MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Noi crediamo che una delle cause principali (forse la sola) che sta portando il Mondo ad una forma di populismo in stile anni ’30, sia da ricercare prevalentemente nella forte concentrazione di ricchezza e dei redditi, che guarda caso sono ritornati ai livelli tipici di quegli anni.

 

Ci siamo soffermati pertanto nella lettura di uno studio elaborato da Dario Ruggero, fondatore del sito LTeconomy, i cui dati più significativi li abbiamo riportati qui di seguito:

Molte ricerche recenti dimostrano che la disuguaglianza economica ha ormai raggiunto livelli estremamente elevati: secondo Oxfam International (gennaio 2014), solo 85 persone in tutto il mondo, possiedono una ricchezza aggregata pari a quella posseduta dai più poveri 3,5 miliardi di persone nel mondo; Credit Suisse (2015) ha calcolato che meno dell’1% della popolazione mondiale possiede il 44% della ricchezza globale; Piketty T. (2014) mostra che la disuguaglianza in molti Paesi sviluppati ed emergenti è in aumento e si sta ormai portando ai livelli registrati negli anni precedenti la prima guerra mondiale (quando era estremamente elevata).

 

La disuguaglianza estrema è economicamente, socialmente ed ecologicamente insostenibile. Il fatto che appena l‟1% della popolazione possieda quasi metà della ricchezza mondiale, mentre 3,5

miliardi di persone vivono in condizione di povertà e quasi 1 miliardo di persone nel mondo sono

sottonutrite, è qualcosa di assolutamente immorale.

Gli studi menzionati in questa breve premessa propongono diversi strumenti per combattere e invertire il fenomeno della crescente disuguaglianza. Comune a tutti questi studi è la messa a punto di una tassa globale sulla ricchezza. E‟ ormai venuto il tempo di agire, prima che la disuguaglianza danneggi entrambe le classi più ricche e più povere della nostra società e determini problemi come quelli vissuti tra il 1914 e il 1945.

 

Per quanto riguarda la disuguaglianza tra individui a livello globale, secondo Credit Suisse (Global Wealth 2013 e 2014), la ricchezza posseduta da meno dell‟1% più ricco della popolazione mondiale è in rapido aumento (era il 41% nel 2013 e 44% nel2014).

 

Nel 2016 abbiamo addirittura sfiorato il 50%, con un trend che sembra inarrestabile. Nel grafico sopra possiamo osservare la ricchezza mondiale nel suo insieme alla fine del 2014 con le rispettive variazioni rispetto all’anno precedente.

E’ doveroso affermare, che nello studio non si condanna assolutamente la disuguaglianza economica, la quale dovrebbe essere il frutto di una competizione leale tra le parti.

Tuttavia si distingue chiaramente la disuguaglianza in due parti: quella flessibile (derivante dal lavoro e dall’iniziativa individuale) e quella rigida (identificata come disuguaglianza ereditaria che passa di mano da padre in figlio).

 

Quella che andrebbe combattuta pertanto, è la disuguaglianza ereditata, in modo da mettere i partecipanti su un piano più vicino tra di essi, favorendo il fattore meritocratico. Per intenderci, l’imposta di successione sui grossi patrimoni dovrebbe essere un mezzo per ridistribuire al meglio la ricchezza. La tabella sopra mostra invece in che direzione siamo andati negli ultimi 34 anni. Il divario fra il 25% dei paesi più ricchi con quelli più poveri è aumentato sensibilmente.

Ma la concentrazione di ricchezza non arriva solo da un problema di disuguaglianza “rigida”, bensì come possiamo vedere nella tabella sotto, da un divario del reddito in cui il 47% del totale è in mano al 10% della popolazione. E’ impressionante come addirittura si sia superato i livelli massimi toccati a cavallo degli anni ’30, periodo nel quale la crisi si alternava a forme pericolosissime di populismo i cui risultati ormai sono scritti indelebili nella storia del secolo precedente. Purtroppo le conseguenze di questo populismo sembrano ai giorni nostri dimenticate sia dalla gente comune, ma soprattutto dai politici di tutto il Mondo. A cosa è dovuto questa concentrazione dei redditi, mai vista in passato? Pensiamo agli stipendi dei manager, oppure  ad aziende high tech nelle mani di pochi individui, come ad esempio Facebook, Google, Apple etc etc, società nelle quali il reddito di chi sta al vertice è 400/500/1000/10000 volte più elevato rispetto ai pochi impiegati necessari a far girare la macchina in questione.

Un grafico come quello sopra è sintomo di malessere collettivo, o meglio scomparsa della classe media che in passato è sempre stata il motore della crescita. Il periodo che va dagli anni ’50 alla fine degli anni ’80 ha visto il più grande benessere generalizzato della storia moderna.

 

Dopo la fine degli anni ’80 qualcosa sembra aver innescato un meccanismo che ci ha riportati ad una situazione peggiore rispetto a quella vista alla viglia delle due guerre mondiali, ossia quando il populismo e il nazionalismo la facevano da padroni. Trump, Le Pen, Brexit etc etc, sono solo semplici effetti di cause che vanno ricercata nel trend di cui stiamo parlando in questo articolo.

Le ragioni come detto possono essere ricercate nella tecnologia, nella mal distribuzione della ricchezza, a causa di politiche fiscali errate, ma soprattutto nella finanza creativa.

Dagli anni ’80 in poi le crisi si sono sempre manifestate in modo più violento e soprattutto più frequente.

Un ruolo avverso ad un giusto riequilibrio della ricchezza lo hanno giocato le banche centrali, le quali con le loro politiche quantitative hanno allargato ancor più il divario.

 

Le cose certe pertanto sono due:

 

Un trend come quello visto negli ultimi 30 anni non è più sostenibile. Ormai siamo arrivati al punto secondo il quale deve per forza accadere qualcosa di veramente grosso, e non parliamo di lungo termine, temporalmente parlando. L’evento può essere un cigno nero finanziario,

oppure una guerra o chissà. L’elemento oggettivo è che la popolazione mondiale ha già superato il punto di rottura della tolleranza di coesione sociale.

Le banche centrali stanno cercando di impedire

con qualsiasi mezzo, un riequilibrio che l’economia stessa richiede. Vogliamo forse arrivare ad un giorno in cui solo  una persona possiederà la ricchezza del Globo? Esisterebbe ancora il mercato? Con molta probabilità il Mondo sarebbe una polveriera e la fame decuplicherebbe ancor più la rabbia citata da Nick Hanauer.

Un altro grafico che ci fa capire in che direzione stiamo andando è il rapporto tra ricchezza globale e reddito prodotto. Siamo ritornati ai primi del ‘900 quando il reddito era pari ad un sesto della ricchezza. Segno questo che la stessa non sta girando come dovrebbe.

Del resto Warren Buffett (che fra le altre cose pare che sia anche di braccio corto) non può comprarsi 10 mila macchine all’anno o mangiarsi altrettante bistecche al giorno.

 

Questo per dire che quando la ricchezza è mal distribuita, l’economia stessa finisce per collassare.

 

Fino ad oggi le banche centrali hanno cercato di mascherare il tutto, ma con effetti che secondo le dinamiche in cui stiamo andando, saranno ancor più devastanti.

 

Categories: Miscellanea

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