E’ l’ora di ri-emergenti
Sono molti mesi, forse anche troppi, che i mercati emergenti vengono etichettati come “affogati”. I coefficienti di sostenibilità dicono che se ci sono dei paesi a rischio annegamento sono proprio quelli cosiddetti core.
Demografia – Crescita – Monetarismo
Sono tre elementi essenziali, dai quali i mercati si sono allontanati in termini di valutazione, badando più alle parole di Draghi piuttosto che a quelle della Yellen.
I macrotrend pertanto, sembrano essersi presi un periodo sabbatico, lasciando il posto alla speculazione, volta a cogliere i flussi e deflussi del momento, la quale non si preoccupa certo della sostenibilità a lungo termine.
Demografia
Questa parola sta alla base di un sistema economico. Una popolazione in crescita e oltretutto giovane, esprime un alto potenziale di espansione economica, sostenibile nel lungo. Al contrario, quando la popolazione invecchia, il debito pubblico è destinato ad aumentare intraprendendo la traiettoria dell’insostenibilità. A questo pertanto corrispondono tassi di crescita anemici. Esempi eclatanti sono il Giappone e l’Italia.
Crescita
Quando si parla di macrotrend non ci si deve limitare ai fattori contingenti, ma a delle estrapolazioni decennali, sulla base di elementi resilienti nel lungo termine, come la crescita demografica, culturale e urbana.
Monetarismo
Sarà un caso, ma è proprio in quei paesi più vecchi demograficamente, che assistiamo ad un processo deflattivo tale da aver spinto le banche centrali a portare i tassi in negativo. Prestare i soldi quasi sembra diventato un bisogno, piuttosto che un servizio. Segno che le regole che hanno tenuto in piedi il sistema capitalista iniziano a traballare. La Fed sembra a tutti i costi voler evitare questo destino.
In un paese vecchio demograficamente, la capacità di spesa diminuisce. Pensiamo ad esempio al potere di acquisto di una pensione rispetto all’ultimo stipendio. Pensiamo a come questo verrà sostituito da un giovane che entrerà nel mondo del lavoro. Quali saranno le sue capacità di spesa rispetto a colui che è appena andato in pensione? Ovviamente soprassediamo in questa sede sul problema della disoccupazione giovanile.
Nei paesi emergenti, il monetarismo, gode tutt’oggi di quelle regole che hanno tenuto in piedi per secoli il nostro sistema. Abbiamo infatti un’inflazione, chi più chi meno, ma un’inflazione. Abbiamo dei tassi di interesse che in qualche modo remunerano il capitale. Abbiamo delle banche centrali che ad oggi, possiedono tutte le armi necessarie per regolare la crescita economica. Armi oltretutto convenzionali.
In passato, la parola emergenti era fin troppo generica e spesso veniva abbinata ad alcune commodity in primis il petrolio.
Con la crisi di liquidità e il crollo delle commodity è nata finalmente una vera e propria selettività, che ci obbliga a valutare con estrema cura le aree sulle quali puntare.
Paesi che negli anni precedenti si sono seduti sugli allori e altri che invece hanno dato o stanno dando vita a riforme strutturali importanti, è una prima distinzione. Altri fattori utili a selezionare il tutto possono essere quelli culturali, reddituali, politici etc.
Con questo vi auguro buon fine settimana e a risentirci alla prossima.