5001 euro.
Di tasse potremmo poi analizzarle altre, ma questa secondo me è indicativa della situazione.
Quindi riassumendo (il concetto non è complesso)
una tassa progressiva è una tassa fatta da
* no tax area
* tassazione percentuale tipicamente progressiva (crescita lineare solitamente)
* eventuale tetto ribadisco percentuale (non in euro che porta regressività!)
Per semplificare ancora:
Cari politici, il concetto è semplice e chiaro: riusciamo ad applicarlo a IMU, TARES e/o Service Tax se proprio dobbiamo metterle?
Soprattutto sull’IMU l’occasione sembra ghiotta visto che Fassina e Saccomanni sembrano aver recepito e l’IMU sulla prima casa vogliono farla pagare SOLO ai ricchi … (Fassina cita spesso l’esempio della prima casa di 400 metri quadri in centro a Roma … se uno ce l’ha può anche pagare l’IMU no?) …
Ma il buon Brunetta dice NO: nessuno deve pagarla (da grande statista quale è) …
Vediamo che succede, in fondo mancano poche decine di ore alla conclusione di questa vicenda … sempre che non venga rinviata nuovamente …
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Aforisma della settimana
Il vero successo e’ sempre l’ultimo di una serie di tentativi falliti per realizzarlo. Stefano Calamita
……….prepariamoci alla TARI e alla TASI (nomi provvisori hanno detto)che in mano ai comuni (sarà vero?)faranno miracoli e anche le doppie capriole per far quadrare i conti sempre più miseri.<br />E hanno anche il coraggio di farci credere ad un calo rispetto all'IMU, quando anno dopo anno continuano a tagliare i trasferimenti agli enti locali. Quello che sarà matematicamente sicuro nei