“Vi scongiuro, fratelli, restate fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze! “
Così parlò Zarathustra (Nietzsche)
Nietzsche ne parlava in merito alla figura dell’oltreuomo rispetto al rapporto con Dio, di cui narra la morte. Zarathustra torna dalla montagna al mercato, per portare i grandi insegnamenti all’uomo. Con tale ritorno Nietzsche si contrappone a Shopenhaur, che faceva allontanare l’uomo dal mercato mandandolo sulla montagna, per poter trovare il proprio misticismo.
Restare fedeli alla terra è quello che abbiamo sempre cercato di fare. Pur necessariamente rimanendo attenti relativamente alle informazioni date dai banchieri centrali, ci siamo sempre fatti domande, abbiamo cercato di non combattere Fed/BCE/BOJ/BOE/BOPC ma nemmeno di assecondarle all’estremo, perché se è vero che non c’è un Dio Monetario, c’è un uomo che con la sua visione può cercare di andare oltre quello che gli Dei Centrali costruiscono per lui e vedere le cose per quelle che sono.
E le cose, come sono, sono emerse da Jackson Hole.
Questo cercare la terra va fatto, anche se l’informazione, il modello economico (capitalismo), la realtà che vive quotidianamente, le regole impostate dal sistema, gli costruiscono attorno dei muri e delle cortine di nebbia che mirano a farlo vivere in una scatola.
In tale scatola l’uomo può essere felice o può essere triste. Ma rimane in una scatola. Il vero segreto è alzarsi sulle gambe e guardare fuori dalla scatola, togliendo il coperchio.
Allora si che si può cercare di fare la differenza.
E quando si guarda fuori dalla scatola spesso si vede un’umanità che si è inventata dei target mediante modelli macroeconomici (inflazione al 2% e disoccupazione sotto il 5%) che è facile capire siano solo numeri, spesso anche piuttosto “raffazzonati” (come il deficit europeo del 3%, che sta tenendo affamate intere popolazioni e che era nato come una sparata di un economista europeo).
Guardando fuori dalla scatola ti accorgi che le pareti (fatte da modelli finanziari, governativi e di società che si sono costruiti nel tempo) a volte sono spessi muri di acciaio, altre volte sono fragili pareti di carta, che a te da dentro la scatola sembrano solidi allo stesso modo.
E soprattutto ti accorgi che ci sono molte altre scatole intorno a te, in cui ci sono altre persone e da alcune escono delle teste come la tua che si guardano in giro perché come te non amano stare nella scatola e vogliono fare qualcosa di diverso e forse vivere e capire, piuttosto che accettare e sopravvivere.
Tutto intorno alle scatole ci sono i manutentori sotto forma di regole, storia, burocrazia, governi, modelli monetari e sociali. Sono oggetti inanimati che mettono in sicurezza le scatole, in modo che tutto vada “come è meglio che vada, come è sempre andato, come deve andare”.
E ti domandi: ma è questo che serve davvero all’umanità?
Fare delle regole per poi accorgersi che non bastano nel tempo che sono servite solo a creare squilibri mondiali?
O forse sarebbe il caso che i driver cambiassero?
E se la Fed al posto di parlare di target di inflazione e di occupazione, di pil e di import/export, valutasse il suo operato ad esempio in: indice di felicità complessiva della popolazione, tasso di educazione, numero di pubblicazioni di libri, evoluzione del pensiero collettivo, aumento del tasso di sopravvivenza della popolazione umana, diminuzione del rischio estinzione, cura di malattie mortali, scoperte tecnologiche e mediche, navi spaziali costruite, fonti di acqua scoperte, mondi abilitabili scoperti?
Perché alla fine diciamolo con chiarezza: l’obiettivo finale non è l’inflazione al 2%, ma la sopravvivenza della specie nei secoli.
Chair Janet L. Yellen
At “Designing Resilient Monetary Policy Frameworks for the Future,” a symposium sponsored by the Federal Reserve Bank of Kansas City, Jackson Hole, Wyoming
Il simposio mirava a capire se i modelli monetari e gli strumenti monetari e a disposizione sono sufficienti.
