Guardate questo grafico. Si tratta di una società appartenente ai principali 40 titoli della borsa italiana, più precisamente Fondiaria.
Uno dei tanti frutti del contorto capitalismo del nostro paese.
Se guardiamo ad oggi il titolo è sotto di quasi il 20% dai minimi di marzo 2009. Troppo per non dover pensare a qualcosa di poco rassicurante.
Il mercato italiano ha già ipotecato il suo futuro. Forza comparativa negativa, seconda solo alla Spagna in un contesto politico a dire poco caotico e privo di qualsiasi presupposto costruttivo. Sistema bancario per troppo tempo rimasto all’oscuro. Apparentemente il più sano, secondo quanto ci hanno raccontato. Ma le banche non facevano tutte le stesse cose nel lontano 2007? Parlo di quelle europee.
In questi giorni si è parlato fin troppo di interventi ai paesi deboli dell’Ue.
Dico subito che questi tipi di interventi non servono ad un cavolo. Preferisco senza ogni dubbio quelli della Fed.
Qui da noi abbiamo paesi che partecipano al consorzio del piano dei salvataggi, pur rientrando nella lista dei paesi probabili da salvare.
In America invece la Fed si fa carico di comprare le nuove emissioni e magari un domani avrà tutto il tempo di gestire la situazione, stralciando i titoli o vendendoli in base all’obiettivo dell’inflazione programmata.
L’unica soluzione possibile per l’Europa sarebbe quella di permettere alla Bce di fare come la Fed, ma nel mezzo ci sta la Germania, con la sua volontà (ben giusta) di premiare le virtù piuttosto che i difetti.
Il risultato che più mi viene scontato, sarà quello di percorrere una strada in favore di una scissione monetaria, che vedrà un Euro1 e un Euro2. Altra soluzione, in assenza di un cambiamento di fondo della politica monetaria, non mi è possibile immaginarla.