È l’unica depressione di cui si ha notizia, comparabile per gravità ed estensione con la Grande
Depressione degli anni 1930, e le sue concomitanze monetarie replicarono abbondantemente
quelle di questa crisi successiva. In entrambe, una parte sostanziosa delle banche negli Stati Uniti
cessò di esistere per chiusura o fusione –circa un quarto nella prima e oltre un terzo nell’ultima
contrazione–e la quantità di denaro decrebbe di circa un terzo. Non esiste altra contrazione
economica che si avvicini a questo triste record. In entrambi i casi, una politica governativa
erratica o stolta nei confronti della moneta, giocò un ruolo importante.
Questo è quanto spiegato da Milton Friedman relativamente alla crisi del 1837 e anche del 1929.
Politica governativa erratica e stoltezza nei confronti della moneta.
Viene da chiedersi quanto il Mondo, oggi, abbia errato in termini di politica governativa e
monetaria. Mi vengono due nomi: Cina e Giappone. E’ fra questi due che ci scapperà il morto.
La prima sembra la copia esatta della grande crisi del 1837, se guardiamo all’abuso di costruzioni
(comprese infrastrutture) nella speranza che arrivino da Marte nuovi compratori sul mercato
immobiliare, mentre il Giappone è un esempio eclatante di quanto si possa abusare in termini di
politica monetaria.
L’errata politica governativa della Cina è confermata dal modo con il quale si corre ai ripari
attraverso politiche restrittive in termini di libertà dei capitali. Questa è certamente una risposta
molto forte alla politica protezionista di Trump, ma che inevitabilmente porterà ad uno scontro
ancora più aspro. La Cina sta vendendo Bond, vieta alle imprese cinesi di aprirsi al Mondo e allo
stesso tempo consegue il record di export verso gli Stati Uniti. Nel frattempo Trump starà a
guardare? Non credo, ma attenzione a confidare nei “presidenti prodigio”.