MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

La tensione tra Usa e Russia sembra aver preso una cattiva strada, forse pessima, soprattutto se guardiamo al fronte siriano. Ad aprire la guerra diplomatica contro Putin è stata sicuramente la GB, dopo le accuse sull’avvelenamento dell’agente Serghei Skripal. Le prime espulsioni infatti, hanno interessato personaggi discutibili russi in territorio britannico, ma tale operazione, con il passare dei giorni è diventata quasi come una prova di fedeltà richiesta ai paesi filo-americani. Una specie di conta alla quale non si è sottratta nemmeno la Germania che nonostante ciò lascia sempre un ponte aperto nei confronti di Putin, se guardiamo all’accordo Nord Stream 2. Come se si stesse pianificando qualcosa di molto più grande, per il quale è necessario ristabilire e riconfermare le forze in campo. Nelle ultime ore infatti, il vero nodo al pettine proviene dal fronte siriano, dopo che al-Assad, vincitore contro il fronte ribelle che è spalleggiato dagli americani e dai curdi, è stato accusato di aver utilizzato armi chimiche sotto la complicità dei russi. Che gli americani abbiano perduto insieme ai ribelli (dalle cui ramificazioni è nato anche l’Isis) non fa particolarmente notizia, in quanto le forze in campo erano veramente esigue e piuttosto ambigue. Ciò che fa accapponare la pelle è la falsità con la quale si diffondono certe notizie per strumentalizzare l’opinione pubblica, al fine di far pesare la bilancia in favore degli obiettivi prefissati. Pensare che al-Assad possa aver utilizzato armi chimiche, dopo che era quasi certo di aver vinto, ma soprattutto dopo quanto accaduto nel 2013, è semplicemente ridicolo. Altrettanto ridicolo è utilizzare come prova schiacciante la presenza di cloro sui corpi delle vittime, in quanto rappresenta una sostanza facilmente reperibile, soprattutto dai ribelli, che come ultima spiaggia è probabile che abbiano giocato nel tentativo di incastrare al-Assad. Ovviamente quest’ultimo non è un santo, ma nemmeno uno stupido in grado di mettere in forte imbarazzo Putin, che nel 2013 si era fatto paladino del disarmo chimico siriano, al fine di evitare il caos in Siria, dove la Russia ha basi militari importanti. Al-Assad sta alla Siria come Saddam Hussein stava all’Iraq e Gheddafi alla Libia. Purtroppo la democrazia non è uno strumento compatibile con tutte le aree del Mondo. I fatti lo dimostrano. A differenza di Iraq e Libia, questa volta troviamo una Siria, difesa da una Russia sempre più incavolata dalle sanzioni e dall’arroganza di qualche paese occidentale, che negli ultimi anni ha creato solo disordine sociale in Medioriente. Molti si domanderanno: ma Trump, che sembrava andare a braccetto con Putin? Facile pensare che vi siano poteri molto più alti in questi casi, specialmente quando il Presidente è stato per oltre un anno accusato di aver stretto legami con i russi per salire alla Casa Bianca. Detto questo, ad oggi, il fronte Siria-Russia-Turchia sembra aver vinto contro i ribelli-curdi-Usa. Ma la Turchia non è nella Nato? Sì, quella stessa Turchia che vorrebbe entrare in Europa e che nei prossimi mesi detterà i nuovi e alquanto probabili flussi migratori dalla Siria verso l’Europa. Ne vedremo delle belle.

Categories: Miscellanea

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