Vi ricordate quando i guru della finanza e dell’economia sostenevano che un petrolio proiettato verso i 150 dollari per lungo tempo, avrebbe strozzato l’economia?
E di quelli che erano fortemente preoccupati per l’aumento delle risorse di base, le quali avrebbero tagliato drasticamente i margini aziendali?
I mercati azionari, mai come in questo momento sembrano trovare il terreno fertile per esprimere al meglio il loro potenziale, se guardo ai crolli avvenuti in questi giorni sulle commodities.
Pure il Dollaro, sembra aver scongiurato una pericolosa rottura della fascia di 1,51, che tanta instabilità e pressione sui tassi, avrebbe portato nell’immediato.
In questi giorni ho letto molte analisi, che partendo dal presupposto della “quasi” perfetta correlazione tra equity e commodities, danno per scontato una discesa violenta degli indici azionari. Se così fosse verrebbero vanificati in pochi giorni tutti gli sforzi compiuti da due anni a questa parte, dalle autorità monetarie e governative.
In ogni caso non credo che ci si trovi di fronte ad un’inversione di natura fondamentale, bensì esclusivamente tecnica, che ha un solo capro espiatorio: il COMEX, che dietro imput delle autorità di vigilanza ha raddoppiato i margini sull’argento in poche settimane. Tutto ciò ha generato una fuoriuscita di massa della speculazione dal mercato delle commodities e forse per qualche mese, la stessa se ne starà buona a leccarsi le ferite.
Adesso vi prego di guardare i due grafici sopra, ingrandendoli:
Il primo grafico descrive il cammino dell’indice CRB (espresso in euro) e quello dell’Eurostoxx. Come possiamo vedere, che vi sia correlazione tra i due è un fatto indiscutibile. E’ per sua natura incompatibile assenza di correlazione fra i due, in quanto il comune denominatore è la crescita economica. Lo scenario ideale sarebbe addirittura quello di una salita dei due con la linea blu sopra quella rossa, che starebbe a significare crescita reale e non nominale come più volte ho detto.
Nel secondo grafico invece possiamo osservare l’indice di rapporto tra il CRB (in euro) e l’Eurostoxx. Un rapporto troppo basso finisce per avere ripercussioni negative sull’economia. La stessa cosa si era ripetuta a metà 2008 e sappiamo ormai come siano andate le cose.
Ancora è prematuro dire se ci troviamo al punto di svolta oppure no, l’importante comunque è che una reazione di tale rapporto (dato oggettivo) dai minimi deve essere letto positivamente.
Qui non ci troviamo in un blog dove facciamo a gara a spararle più grosse. Qui la verità la sappiamo a posteriori e non è mia pretesa di conoscerla prima di voi.