MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Nella scorsa settimana abbiamo visto una correzione degna di nota sui mercati azionari, in quanto a piccoli passi aumenta la consapevolezza che non viviamo nel mondo delle fate, bensì nel bel mezzo di una recessione, i cui problemi strutturali si sono formati negli ultimi venti anni di storia economica. Globalizzazione, credito facile, bolle finanziarie e bolle immobiliari sono alcune delle cause che hanno portato a questa situazione. Risvegliarsi nella realtà delle cose, dopo aver sognato per sei o sette mesi di poter risolvere tutto con una bacchetta magica, potrebbe portare ad atteggiamenti del mercato molto pericolosi. Con la chiusura di venerdì molte borse hanno perforato supporti importanti, mentre altre si sono avvicinate al loro punto di rottura con volumi elevati. Estremamente pericoloso avventurarsi in previsioni per i prossimi giorni, tuttavia cercherò di fare del mio meglio: come sempre. Prima però è necessario fare un punto sulla situazione in corso. Partiamo dal lontano inzio 2009: il post fallimento Lehman ha senza dubbio dato agli investitori grandi opportunità, per approfittare di una debacle superiore ad ogni logica previsionale. Molti mercati, in particolare quelli azionari e delle corporate avevano raggiunto livelli incomprimibili nel breve e medio termine, a confronto con quello che offrivano prodotti più sicuri, quali bond o liquidità di breve. La politica di zero tassi attuata dalle banche centrali, ha così spinto la liquidità in favore di investimenti alternativi. Il processo di canalizzazione verso l’equity, per essere spiegato dettagliatamente avrebbe bisogno di un libro. In parole povere, le banche, ottenuto dai governi le sovvenzioni richieste, hanno continuato a fare terrorismo psicologico sul mercato accumulando grosse posizioni tra gennaio e marzo, per farsi trovare ben piene di titoli tra giugno e luglio. La necessità di distribuire le posizioni accumulate a partire dal mese di agosto, si sposa perfettamente con il continuo martellamento mediatico degli up-grade sulle società, fino ad arrivare addirittura alla più grossa canagliata di Morgan Stanley di alzare il target su Fiat ad un prezzo massimo di oltre 30 euro, contro i 2,5 previsti nel mese di gennaio. Eppoi dovremmo rattristarci alla notizia di fallimento di grosse banche? Fatta questa premessa voglio sottolineare che il sottoscritto non si è fatto trovare impreparato tra il mese di febbraio e marzo, in quanto non è nella mia natura essere catastrofista, con profetizzazioni del tipo: “l’uomo deve cambiare modo di essere, di pensare e di agire al fine di evitare l’autodistruzione”. Statene pur certi che l’uomo non cambierà mai nei suoi istinti di avidità, stupidità e collerà, ma potrà solo riuscire a controllarli là dove sarà possibile. “Ma a qual fine questo mondo è stato dunque formato?” ripiglia Candido. “Per farci arrabbiare” risponde Martino. “Credete voi – dice Candido – che gli uomini si siano sempre, vicendevolmente straziati, come lo fanno al presente? Ch’essi siano sempre stati bugiardi, furbi, perfidi, ingrati, assassini, pieni di debolezze, ladri, vili, invidiosi, ingordi, ubriaconi, avari, ambiziosi, sanguinari, calunniatori, discoli, fanatici, ipocriti e pazzi?”. “Credete voi – dice Martino – che gli sparvieri abbiano sempre mangiato degli uccelli quando ne han trovati?”. “Sì, senza dubbio” dice Candido. “Ebbene – soggiunge Martino – se gli sparvieri han sempre avuto il medesimo carattere, perché volete voi che gli uomini abbiano cambiato il loro?” Voltaire. Per questo mi fanno ridere, coloro che facendo i catastrofisti all’infinito, si compiacciono al manifestarsi di tragedie ambientali o economiche che siano, rafforzando e incitando nuovamente l’idea che l’uomo deve cambiare e che la verità sta solo da una parte, la loro. Chi la pensava così pare che in passato abbia fatto una brutta fine. Borsisticamente questa brutta fine l’hanno già fatta, perchè sono bastati sei mesi di prediche controcorrente per provorare un autosputtanamento incommensurabile. Personalmente sono dell’avviso che il mercato e l’economia stessa, abbiano bisogno di una lettura non solo oggettiva e con questo non mi riferisco all’interpretazione dei grafici, ma anche soggettiva nella quale si contemplano tematiche, quali la psicologia e capacità di reazione dell’indole umana (l’uomo cerca la felicità come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste. Sempre Voltaire), composta di tutte le parti essenziali buone o cattive che siano. Questa voglia di reagire, di ricercare la felicità “economica”, accompagnata da elementi come l’avidità e la stupidità, ha fatto sì che dal mese di agosto in poi il mercato azionario abbia iniziato a gonfiarsi, dimenticando totalmente quali fossero state le origini che avevano portato alla più grande crisi finanziaria della storia. Basta confrontare, ad esempio, lo spread tra Bond tripla A e corporate di adesso con quello di otto mesi fa, per capire come gli investitori abbiano totalmente dimenticato il concetto di rischio. https://www.moneyriskanalysis.com/blog/2009/09/26/alta-propensione-al-rischio/ . Quello che ci aspetta nei prossimi mesi, in particolare per i mercati ormai “troppo maturi” come Usa ed Europa, non saranno certamente rose e fiori, ma riguardo al mio atteggiamento non sarà mai catastrofista. Nel post del 31 di agosto ho descritto dettagliatamente lo scenario di lungo termine in considerazione di un rallentamento cronico dei consumi americani (giuro che non è mia la colpa), sulla base di similitudini che si sono già manifestate in Giappone a partire dai primi anni ’90. In ogni caso lo scenario futuro rimarrà molto complesso e difficile da comprendere alla luce delle misure straordinarie già prese e della mole di derivati presenti sul sistema finanziario globale. https://www.moneyriskanalysis.com/blog/2009_08_01_archive.html . Detto questo sul mercato azionario in ottica di lungo termine avrò (salvo illuminazioni improvvise poco probabili) un atteggiamento negativo, considerando tuttavia gli aspetti dell’indole umana precedentemente descritta, che con una buona capacità di lettura dell’analisi tecnica può essere individuata prontamente. Se da un lato troveremo poche opportunità, su quelle aree fortemente condizionate dai consumi occidentali, dall’altro guardo con forte aspettativa e curiosità ciò che accade in Asia e in particolar modo in Africa, dove il fattore demografico e il livello di consumo procapite in costante aumento, garantiranno tassi di crescita molto interessanti. Ovviamente sto parlando sulla base di uno scenario statico, in quanto alcuni problemi anche per queste aree non mancheranno nei prossimi mesi. Il grosso problema dell’occupazione dovuto in particolare all’esportazione di produttività, nei paesi a basso costo di mano d’opera, finirà per stimolare i governi a intraprendere iniziative protezionistiche. La troppa globalizzazione ha portato alla necessità di rivedere gli equilibri e le regole occupazionali e salariali. Pertanto alcuni paesi emergenti, in particolar modo la Cina, potrebbero essere penalizzati da tali misure. L’alternativa a tali soluzioni sarebbe una rivalutazione del Renminbi Yuan non simbolica come accaduto qualche anno fa di solo il 2%. Questa forza politica no-global finirà per incidere sui prezzi, ragione per la quale rimango convinto che nel giro di due anni avremo un risveglio sensibile dell’inflazione, che a mio parere sarà il male minore.

