Il quadro delle medie mobili si sta configurando al ribasso, rappresentando in quota 22650 la resistenza più importante, mentre il supporto è da considerare in quota 21150 e 20500.
Per ben tre volte nel corso degli ultimi 8 anni, l’indice italiano è stato respinto dalla resistenza statica di 24200, mentre nel frattempo, molti indici hanno visto segnare nuovi massimi storici. Questo conferma come l’Italia abbia beneficiato spesso della coda dei cicli positivi, piuttosto che essere una protagonista.
Quando le cose sono peggiorate a livello globale, il FTSEMIB si è dimostrato particolarmente reattivo, nel portarsi sulla parte bassa del range posta a quota 12000. Questo è accaduto per ben quattro volte, ossia nel 2008, 2011, 2012 e nel 2016. In quest’ultimo caso il ribasso arrivò ad intaccare la soglia dei 15000 punti.
Guardando il movimento più da vicino è ben visibile l’importanza della resistenza posta a 22650, mentre quota 21800 costituisce un primo punto di supporto sotto il quale è doveroso accendere un allarme.
In questo grafico è raffigurata la forza comparativa del FTSEMIB nei confronti del Dax. Da qui si risalta come il nostro indice sia decisamente più debole e pertanto poco attraente.
Detto questo il mercato italiano sta vivendo una fase di tregua, dovuta principalmente al buon umore che si respira sulle altre piazze, in particolare gli Usa, ma la predisposizione non promette niente di buono.