MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Diverse misure della massa monetaria sono aumentate drammaticamente negli ultimi cinque anni, da quando la FED ha iniziato il QE1 nel novembre del 2008. In particolare se si guarda al tasso di crescita di queste quantità monetarie, si può vedere come somigli a quello della metà degli anni 70.

Ecco cos’è successo alla M1:
e di seguito come è variata la M1 su base annua:
L’M1 avuto il suo picco di crescita dalla grande recessione nell’ottobre del 2012, in cui stava crescendo a un livello spaventoso del 22,5% su base annua. 
Ecco cosa è successo all’M2:
e la sua variazione:
Mentre la crescita dell’M2 non è stata così drammatica come quella dell’M1, c’è però da dire che è cresciuta comunque a un tasso elevato per un periodo di circa nove mesi: dall’agosto 2011 al giugno 2012 ha avuto un tasso di crescita su base annua del 10%. Dopo questo periodo si è attestata sul livello medio del 6,7%, sempre su base annua.
Ora, perché dovremmo preoccuparci per tutto questo?
In questo momento, la velocità del denaro è molto bassa. Questo significa che tutto il denaro che viene stampato non viene contemporaneamente speso e rimesso in circolo come dovrebbe essere normalmente.
Come dicevamo, l’M2 viene spesa a livelli storicamente molto bassi, tant’è vero che bisogna andare alla fine degli anni 50 per trovare livelli paragonabili.
Cosa succederà quindi quando i consumatori decideranno di iniziare a spendere tutta la liquidità immessa nel sistema, stampata da Bernanke e dalla sua allegra banda di banchieri?
Quando e se i consumatori decideranno di fare questo, tutti quei dollari saranno a caccia di un numero finito di beni e servizi, e spingeranno quindi l’inflazione (CPI) dal suo valore piuttosto contenuto a livelli che non sono prevedibili:
Un recente documento del dottor Steve Cunningham, Chief Economist presso l’American Insitute of  Economic Research suggerisce che l’economia sta iniziando a mostrare i primi segnali di preparazione ad una possibile ondata inflattiva.
Egli segnala alcuni fattori chiave del settore privato che sono indicatori di quanto detto:
1. l’aumento del grado di utilizzo della capacità complessiva. come mostrato dal grafico successivo la capacità complessiva è arrivata al 77.8%. La storia ci insegna che quando questo valore supera l’80%, la pressione inflazionaria comincia a colpire l’economia.
2. l’aumento dell’indice dei prezzi la produzione (PPI). Come mostrato nel grafico successivo, il PPI è ormai molto vicino al suo livello più alto dalla fine della grande recessione ed intorno a livello visto nel 2009 prima del grande crollo:
Infatti il PPI e’ aumentato da un minimo di 168 nel marzo 2009 fino ad arrivare 204,3 ad oggi. Nell’agosto 2013 il PPI per i prodotti finiti, è aumentato a un tasso analizzato del 3,7%.
Fortunatamente da contraltare ha fatto la spesa dei consumatori che dopo essere stata in discesa per quasi un anno, sembra essersi stabilizzata o leggermente aumentata nel corso del secondo trimestre del 2013:
Quindi l’aumento dei prezzi dei prodotti finiti è stato controbilanciato da una richiesta maggiore dei consumatori. questo sebbene, come mostrato nel grafico successivo, la fiducia dei consumatori non si è ancora ai livelli del 2007. Questo vuol dire che i consumatori possono spendere molto di più e possono riversare molti più soldi nell’economia, in prospettiva.
Come gli economisti sottolineano, perché l’inflazione si manifesti ci vogliono sia la domanda che il denaro. Il denaro è stato creato mediante l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali. In particolare, la Fed, ha fatto crescere alla base monetaria a un tasso annuo composto del 36,3% rispetto all’anno scorso. Le banche sono in possesso del 3500% dei loro obblighi di riserva, piuttosto che dell’1% o del 2% che normalmente tengono. Questo dimostra che vi è un’enorme accumulo di potenziale sia di prestiti che della circolazione del denaro. Se il denaro dovesse iniziare circolare questo ne aumenterebbe la velocità, uno dei parametri fondamentali per generare inflazione. Quindi un aumento di velocità potrebbe accadere molto velocemente e improvvisamente. Perché avvenga manca solo una cosa: la domanda dei consumatori. Se la fiducia dei consumatori dovesse aumentare e quindi di conseguenza aumentare il loro desiderio di consumare e spendere, allora si potrebbe innescare il meccanismo. Il tutto in considerazione del fatto che i consumatori potrebbero chiedere prestiti alle banche e le banche potrebbero darli a tassi agevolati visto che hanno riserve enormi da impiegare.
A questo punto il cerchio sarebbe chiuso e l’inflazione potrebbe partire.

da viableopposition.blogspot.it traduzione di borsadocchiaperti

Aforisma della settimana
“All through time, people have basically acted and reacted the same way in the market as a result of: greed, fear, ignorance, and hope. That is why the numerical formations and patterns recur on a constant basis.” J. Livermore

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