MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Brexit

 Considerazioni Iniziali

In questi ultimi giorni la stampa mainstream ha detto che i mercati hanno ritracciato per paura della Brexit, nemmeno la Brexit fosse stata organizzata ieri.

La Brexit è stata annunciata mesi fa e il mercato che ha bisogno di periodici catalizzatori, l’ha semplicemente ignorata per mesi, per poi ricordarsi che esiste.

Prima di tutto vogliamo ricordare, come già fatto nelle settimanali precedenti, che c’è molto a cui stare attenti oltre alla Brexit nei prossimi giorni:

Settimana prossima ci sono:

  • il meeting della Fed (14-15)
  • Ci sono le tre streghe (venerdì)
  • C’è il meeting della BOJ (15-16)

Dopo ci sono:

  • Brexit (23)
  • Elezioni spagnole (26)

Quindi i driver sono numerosi e i pesi sicuramente maggiori sono da dare nel brevissimo alle tre streghe e nel medio periodo a Brexit e Fed.

In fondo il mercato cerca un pretesto per uscire dal laterale in cui si trova da ormai alcuni mesi e il Brexit potrebbe essere il metodo per uscire sia in positivo che in negativo

Il Brexit – Premesse

Il brexit ha un valore intrinseco molto altro.

Gli UK sono sempre stati il cugino “un po’ dentro e un po’ fuori” nell’ambito dell’UE, cioè quello che vuole essere del club ma che non vuole stare alle regole del club. Quindi quello che ha voce in capitolo ma che però può decidere di non fare quello che gli altri fanno. Non per niente hanno ancora il loro British Pound e lo tengono come una reliquia.

Stare nell’Europa negli ultimi anni, ha sicuramente pagato gli UK che altrimenti sarebbero una piccola ex potenza in un contesto di giganti (USA, CINA, prossimanete INDIA e INDONESIA), anche se meno del previsto perché questa instabilità europea oggettivamente disturba chi è dentro la UE, figuriamoci chi ci orbita intorno.

A questo punto Cameron già nel 2013 ha promesso di fare un referendum per decidere se rimanere in UE, se avesse vinto le elezioni nel 2015. Cosa non si fa per un pungo di voti … E dopo aver vinto ha detto che avrebbe fatto il referendum, ma fa campagna contro … la politica in fondo è coerenza di incoerenza nella sua accezione meno nobile.

Per il “remain” si sono espressi praticamente tutti i leader mondiali (tra cui Obama che si è preoccupato di andare in UK a trovare Cameron per dire che il Brexit sarebbe un grosso problema per l’economia globale), gli statisti dicendo che i rischi sono imprevedibili, gli economisti dicendo che si prevede una forte recessione con perdita di 4-5 punti del pil e i capi di stato globali che hanno già abbastanza gatte da pelare con la “decrescita globale” e i debiti per cui un cigno nero come il Brexit non sarebbe sicuramente un bel grattacapo in più.

Giusto ieri per rasserenare gli animi, da buon mediatore, è intervenuto Shauble che ha detto che gli UK se usciranno non orbiteranno più nel contesto UE, visto che è come uscire da un club e poi voler comunque berne i cocktail.

La posta in gioco nel Brexit è molto alta per l’instabilità economica che potrebbe portare e perché darebbe “fuoco” a tutti i movimenti antieuropa e secessionisti che si moltiplicano in questa unione (vedi Lega, vedi la Catalogna in Spagna, e molti altri).

Il Brexit – Situazione

I poll attuali danno un rapporto Brexit-Remain di 50-50 (http://whatukthinks.org/eu/).

Vediamo il confronto giovani-anziani.

  1. i giovani sono contro il Brexit. La campagna dei “remain” nelle ultime settimane si è indirizzata molto sui giovani, con slogan tipo “non lasciate scegliere ai vecchi il vostro futuro”. La campagna è stata così massiccia (ed evidentemente la paura così grande che ci fosse davvero il Brexit) che martedì (ultimo giorno di registrazione online per poter votare) il sito è andato in crash e gli UK hanno dovuto estendere di 48 ore la possibilità di registrarsi per troppe richieste. I giovani sono stati “accesi” dal confronto tra Cameron e Farage dove Cameron ha avuto la meglio. Negli ultimi giorni di registrazione 500.000 mila giovani di età sotto i 25 anni si sono registrati, contro 13.000 di età tra i 65 e i 74 (un po’ sicuramente per diverse capacità tecnologiche, anche se la “sproporzione” è notevole e mostra chiaramente il fenomeno che si è costituito).
  1. Gli anziani sono a favore del Brexit. La storia a braccetto con l’UE li ha un po’ frustrati e ammiccano alla Svizzera che sta tanto bene nell’orbita della UE senza esserci dentro. Poi ricordano i bei tempi senza UE, che poi tanti belli non erano per l’economia UK che era comunque una potenza in decadenza e aveva ceduto il passo agli Usa come superpotenza mondiale.

Quindi dal punto di vista dell’età, i più vecchi sono a fare del Brexit per motivi vicini al “si stava meglio quando si stava peggio” mentre i giovani dai poll sembrano ritenere  che gli UK al di fuori della UE non hanno futuro.