ANALISI TECNICA

Nel grafico indicato potete vedere come nella giornata di venerdì l’indice Stoxx50 si sia avvicinato perfettamente alla parte bassa del canale rialzista il cui supporto è situato a 2740. Indici come quello italiano hanno già perforato il canale rialzista di medio periodo ragione per la quale le probabilità di rottura dell’Eurostoxx 50 sono elevate. Al momento si registra bassa direzionalità ma non per questo possiamo escludere forti escursione nel breve termine. Come più volte detto nei giorni scorsi, dalla fine di settembre è iniziato un ciclo che dovrebbe terminare a fine gennaio. Il ritorno sotto quota 2840 ha formato una bull-trap che conferma per il momento una strategia short vincente. Segnali di arresto della tendenza ribassista appena iniziata, pertanto si avrebbero solo in caso di rottura di 2840. Gli obiettivi, in caso di rottura di 2740, si possono indicare in quota 2580 e 2450. Su quest’ultimo punto si trova un livello di supporto molto importante sul quale attendo reazioni contrarie più violente. Fra i titoli che iniziano a dare segnali di maggior forza ribassista troviamo i bancari e gli assicurativi.

Per oggi vi saluto e vi invito nuovamente a partecipare attivamente al blog attraverso commenti a cui sarò lieto di intervenire.
Categories: Scenari

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