MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Germania, Francia e Benelux le aree più protette della zona euro. I Pigs (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) i più bastonati dalla speculazione a causa dei pericolosi conti pubblici e delle prospettive di crescita non proprio esaltanti. Se Platone o Virgilio fossero qui tra noi oggi penserebbero francamente che il Mondo è impazzito. L’area del Mediterraneo, il centro del commercio mondiale, il Sole e le bellezze paesaggistiche, ancora sovrastate dalla potenza dei Goti, dei Franchi e dei Vandali. Verrebbe quasi da domandarsi: quale è stato lo scopo dell’Euro? Colonizzare forse quei paesi la cui forza era legata alle virtù precedentemente descritte e supportati da quel tocco di svalutazione competitiva che li aveva sempre e comunque fatti risorgere più forti di prima? Non penso proprio e non vorrei nemmeno crederci. La cosa certa comunque è che il trattato di Maastricht non fu certo scritto sotto dettatura dei neo battezzati Pigs, i quali, minacciati dallo spauracchio delle conseguenze a rimanere fuori dall’Ue, accettarono qualsiasi condizione. Tuttavia, fin da quando è nata la nuova moneta, sapevamo dei rischi e delle debolezze che ne sarebbero emersi proprio da quest’ultimi in tempi di grande crisi. Ed eccoci arrivati. Secondo Roubini (mai e poi mai potrei contrariarlo vista la sua lungimiranza) il problema Spagna è senza dubbio più grave di quello inerente alla Grecia. Eppure mi verrebbe quasi quasi da obiettare visto che il rapporto debito/Pil non supererà il 75% nemmeno nel 2012, mentre a quella data la Grecia avrà già sfondato il tetto del 130%. I motivi di tanta preoccupazioni a mio parere non vanno ricercati nei rapporti debito/Pil quanto invece nelle prospettive legate al settore immobiliare, di cui la Spagna è una delle vittime più illustri. Sarà pertanto molto complicato per il governo attuare un piano di risanamento e allo stesso tempo cercare di rilanciare un’economia che secondo il FMI nel 2010 rappresenterà il fanalino di coda con un Pil in contrazione dello 0,9%. Altro elemento di preoccupazione è la solita disoccupazione che si attesta al 19% della forza lavoro. Se da un lato la Grecia costituisce un problema con i suoi 250 mld di euro di Pil la Spagna non può essere certo da meno visto che la propria economia è pari al 70% di quella italiana. Io non credo comunque che per la Spagna ci siano problemi legati a default o quant’altro di negativo. Penso solo, come ho detto ieri, che siamo arrivati alla resa dei conti: basta con i debiti è tempo di rientrare e in questo caso i primi a doverlo fare sono proprio quelli con le prospettive economiche più a rischio, infatti come dicevo in un post dove parlavo della Grecia: “Non esiste quindi un livello critico che determini un abbassamento della fiducia o ancor peggio di uno stato di default. Esiste invece il modo con cui uno Stato interfaccia con il mercato, che incide sulla fiducia e che a sua volta si ripecuote nella sostenibilità del debito“. Tutto ciò per le borse è veleno allo stato puro (stop incentivi, aumento pressione fiscale, diminuzione di spesa pubblica……si salvi chi può) che tuttavia potrà essere somministrato con la sola immagine (in fotografia si intende) di qualche dolcetto. La parola d’ordine sta cambiando: da crescita a credibilità.
Allego il link delle previsioni Bond 2010:
Categories: bund, Scenari, spagna

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  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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