MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Analisi del mercoledì presa dal servizio www.moneyriskanalysis.com!

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What is tapering?

Non passa un giorno senza che un personaggio legato a qualche banca centrale rilasci una dichiarazione che inevitabilmente si riflette sulle quotazioni di mercato.

Questa volta è toccato a due funzionari della Bce, talmente coraggiosi da chiedere l’anonimato, che hanno addirittura pronunciato la parola “tapering”, riguardo al QE europeo. La fonte questa volta è Bloomberg, ossia il massimo dell’attendibilità.

In sostanza “Cip e Ciop” avrebbero detto:

In Bce c’è un accordo di massima che il Qe andrà gradualmente diminuito prima di arrivare al suo totale esaurimento.

 Il rallentamento sarà di 10 mld al mese

 Il timing dipenderà ovviamente dalle prospettive economiche.

Ovviamente queste sono solo parole sparate al vento, ma che il mercato non aveva prezzato minimamente. In sostanza la parola tapering non era contemplata dagli algoritmi che analizzano lo scenario europeo.

Una specie di fulmine a ciel sereno, nonostante che nella sostanza non sia successo niente. Tuttavia, il fatto che se ne parli significa molto per chi è alle prese con la patata bollente dei bond decennali o trentennali a rendimenti zero o addirittura negativi.

Queste dichiarazioni, benché, nella sostanza non cambino il quadro, visto che il tapering potrebbe arrivare nell’anno 2120, suonano come un aiutino a Deutsche Bank, la quale ha in piedi una scommessa per circa 30 mld in derivati su un rialzo dei tassi.

Un altro aiutino se ben ricordiamo è arrivato venerdì scorso quando sembrava ormai certa una riduzione della multa da 15 a 5 mld, che ancora non ha trovato conferma.

Ma a che gioco giochiamo?

Per caso il biscazziere si è messo a barare di brutto?

Il fatto che i mercati oscillino in modo anomalo, in base a qualsiasi dichiarazione proveniente da fonti vicine alle banche centrali significa principalmente due cose:

  • La liquidità, come abbiamo detto da sempre, è il fattore determinante che giustifica un livello elevato delle quotazioni come quello presente ad oggi. Il venir meno dei flussi presenti oggi, inevitabilmente si farà sentire negativamente sui mercati, in primis su quelli obbligazionari.
  • Gli investitori sono privi di idee e stanno pian piano esaurendo le motivazioni per rimanere sul mercato.

Inoltre, il fatto che si cerchi di remare in favore di Deutsche Bank la dice lunga su quanto possa pesare il problema all’interno delle istituzioni finanziarie.

Fra gli asset più colpiti, dopo le dichiarazioni di ieri, figura sicuramente l’oro che ha subito un calo superiore al 3%.

Il grafico di cui sopra (aggiornato al 2012 ma alquanto interessante) mostra la decorrelazione tra tassi reali (linea blu) e l’oro.

Ebbene, come posiamo vedere il forte rialzo dell’oro ha coinciso con l’entrata in territorio negativo dei tassi reali.

Questo scenario è destinato a rimanere tale ancora per lungo tempo. Un rialzo dell’inflazione, infatti non sarà accompagnato da un rialzo dei tassi di ugual misura, in quanto le banche centrali saranno obbligate a perseguire una politica sempre più accomodante.

Come possiamo vedere dal grafico, l’oro, rompendo il supporto di 1298, si è avvicinato al livello di 1260. Nel contempo è stata perforata anche la media di lungo periodo situata a 1290. Secondo i quadranti di Gann, la situazione ritornerà alla normalità solo superamento di quota 1285 confermato.

Al momento la direzionalità è in crescita, mentre gli indicatori convergono verso il basso.

In questi giorni abbiamo segnalato più volte la debolezza del metallo giallo rispetto all’Oil il quale era da preferire. Sarà nostra cura pertanto attendere l’inversione di tale forza, al fine di guardare con maggiore ottimismo. La correlazione nel lungo fra le due commodity è pari a 0,20, quindi medio alta.

Guarda caso, il settore che presenta una correlazione decisamente avversa all’oro è il bancario.

E’ chiaro quindi che molti investitori professionali, stanno rafforzando tale settore, confidando nella volontà delle banche centrali di creare migliori condizioni per gli istituti di credito.

Come possiamo vedere il settore bancario è lontano dall’avere una configurazione rialzista. Fra le altre cose il nostro indicatore MRA, si sta muovendo in territorio negativo, sintetizzando ancora una situazione di pericolosità.

Il livello di resistenza più importante è situato a 97.

Il giorno 4 ottobre è iniziato un nuovo set-up che ci accompagnerà fino al 18. Questo ci permette di considerare due importanti livelli situati a 10650 (resistenza) e 10500 (supporto).

Sotto quota 10500 attendiamo un attacco all’area di supporto di 9950. Sopra 10650 il target è da indicare a 11000.

Da parte nostro riteniamo che il mercati abbia più rischi impliciti che opportunità evidenti.

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    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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