MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

CONSIDERAZIONI FATTE IL 2 DI APRILE

Come possiamo vedere dalle figure sopra, la situazione non è molto mutata in queste settimane. Tuttavia fare i catastrofisti adesso crediamo sia praticamente inutile e addirittura controproducente.

 

Del virus ne sappiamo ben poco per trarre delle conclusioni precise, tanto meno ne sanno gli algoritmi che in questi giorni adegueranno la loro intelligenza artificiale al contesto attuale. Si proprio quell’intelligenza che li ha fatti trovare del tutto impreparati all’arrivo del Coronavirus, nonostante qualche dato sufficiente per capire che la situazione non era proprio una passeggiata di salute.

 

Quello che è certo  è che avremo ancora due mesi travagliati dal punto di vista dell’epidemia, soprattutto per quei paesi che hanno preso troppo alla leggera il problema. Nel complesso però, potremmo dire che ogni giorno che passa non sarà peggiore del precedente, almeno sotto l’aspetto emotivo.

 

Quindi, piuttosto che fare i disfattisti, che adesso ci sembra un atteggiamento poco producente e alquanto pericoloso, vorremmo soffermarci sul pacchetto di stimoli attuato in questi giorni dalla Fed e dal Governo americano:

Il pacchetto di stimolo da $ 2 trilioni concordato dal Congresso è circa il 10% del PIL e, se includiamo le strutture di prestito della Fed per il capitale circolante, ciò significa $ 6 trilioni di liquidità per i consumatori e le imprese nei prossimi nove mesi.

 

Il pacchetto di incentivi approvato dal Congresso è composto dai seguenti punti chiave: trasferimenti fiscali permanenti a famiglie e imprese per quasi $ 5 trilioni di dollari. Gli individui riceveranno un pagamento in contanti di $ 1.200 ($ 300 miliardi in totale). I prestiti per le piccole imprese, che diventano sovvenzioni se vengono mantenuti posti di lavoro ($ 367 miliardi). Aumento dei pagamenti dell’assicurazione contro la disoccupazione che ora copre il 100% dei salari persi per quattro mesi ($ 200 miliardi). $ 100 miliardi per il sistema sanitario e $ 150 miliardi per i governi statali e locali. Il resto del pacchetto proviene da un sostegno temporaneo di liquidità a famiglie e imprese, compresi i ritardi fiscali e le esenzioni. Infine, l’utilizzo del Treasury’s Exchange Stabilization Fund per $ 500 miliardi di prestiti a favore di società non finanziarie.

 

A questo, dobbiamo aggiungere il massiccio programma di allentamento quantitativo annunciato dalla Fed e il Qe a favore delle banche centrali che vogliono mettere in garanzia titoli di stato per avere dollari.

Per quanto riguarda gli altri paesi inutile soffermarci sui bazooka utilizzati dalla Bce, Boj, Boe e altre banche centrale, le quali stanno supportando i rispettivi governi per sovvenzionare il sistema.

Il tutto in attesa che il Coronavirus allenti la presa, magari grazie alle misure di contenimento, ma soprattutto ai progressi della scienza, visto che mai come adesso è totalmente concentrata sul trovare un vaccino o un farmaco efficace. La certezza è che fra due mesi le cose saranno migliori di adesso, con l’aggiunta che sul sistema sarà presente un mare di liquidità.

 

Trascurare un problema come quello del Coronavirus sarebbe da folli, ma non potete certo dirlo a noi che già dal 19 gennaio lo stampavamo sempre al primo posto aggiornandovi sulla situazione cinese e soprattutto sulla loro falsità una volta visti i primi dati fuori da quel paese.

Come accennato ci aspettiamo ancora due mesi di battaglie, soprattutto in America e in Uk dove la gestione del problema è stata a dir poco scellerata almeno nelle fasi iniziali.

Siamo in una guerra, che molti paragonano a quella del ‘39/’45.

 

Una volta che sarà finita anche questa, le cose non torneranno più come prima, ma ciò non significa che sarà migliore o peggiore. Sarà sicuramente diverso.

Proprio perché siamo in una guerra dobbiamo osservare come si è comportato il Dow Jones difronte al più importante conflitto mondiale. La perdita massima fu del 41%, nel momento più buio, quando cioè ci fu l’attacco a Pearl Harbor, per poi mettere a segno un progresso del 70% dal 1942 al settembre 1945. Quindi chi avesse atteso la fine della guerra per comprare, lo avrebbe fatto a condizioni peggiori rispetto all’inizio.

 

Se a quei tempi la corsa agli armamenti portò ad un arricchimento di molte aziende, in caso di virus potremmo osservare la stessa cosa per quei settori direttamente interessati alla soluzione del problema. Durante la guerra, ad un crollo dei consumi privati seguì un aumento sostanziale della domanda pubblica. Questo scenario sembra molto familiare ai giorni nostri se guardiamo all’attivismo dei governi e delle banche centrali.

 

Ci attendono quindi giorni difficili, caratterizzati da grande nervosismo e dati negativi. Da questa situazione ne usciranno coloro che sapranno mantenere nervi saldi e soprattutto gestire il rischio, senza precipitare in decisioni di breve orizzonte temporale.

SETTORE BIOTECH NASDAQ

Questo è l’indice che raggruppa le principali società biotech quotate in America. Difronte alla situazione attuale pensiamo a quante risorse verranno investite in questo settore. Con il Codid-19 l’uomo ha realizzato quando sia vulnerabile. Il problema virus quindi non si limiterà solo a quanto accade ai giorni nostri. La ricerca balzerà al primo posto nella classifica delle preferenze degli investitori.

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Categories: Miscellanea

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