La risposta che ne esce è una e chiara: NO.
E’ palese, e lo dice la stessa Yellen, che la recessione ha mostrato l’insufficienza degli strumenti monetari che si avevano nel 2008, difatti si sono messi in campo acquisti di bond (investing e non) e si sono portati i tassi a livello prossimi allo zero (sotto zero per alcune banche centrali).
L’uscita da questa situazione di “easing” (all’essere umano il concetto di semplificazione e di semplice piace molto, anche se spesso viene abusato, perché iniettare nel sistema trilioni di dollari per tenerlo insieme sarà anche easing di breve, ma non di lungo per i motivi che vedremo successivamente) sembra molto lontana e gli economisti si interrogano sul cambio di modello monetario ed economico che ne deriva.
In fondo se hai un modello matematico fatto per far funzionare un sistema, se il sistema non risponde più secondo i parametri che ti aspetti, è chiaro che devi cambiare il modello o cambiare le variabili del modello o cambiare il sistema … o accorgerti che hai cambiato il sistema …
Quello che è emerso da Jackson Hole, in prima battuta, è che cambieranno i primi due, e forse, più precisamente, che sono già cambiati.
Il modello molto probabilmente prevederà dei tassi di inflazione target più alti (il che permetterà alla Fed di aiutare maggiormente l’economia e per più lungo tempo senza incorrere in situazioni del tipo “siamo al target ma dobbiamo spingere ancora” che darebbero un segnale negativo ai mercati).
Inoltre prevedrà acquisti di bond più massicci: si parla di 4 trilioni di dollari in caso di una prossima recessione: in tale modo la fed raddoppierà il suo bilancio attuale e andrà ben oltre un bilancio che in tempi “normali” viaggiava di molto al di sotto del trilione.
La fed inoltre userà massicciamente nuovi e vecchi strumenti di politica monetaria, alcuni dei quali introdotti dopo il 2008.
Nel 2011 la Fed ha iniziato a pagare interessi sui depositi effettuati dalle banche presso di lei, in modo da aggiungere uno strumento che aumentasse la liquidità nel sistema e le permettesse più semplicemente di raggiungere gli obiettivi di tassi prefissati, sganciando i depositi dai livelli di tassi previsti. Era una cosa che altre banche facevano già e che la Fed ha aggiunto come tool dopo approvazione del congresso. Per la fed c’era una relazione molto forte tra depositi e fund rates. Pagando gli interessi la Fed riesce meglio a gestire i tassi, perché alzando o abbassando lo IOER (il tasso di interesse che paga alle banche sui depositi) riesce meglio a farlo ricadere sull’economia reale e a guidare i depositi che le banche accantonano. Questo strumento è stato usato a fine 2015, quando sono stati rialzati i tassi. La stabilizzazione dei tassi è stata possibile anche grazie all’uso del IOER.
Altri due tool sono stati messi sul campo.
L’acquisto di assett sul mercato primario e secondario, ha permesso anche con i tassi vicino a zero di tenere i costi di approvvigionamento di denaro per gli americani (detto indebitamento) molto bassi.
Il terzo tool è stato l’introdurre la “extend forward guidance” ovvero delle indicazioni date dalla banca centrale sullo stato dei tassi (“terremo i tassi molto bassi per lungo tempo” … lo abbiamo sentito dire numerose volte anche da Draghi). Questo mediante una “buona” comunicazione e dei modelli macroeconomici di lungo periodo.
In particolare l’asset purchase e l’IOER sono stati utilizzati nel tempo insieme. La Fed avrebbe fatto fatica a comprare molti assett se non avesse avuto l’IOER, perché non sarebbe stata in grado di controllare gli effetti sulla politica monetaria di lungo termine. Con l’IOER riesce a controllare la liquidità nel sistema (un po’ come fa la BCE facendo pagare interessi sui depositi per cercare di spingere le banche a prestare a privati e aziende). Altrimenti gli assett purchase sarebbero diventati semplicemente riserve immobili, mentre con i tassi sopra zero diventano riserve che generano liquidità sottoforma di interessi per le banche che immettono questa liquidità nel sistema.
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