La Grecia ha approvato la manovra lacrime e sangue che dovrebbe sbloccare gli aiuti Ue, Fmi e privati “volenterosi”, minacciati di flagellazione in stile fantozziano, qualora si rifiutassero di non ristrutturare le obbligazioni in portafoglio. Su quest’ultimo punto prevedo “quintali” di cause al fine di dimostrare il default di fatto.
Tremonti, imbavagliato e legato mani e piedi ha varato la più democristiana delle manovre, riscuotendo perfino il consenso della stampa specializzata più accreditata (e questo non è cosa buona). Peccato che questa non sia spesso dalla parte dei più deboli, ma soprattutto di quella che fino a qualche giorno fa aveva da obiettare sulla sentenza Thyssenkrupp.
Sulla Grecia credo che si stia solamente rimandando un problema, e addirittura non mi meraviglierei se ci fosse un fuggi fuggi della classe imprenditoriale o artigiana…….il troppo quando è troppo “stroppa” e i numeri spesso finiscono per scontrarsi con l’esigenza di riequilibrio della società stessa. Purtroppo quella della Grecia è una bella “frittata” difficile da digerire, alla cui formazione hanno contribuito non solo la classe politica locale, ma anche chi avrebbe dovuto far rispettare le regole per tempo.
A questo punto dobbiamo dare per scontato che il Portogallo e l’Irlanda sono stati solamente dei problemi passeggeri che non si ripresenteranno mai più?
Piuttosto credo che in questi giorni si stia consumando un precedente pericoloso, che è quello della ristrutturazione volontaria, come unica via, necessaria alla soluzione di tutti i mali.
La ristrutturazione volontaria o obbligata, è la riprova ancora una volta, di come la speculazione non sia solo uno spauracchio da combattere, ma semplicemente un termometro veritiero, per misurare la salute di un paese o di una società, alla faccia delle società di rating che arrivano dopo la musica.
Quale sarà il prossimo paese che avrà bisogno di una ristrutturazione volontaria?
Al mercato larga sentenza