Siria e tapering sono i due argomenti che più stanno condizionando i movimenti dei mercati, mentre sul fronte interno non possiamo altro che alzare le mani e arrenderci difronte alle manovre da campagna elettorale. Gli investitori internazionali ci vogliono proprio davvero bene, visto che questa banda di gnomi meriterebbe di essere spazzata via dal Dio Spread. Si continua a ritenere l’argomento lavoro come secondario pensando al problema della prima casa e in particolare della seconda, sacrificando le deduzioni alle imprese, onde evitare ripercussioni negative nei consensi. Ammirevoli veramente tutti quelli che negli ultimi mesi sono emigrati in altri paesi, dove il lavoro viene considerato ancora il bene primario dell’individuo.
Tornando alle vicende internazionali, l’argomento Siria è quello che la sta facendo da padrone, visto che un attacco sembrava imminente, fino a quando il Ponzio Pilato del terzo millennio ha deciso di scaricare una decisione che spetterebbe esclusivamente al Presidente degli Stati Uniti.
Pertanto, fino al 15 di settembre i mercati vivranno nell’indecisione se vi sarà o meno un intervento militare, mentre la Siria potrà continuare a fare i suoi porci comodi, magari facendo il pugno ancora più forte, qualora il Congresso votasse contro un’azione punitiva.
La questione tapering invece, sembra tenere ancora più in apprensione i mercati. I dati che stanno uscendo negli Stati Uniti sono piuttosto contrastanti, se guardiamo ai beni durevoli e all’aumento anemico dei redditi personali, mentre sorprende la crescita del Pil andato al di là di ogni più rosea aspettativa. Questo dovrebbe già di per sé rappresentare un elemento utile a favorire un rallentamento degli acquisti della Fed.
Tuttavia le maggiori attese sono concentrate per il prossimo venerdì, quando uscirà il tasso di disoccupazione che dovrebbe attestarsi al 7,4.
La realtà tuttavia è che la Fed sarà costretta a starsene a cuccia, ostaggio dei potenti che veramente comandano. Pertanto salvo qualche borbottio tanto da far prendere un pò di spavento ai più intraprendenti, la tipografia di Bernanke continuerà a rimanere in funzione, almeno fino a che il comitato non vedrà un numero maggiore di falchi e cioè a partire dal 2014.
Altri due argomenti che non devono essere trascurati sono:
Elezioni tedesche e decisione della CC tedesca in merito alla legittimità dell’operazione Omt di Draghi, ancora non richiesta da nessuno, vista la perdita di sovranità che comporterebbe nel momento della sua attuazione.
Molta attenzione infatti, sarà rivolta alla composizione del nuovo parlamento che vedrà in ogni caso una coalizione capeggiata dalla solita Angela Merkel. Qualora le forze anti Euro superassero la soglia del 5% lascio a voi pensare quale potrebbe essere l’atteggiamento del nuovo governo, al fine di non perdere ulteriori consensi nel futuro.
Formazione di una pericolosa “long-black” settimanale per l’indice Dax, che provoca la rottura dell’importante linea di lungo periodo posta a 8160. Anche la media a 21 settimane viene perforata marginalmente, mentre come potete vedere nel grafico sotto il Macd settimanale ha iniziato a ripiegare verso il basso.
Tuttavia su questo tema ho potuto osservare in questi giorni come vi sia una domanda di oro fisico piuttosto elevata, alla luce delle tensioni affiorate in alcuni paesi emergenti come India, Indonesia e Brasile. A questo si va ad aggiungersi lo sciopero dei minatori sudafricani, che potrebbe estendersi a macchia d’olio, provocando uno squilibrio ulteriore tra domanda e offerta.
A proposito di mercati emergenti, solo sul finire di questa settimana abbiamo assistito a qualche reazione, la quale sembra avere natura esclusivamente tecnica, dopo i forti cali subiti da molte sedute.
Alla prossima
Aforisma della settimana
Non provare mai a vendere al massimo. Non è intelligente. Vendi dopo un moderato ribasso se non c’è stata una risalita. Jesse Livermore