MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Questa mattina sono usciti i dati sul Pil tedesco relativi al secondo trimestre a +2,2 contro attese di +1,3, mentre è stato rivisto al rialzo il primo da +0,2 a +0,5. Che dire? Una buona notizia direi, alla luce di quanto visto in questi giorni. Ieri, guardando i telegiornali, ho percepito quanta preoccupazione stia entrando nella gente sul futuro immediato dell’economia. Può darsi che dati di questo genere possano contribuire a riportare un minimo di serenità, almeno in Germania si intende, perchè qui in Italia la crescita è assai modesta.
Tuttavia, come non mi fido dei telegiornali, quando risaltano preoccupazioni più del dovuto, faccio altrettanto in caso contrario, preferendo ai media, quanto riesco a percepire attraverso le dinamiche dei prezzi e degli indicatori economici.
In questi giorni ho osservato attentamente l’andamento delle materie energetiche: Crud oil, Gasoline e Natural Gas. Non posso fare a meno di non accertare una scorrelazione degli stessi con altre materie prime tipicamente considerate come beni rifugio, come Oro e beni alimentari in genere.
Da questa lettura posso pertanto dedurre che qualche grosso paese sta rallentando chiaramente il passo. Sarà mica la Cina?
Cos’è pertanto più importante? Il Pil che è ormai passato oppure la prospettiva di un futuro meno florido caratterizzato da mille incognite ancora irrisolte?
Direi che i mercati finanziari rappresentano al momento il termometro più evoluto, al fine di misurare correttamente il ciclo presente e futuro.
La Germania ad esempio conferma di essere cresciuta ad un passo doppio rispetto alla media europea e questo si poteva intuire già osservando la dinamica delle borse nei mesi precedenti. Adesso la stessa dinamica è ancora a favore di una Germania sempre più guida, ma la dinamica dei grafici, mi dice che il rallentamento mondiale è in atto, ragione per la quale un pò di prudenza e pazienza non dovrebbe guastare per le prossime settimane. Andremo verso la crescita zero? Le probabilità che accada questo nei prossimi 9 mesi sono molto elevate, ma non credo che si sfondi verso la depressione come molti vogliono far credere. Almeno qui in Europa.
Un altro dato che potrei sbandierare è il risveglio dell’inflazione in Europa con Spagna +1,9 e Francia/Italia +1,7, su base annua. Questi sono i primi scoppiettii, ma niente di grave. Ad oggi l’andamento nel breve dell’inflazione è legato principalmente agli sbandamenti valutari visti negli ultimi tre/quattro mesi pertanto i dati che escono in questi giorni possono accontentare un pò tutti, ossia gli iperinflazionisti (euro debole per l’Europa) che i deflazionisti (dollaro forte per Usa che permette di importare deflazione). In realtà io ho sempre sposato la teoria della stagflazione nella quale abbiamo una crescita anemica, caratterizzata da prezzi che tendono verso l’alto. Se poi nel paniere Istat vogliamo metterci anche l’iPad è un altro discorso, in quanto tra un anno sarà difficile che aumenti.
La bassa inflazione negli anni passati è stata determinata dalla competizione salariale e dal livello elevato delle scorte che spingeva le aziende a preferire un abbassamento del margine al fine di far ruotare il più velocemente il proprio magazzino.
Ad oggi ci troviamo invece in una posizione completamente stravolta: la speculazione salariale non sembra avere più i requisiti di una volta e per questo suggerisco di osservare le rivendicazioni che arrivano dai lavoratori cinesi, mentre le aziende, forti delle esperienze passate, hanno completamente stravolto il loro modello economico abbassando ai minimi termini il livello delle scorte. Ciò permetterà alle stesse di vendere secondo i margini desiderati. Qualsiasi aumento relativo ai salari o ai costi di produzione pertanto si trasferirà immediatamente sul prezzo finale indipendentemente dalla quantità consumata. Questa è la stagflazione.
Oggi in Usa sono attesi dati molto importanti proprio riguardo ai prezzi al consumo. Ieri i prezzi all’import sono diminuiti a ritmi inferiori rispetto al mese precedente, mentre oggi ci si aspetta una crescita dell’inflazione tra lo 0,1 e lo 0,2. Occhi tuttavia iperpuntati sui dati delle vendite al dettaglio previste in crescita dello 0,4. Le attese non dovrebbero essere deluse, ma guai a farlo.

Categories: Scenari

One Response so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Non se ne viene a capo……<br />Il truffone cade………..<br /><br />Penso piglieranno un pò per il culo, come il gioco delle tre carte. Tocca minimi relativi, poi torna su….<br />ma alla fine se avrete pazienza vedrete che botto….<br /><br />Pablo

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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