Di exit-strategy si parla sempre meno, mentre è sempre più trendy il termine double dip.
Doveva essere un rallentamento pilotato, attraverso una chiusura graduale dei rubinetti sparati a mille dalle banche centrali e adesso si parla addirittura di aprirli ulteriormente.
Se leggiamo le dichiarazioni di Bernanke da cinque anni a questa parte, ci possiamo tranquillamente spiegare il perchè i mercati stiano vivendo da tempo nella più totale incertezza e instabilità di tutti i tempi. Dico, guardando a posteriori, mai avessi trovato un filo logico nella strada percorsa dal governatore della Fed. Per non parlare di Trichet, che a luglio 2008 o giugno 2008 (non ricordo bene) ebbe la grande intuizione di alzare addirittura il tasso di sconto di uno 0,25, per poi tirarsi giù velocemente i calzoni dopo il fallimento Lehman. Chi avesse un minimo di esperienza sui mercati e capacità di lettura degli stessi, già dalla seconda metà del 2007 avrebbe intuito che il dramma stava per iniziare. Vi ricordo i sub-prime, i primi scricchiolii di grossi Hedge etc etc. I governatori delle banche centrali più importanti al Mondo lo hanno capito solo ad agosto-settembre 2008, che dire un bel timing non trovate? Non amo fare il copia e incolla, ma credetemi: se da un lato Trichet alzava i tassi a metà 2008, Bernanke si dichiarava preoccupatissimo per l’inflazione, mentre assicurava che i mercati erano ritornati alla normalità. Veramente il dottore che ci mancava, per risolvere i problemi attuali.
In questi giorni abbiamo visto un chiaro peggioramento del quadro macro. E’ vero non sono mancati dati molto positivi riguardo alla crescita del Pil tedesco, ma per questo voglio rimandarvi a le considerazioni sacrosante di Beato Trader. Troppo ampia la divergenza tra paesi forti e meno forti all’interno della Ue.
Come dicevo il quadro non mi entusiasma: disoccupazione alle stelle, incapacità diagnostica delle banche centrali sulla situazione attuale, incognita Cina alla luce del forte calo delle importazioni, ritorno delle tensioni sui bond dopo che l’Irlanda ha scoperto un’altra carta portando il deficit tendenziale al 20% del Pil, consumi americani in fase di rallentamento, mercato immobiliare che permane in uno stato comatoso e mercati finanziari forse troppo impreparati a digerire un eventuale crescita zero dell’economia americana.
In questa settimana, che doveva essere fra le più tranquille, i mercati sono riusciti a bruciare molti miliardi di capitalizzazione, assumendo un quadro probabilistico più negativo, tipico di un bearish trend di lunghissimo periodo, al cui interno si sono presentate fasi bullish fin troppo sostenute.
Se guardo agli indicatori di direzionalità di lungo periodo osservo importanti segnali di allarme per indici tipicamente più sostenuti, come Nasdaq e Eurostoxx. In particolare il quadro americano sembra caratterizzato da minor sostegno e maggior predisposizione a scendere. Leggo per esempio, che il famoso Vix è salito a oltre 26 punti aumentando il nervosismo degli operatori. Un livello superiore ai 30 punti significherebbe nuovo panico per i mercati. Tale situazione a mio parere si presenterebbe in coincidenza con la rottura dei 1020 dell’indice SP500.
Come vi accennavo ieri, in questi giorni, ci sono stati segnali non tipicamente da fase di ripresa. La forza tra l’indice CRB e CRBN (depurato dalle componenti energetiche) è nettamente a favore di quest’ultimo. Segno questo evidente del rallentamento delle attività economiche da un lato e la ripresa di tensioni sulle materie più indispensabili, come quelle agroalimentari e tutte quelle ad esse legate. Molti obietteranno dicendo che l’aumento del grano è passeggero e circoscritto ai problemi degli incendi in Russia, ma sono ormai evidenti agli occhi di tutti i cambiamenti climatici a cui è sottoposto il nostro pianeta da qualche anno a questa parte, mentre la popolazione è in costante crescita.
Io credo che prima o poi arriverà, un miracolo economico. L’era dei computer portò la disoccupazione americana al 4% nel ventennio iniziato negli anni ’80. Tale miracolo tuttavia non ce lo dobbiamo aspettare da chi in questo momento ci dice che è tutto sotto controllo, bensì dai nuovi cervelli, le cui difficoltà di emergere sono sempre maggiori a causa di una società sempre più egoista e affannata a risolvere problemi insormontabili, causati dall’avidità e dalla stupidità.
Doveva essere un rallentamento pilotato, attraverso una chiusura graduale dei rubinetti sparati a mille dalle banche centrali e adesso si parla addirittura di aprirli ulteriormente.
