MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

 

Per essere più precisi e per non essere fraintesi, noi di MRA abbiamo iniziato a parlare del Coronavirus e a vedere in esso un probabile Cigno Nero esattamente il 21 di Gennaio (Roubini lo ha battezzato un cigno bianco, ma dipende dai punti di vista). A conferma di ciò abbiamo tenuto sempre monitorata la situazione giorno per giorno, avvalendoci di siti cosiddetti catastrofisti, ma che in quel contesto ci sembrava utile seguire, per avere un’informazione più vicina alle nostre percezioni e valutazioni di mercato. Il 31 di Dicembre, ribadiamo, non potevamo sapere ciò, visto che la Cina non aveva rilasciato notizie sufficienti per approfondire al meglio la situazione, almeno sotto l’aspetto economico-finanziario, Quello che sapevamo a fine 2019 era che il rapporto rischio/rendimento non era dei migliori, che l’economia si trovava in una posizione completamente staccata dai mercati e che molti investitori si affidavano all’onnipotenza delle banche centrali, con il risultato di vedere un rapporto put/call sceso ai minimi termini, che stava ad indicare come i trader professionali non fossero ragionevolmente coperti da rischi di inversione. Ciò è confermato dai bagni di sangue subiti in questa settimana da qualsiasi genere di fondi legati al mercato azionario.

Dal 21 di gennaio, l’indice SP500, salvo una correzione di facciata ha ripreso a salire, fino a superare (di qualche punto) addirittura il nostro obiettivo di lunghissimo situato a 3355/3360. Per la serie il mercato questa volta era talmente affollato di avidi che ha dato tutto il tempo per pianificare al meglio una strategia di protezione adeguata.

All’indomani delle notizie sempre più allarmanti provenienti dalla Cina, le principali case di investimento, più per comodità che per convinzione, continuavano a prendere il problema come un’importante opportunità per stare investiti, confidando nel fatto che presto, il Coronavirus sarebbe caduto nel dimenticatoio. Ad oggi il problema sembra tutt’altro che allontanato.

 

A nostro modesto parere, più che del Coronavirus, i mercati sono preoccupati del comportamento della collettività. Comportamenti che al momento stanno provocando un blocco in termini di mobilità, consumi e scambi commerciali. In pratica il collasso di un’economia che basava la sua forza, sulla velocità e soprattutto sulla leva del debito, l’unico elemento, questo, che anche in caso di blocco sistemico, continua indisturbato a lavorare pure nei giorni festivi.

 

Al momento ci troviamo nella fase della consapevolezza:

 

il virus non è circoscritto alla Cina o all’Italia, ma a tutto il Mondo e forse anche in modo esponenziale rispetto a quelle che sono le statistiche ufficiali, le quali sono frutto di controlli spot mirati e non di massa. L’Italia ad esempio è quella che ha effettuato i maggiori controlli. Riguardo alla Cina tutto è più nebuloso.

Chi ha studiato un minimo di storia (a parer nostro dovrebbe essere la materia scolastica principale per conoscere meglio noi stessi), saprà come i canali di trasmissione delle grandi pandemie del Medioevo erano i porti, ossia gli epicentri di maggior comunicazione, dopo di che la malattia si diffondeva verso l’interno fino a colpire tutti i paesi. Il tutto si materializzava nel giro di 3 o 4 anni. Per capire ad oggi come il virus si stia diffondendo, basta fare semplici deduzioni tenendo conto dei luoghi e della velocità di comunicazione.

 

Quali sono quindi gli aeroporti più trafficati al Mondo?

 

  1. Aeroporto Internazionale di Atlanta-Hartsfield-Jackson (USA) – 107,4 milioni di passeggeri
  2. Aeroporto di Pechino-Capitale (Cina) – 101 milioni di passeggeri
  3. Aeroporto Internazionale di Dubai (Emirati Arabi Uniti) – 89,1 milioni di passeggeri
  4. Aeroporto Internazionale di Los Angeles (USA) – 87,5 milioni di passeggeri
  5. Aeroporto di Tokyo-Haneda (Giappone) – 86,9 milioni di passeggeri
  6. Aeroporto Internazionale di Chicago-O’Hare (USA) – 83,2 milioni di passeggeri
  7. Aeroporto di Londra-Heathrow (Regno Unito) – 80,1 milioni di passeggeri
  8. Aeroporto Internazionale di Hong Kong (Cina) – 74,5 milioni di passeggeri
  9. Aeroporto Internazionale di Shanghai-Pudong (Cina) – 74 milioni di passeggeri
  10. Aeroporto di Parigi Charles de Gaulle (Francia) – 72,2 milioni di passeggeri.

 

Quanto la mobilità è più veloce rispetto al Medioevo?

 

Come possiamo vedere, tra i primi dieci aeroporti al Mondo non vi è nemmeno l’ombra di Milano, Francoforte o Madrid. La prima europea ad esempio è Parigi.

 

E’ chiaro che se gli stessi controlli fossero fatti negli altri paesi con la stessa determinazione dell’Italia il numero dei casi positivi andrebbe moltiplicato per X volte.

 

Quindi in questi giorni stiamo entrando nella fase di consapevolezza, quella più traumatica e anche irrazionale.

 

Dopo di che entreremo nella fase della convivenza

 

Il Coronavirus, come sappiamo è meno letale di tante altre malattie, l’unico problema o meglio la grande paura, deriva dal fatto che al momento non esiste un vaccino. Non siamo certamente difronte alla Peste Nera che provocò quasi un dimezzamento della popolazione nel giro di qualche anno. Questo clima di impotenza, messo in mezzo ad una società che quasi si sente immortale e sicura, in mezzo ai propri confort, tende inevitabilmente a creare panico e comportamenti irrazionali, come abbiamo potuto verificare in questi giorni, se guardiamo ai supermercati saccheggiati o alla ghettizzazione degli abitanti delle aree considerate focolai.

 

Tuttavia il panico, come sappiamo ha vita breve, dopo di che, l’uomo, benché stupido e ben più vulnerabile del passato, tende a convivere con il problema stesso, reagendo attraverso comportamenti  comuni, in grado di sconfiggere le paure del momento.

 

Questa fase a nostro parere sarà la più importante, in quanto, generalmente, tende ad infondere cambiamenti comportamentali strutturali e difficilmente reversibili, che inevitabilmente si ripercuoteranno sull’economia. Magari quello che oggi poteva sembrare una certezza o un business sicuro domani dovrà lasciare il posto ad un altro ben più adatto al cambiamento delle abitudini.

 

Per valutare ciò non possiamo certo improvvisare, ma semplicemente occorrerà ricercare e valutare il tutto.

 

Attualmente il dato oggettivo è che siamo entrati nella fase di panico collettivo e non solo riferito ai mercati. Quindi, noi tutti (compreso i lettori) mentre daremo uno sguardo ai mercati, l’unica cosa da fare sarà quella di studiare gli effetti e i cambiamenti possibili della collettività, al fine di coglierne le opportunità.

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Categories: Miscellanea

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