C’è una battuta che sta facendo il giro a Wall Street negli ultimi giorni: “pare che un grosso personaggio di Goldman Sachs, che non ha voluto essere nominato, abbia dichiarato, che se avesse saputo che con Trump si fosse aperto lo scenario di cui si vocifera, lo avrebbe votato anche lui”.
Un’influenza così alta della Casa Bianca su Wall Street non si vedeva dal 1920.
Siamo al punto, che alcuni sostengono che sarebbe addirittura un bene se Trump rimuovesse la Yellen dalla sua sedia, in quanto la Fed abbasserebbe così il livello, ritenuto stringente, dei requisiti patrimoniali per le banche.
Se solo la metà di quello che si aspetta Wall Street venisse realizzato, il Far West sarebbe niente a confronto.
E pensare che Donald Trump doveva essere l’anti establishment, quello dalla parte dei deboli e il populista della situazione.
I nomi che girano per il Tesoro si limitano a due o tre figure vicinissime a Goldman Sachs o JPMorgan, tanto per farci un’idea.
Ovviamente della deregulation che sarà perseguita dal nuovo Presidente ne abbiamo già parlato due giorni fa.
Bastano questi pochi elementi per capire cosa abbia spinto al rialzo l’indice Dow Jones in particolare.
Per molti versi ci ricorda il vecchio indice Comit nel famoso 1994, quando balzò a 817 dopo la vittoria di Berlusconi per poi tornare a 550 dopo pochi mesi. Noi italiani su questo punto siamo 20 anni avanti rispetto agli americani J
Il mercato spesso si costruisce delle illusioni come se si trovasse all’interno di un film della Wall Disney, per poi vivere sul campo, delusioni dopo delusioni.
In qualche modo Trump dovrà rendere conto ai propri elettori, che a noi non sembrano così tanto amorevoli con l’establishment, mentre sul fronte opposto notiamo forze politiche e sociali pronte a scendere sul campo di battaglia al primo errore.
Ammettiamo inoltre, che il Presidente si dichiari contrario alla permanenza della Yellen a capo della Fed. Una sua rimozione avverrebbe non prima dei prossimi dodici mesi.
Lascio a voi pensare quindi al clima infuocato al quale assisteremmo tra la Fed e l’amministrazione Usa.
Inoltre si fa un gran parlare di manovra fortemente espansiva: abbassamento tasse, maggiori investimenti. Questo mix è l’ideale per un aumento del deficit. Ma i repubblicani non erano sempre stati contrari a fare deficit durante l’amministrazione Obama?
Trump potrebbe quindi avere qualche problemino al Congresso nel far passare misure fortemente espansive come del resto attese dal mercato.
Intanto la Yellen quest’oggi ha detto che relativamente presto ci sarà un rialzo dei tassi, se i dati confermeranno il trend. E’ un modo elegante per indicare un rialzo certo a metà dicembre, con tutta la gioia dei repubblicani, di Trump e delle banche.
Ah come sono lontani quei tempi in cui si diceva che una volta saliti i tassi di mercato sarebbe saltato in aria il gigante di carta!!!
La Yellen fra le altre cose ha voluto affermare la politica di rigore perseguita nel corso di questi anni, riguardo a regolamentare il sistema bancario. “si dovrebbe essere felici che ora il sistema finanziario è più sicuro e poggia su basi più solide”. Caro Trump: uomo avvertito……. Occhio che ti ho nel mirino J
BTP FUTURE
A proposito di tassi, sembra che il Btp non se la stia passando tanto bene. Quest’oggi il tasso decennale italiano ha raggiunto quota 2,10 contro lo 0,28 di quello tedesco. Superato quindi anche il livello dei 180 punti in termini di spread. Il pericolo arriverebbe sopra la soglia dei 200 punti, anche se tale evento non è previsto prima di conoscere l’esito del referendum.
Da un punto di vista tecnico osserviamo per il momento la difficoltà a rimanere al di sopra dei 134 punti, sul quale è posto un target Elliott-Fibonacci molto importante.
La tendenza è fortemente bearish, anche se gli indicatori sembrano offrire una tregua.
E’ chiaro che l’esito del referendum è vitale. I sondaggi vedono una prevalenza dei NO, ma ci sono elementi che non vanno trascurati, come gli indecisi, gli italiani all’estero e molti che si vergognano a dichiararsi favorevoli per il SI. Il primo di questi sembra essere proprio Berlusconi
GOLD FUTURE
Altro osservato speciale in questi giorni è senza dubbio l’oro, alla luce del rialzo dei tassi di mercato e soprattutto del rafforzamento del Dollaro.
Il prezzo delle put ha raggiunto i massimi degli ultimi 12 mesi a conferma della forte speculazione ribassista presente. Generalmente, i picchi massimi del costo delle put ha rappresentato per l’oro un motivo per riequilibrarsi verso l’alto.
Quota 1195 rappresenta il supporto più importante, sotto il quale non è preferibile andare.
EUROSTOXX DAILY
Gli oscillatori presentano un timido miglioramento. Per il momento il supporto di quota 2985 non è stato messo in discussione.
Quota 3100 è la prima resistenza rappresentata dalla trendline di lungo periodo. Il superamento di quota 3100 e 3120 costituirebbero una probabile conferma di inversione.
Ovviamente stiamo parlando di livelli superiori del 2% rispetto ai livelli attuali.