Se leggiamo le dichiarazioni di Bernanke da cinque anni a questa parte, ci possiamo tranquillamente spiegare il perchè i mercati stiano vivendo da tempo nella più totale incertezza e instabilità di tutti i tempi. Dico, guardando a posteriori, mai avessi trovato un filo logico nella strada percorsa dal governatore della Fed. Per non parlare di Trichet, che a luglio 2008 o giugno 2008 (non ricordo bene) ebbe la grande intuizione di alzare addirittura il tasso di sconto di uno 0,25, per poi tirarsi giù velocemente i calzoni dopo il fallimento Lehman. Chi avesse un minimo di esperienza sui mercati e capacità di lettura degli stessi, già dalla seconda metà del 2007 avrebbe intuito che il dramma stava per iniziare. Vi ricordo i sub-prime, i primi scricchiolii di grossi Hedge etc etc. I governatori delle banche centrali più importanti al Mondo lo hanno capito solo ad agosto-settembre 2008, che dire un bel timing non trovate? Non amo fare il copia e incolla, ma credetemi: se da un lato Trichet alzava i tassi a metà 2008, Bernanke si dichiarava preoccupatissimo per l’inflazione, mentre assicurava che i mercati erano ritornati alla normalità. Veramente il dottore che ci mancava, per risolvere i problemi attuali.
In questi giorni abbiamo visto un chiaro peggioramento del quadro macro. E’ vero non sono mancati dati molto positivi riguardo alla crescita del Pil tedesco, ma per questo voglio rimandarvi a le considerazioni sacrosante di Beato Trader. Troppo ampia la divergenza tra paesi forti e meno forti all’interno della Ue.
Come dicevo il quadro non mi entusiasma: disoccupazione alle stelle, incapacità diagnostica delle banche centrali sulla situazione attuale, incognita Cina alla luce del forte calo delle importazioni, ritorno delle tensioni sui bond dopo che l’Irlanda ha scoperto un’altra carta portando il deficit tendenziale al 20% del Pil, consumi americani in fase di rallentamento, mercato immobiliare che permane in uno stato comatoso e mercati finanziari forse troppo impreparati a digerire un eventuale crescita zero dell’economia americana.
In questa settimana, che doveva essere fra le più tranquille, i mercati sono riusciti a bruciare molti miliardi di capitalizzazione, assumendo un quadro probabilistico più negativo, tipico di un bearish trend di lunghissimo periodo, al cui interno si sono presentate fasi bullish fin troppo sostenute.
Se guardo agli indicatori di direzionalità di lungo periodo osservo importanti segnali di allarme per indici tipicamente più sostenuti, come Nasdaq e Eurostoxx. In particolare il quadro americano sembra caratterizzato da minor sostegno e maggior predisposizione a scendere. Leggo per esempio, che il famoso Vix è salito a oltre 26 punti aumentando il nervosismo degli operatori. Un livello superiore ai 30 punti significherebbe nuovo panico per i mercati. Tale situazione a mio parere si presenterebbe in coincidenza con la rottura dei 1020 dell’indice SP500.
Come vi accennavo ieri, in questi giorni, ci sono stati segnali non tipicamente da fase di ripresa. La forza tra l’indice CRB e CRBN (depurato dalle componenti energetiche) è nettamente a favore di quest’ultimo. Segno questo evidente del rallentamento delle attività economiche da un lato e la ripresa di tensioni sulle materie più indispensabili, come quelle agroalimentari e tutte quelle ad esse legate. Molti obietteranno dicendo che l’aumento del grano è passeggero e circoscritto ai problemi degli incendi in Russia, ma sono ormai evidenti agli occhi di tutti i cambiamenti climatici a cui è sottoposto il nostro pianeta da qualche anno a questa parte, mentre la popolazione è in costante crescita.
Io credo che prima o poi arriverà, un miracolo economico. L’era dei computer portò la disoccupazione americana al 4% nel ventennio iniziato negli anni ’80. Tale miracolo tuttavia non ce lo dobbiamo aspettare da chi in questo momento ci dice che è tutto sotto controllo, bensì dai nuovi cervelli, le cui difficoltà di emergere sono sempre maggiori a causa di una società sempre più egoista e affannata a risolvere problemi insormontabili, causati dall’avidità e dalla stupidità.
Come sempre un ottimo post. Complimenti.
Io non sono un operatore finanziario,se lo fossi stato con il mio intuito oggi vivrei di rendita.Da privato osservatore qualcosa ho realizzato grazie anche alla mia fortuna.<br />Lo scenario da frullatore che si presenta non e' un mistero isolato ne' tantomeno negativo per tutti.Chi fa' il trader con paesi penalizzati, se muniti di sostanziale coraggio, nei prossimi 7 anni possono
hai visto le sqm ? <br />fausto
Socondo il tuo pensiero, Andrea,il rialzo odierno è da attribuirsi più al periodo (si viene da qualche seduta negativa, direzionalità bassa come dici tu) e magari alla paura di vedere target più bassi da parte delle banche centrali, o ci stanno preparando qualche scherzoso "rally" ? Grazie. Mauro
Sqm è un titolo che avevo analizzato a fine giugno se non erro. Mi fa piacere che ogni tanto qualcuna l'azzecco. Ci si sono messe anche le materie alimentari che sono salite e l'annuncio di un'Opa su una concorrente che si chiama Potash.<br />X Mauro…..non riesco a dare una motivazione a questo movimento. Diciamo che erano sette giorni che di fila che il mercato formava candele