Per quanto riguarda le classi sociali, i ricchi sono a favore del rimanere, i poveri a favore dell’uscire. Anche qui i motivi sono semplici da capire: se sono ricco perché cambiare? Se sono povero perché non cambiare?

Donne e uomini sono bilanciati: entrambi i sessi sono metà a favore e metà contro il brexit.

Gli scozzesi sono per il rimanere (si sono pronunciati poco tempo fa per rimanere anche in UK), i gallesi leggermente a favore del Brexit (d’altra parte scozzesi e gallesi non è che possono andare d’accordo).

La londra-finanziari è a favore del Remain, le periferie sono a favore del Brexit.

Nel Brexit ha avuto anche un grosso ruolo la questione immigrazione, ed è per questo che Cameron è stato sempre molto rigido. Far venire gli immigrati in massa voleva dire favorire il Brexit, se il brexit fallisce,ci può sempre pensare dopo.

Il Brexit – Industriali

 Cosa pensano del Brexit i grandi CEO delle multinazionali UK e europee?

 I filoni di pensiero sono 3:

  • Non ci sarà Brexit: quindi non succederà niente
  • Ci sarà Brexit:
    • Questi CEO prevedono dei grossi impatti sulla produzione UK, con il rientro di numerose fabbriche e produzioni dall’UK ai paesi UE. Inoltre la preoccupazione più grande che vedono è l’instabilità derivante dall’uscita dall’UK, che porterà altri processi secessionisti rendendo difficile fare business in UE e quindi a sua volta uno svuotamento delle attività manifatturiere e industriali in UE, con crollo degli investimenti per eccessivi rischi politici.
  • Il terzo gruppo è formato dal gruppo finanziario e dalla Svizzera, che pensano maggiormente agli effetti immediati su loro stessi.
    • Per i gruppi finanziari si prospetta grande volatilità e quindi grandi opportunità
    • Per i gruppi finanziari ci si aspetta un grosso impatto occupazionale. HSBC prvedere di spostare 1000 persone dal UK al continente in caso di Brexit, JP Morgan 4000. Questo porterà una notevole mole di lavoro nel continente, perché serviranno avvocati, strutture di supporto, ambienti, case, infrastrutture informatiche per poter supportare un mondo finanziario intero che migra dall’UK al continente.
    • La finanza Svizzera e i CEO Svizzeri vedono grande possibilità perché l’UK diventerebbe una specie di seconda Svizzera nell’orbita UE e quindi l’asse Svizzera-UK sarebbe molto più forte nel negoziare con l’UE. Questo porterebbe vantaggi per gli Svizzeri, ritengono molti locali.

Il Brexit – Analisi Finanziaria

Dal punto di vista finanziario, si possono credere due cose: che ci sia il Brexit o che non ci sia. Credere serve a poco, per cui è meglio fare analisi.

Se c’è, le cose più probabili sono una discesa dell’euro e del GBP con rafforzamento del CHF e USD. Quindi effetto leva sui cross EURUSD e EURCHF (discesa di EUR e salita di CHF e USD). Il rafforzamento dell’USD non farebbe piacere agli emergenti putroppo, ma la fuga probabile sarebbe verso queste valute (CHF e USD come detto). L’oro potrebbe apprezzarsi come valuta alternativa (in fondo l’oro è un cross valutario contro materia prima considerata valuta) in ottica soprattutto di ulteriori turbolenze in area euro per altri moti secessionisti.

Grafico GBPUSD – In laterale tra 1.47 e 1.38 dopo la discesa iniziata ad Agosto 2015 da quota 1.57

Il FTSE100 (big cap UK) dovrebbe subire un’iniziare discesa anche se nel medio periodo le big cap potrebbero beneficiare del GBP debole. Lo stesso per le aziende europee, con la variabile però dell’instabilità dell’unione dopo il Brexit.

Grafico FTSE 100 Daily – Ad Oggi l’FTSE 100 si muove a ridosso del cross delle medie 50 e 100

I mercati in generale dovrebbero risentirne nel breve e medio periodo, potrebbe essere il pretesto per uscire al ribasso dal laterale attuale.

In caso di nulla di fatto (“remain”), i mercati probabilmente tenterebbero di uscire dal laterale attuale al rialzo, con il Dax che tenterebbe la rottura di 10400 con buona proabilità. Gli assett più interessanti sul rimbalzo sono assicurativi e bancari, sebbene nel medio periodo i loro problemi strutturali (particolarmente dei bancari) rimarrebbero.

In entrambi gli scenari i movimenti valutari potrebbero essere molto consistenti.

Entrambi gli scenari sono subordinati alle scelte della Fed del meeting imminente, che è l’altro main driver del mese.

 Immaginiamo per un attimo gli scenari migliore e peggiore:

  • Fed non rialza i tassi, no Brexit (positività)
  • Fed rialza i tassi, Brexit (negatività)

Ricordiamo poi che il Brexit è una sorta di cigno nero, ovvero un evento molto raro, ad alto impatto e i cui effetti sono oggettivamente difficili da prevedere con precisione perché le coseguenze riguardano sistemi molto complessi e fuori dal controllo della mente umana per la loro complessità, tra l’altro difficilmente modellizzabili anche con il supporto della tecnologia. Il cigno nero in realtà solitamente è imprevedibile, nel caso del Brexit è previsto ma è stato largamente sottovalutato nell’ultimo periodo.

Categories: Europa

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