Tra paura e avidità
Dopo la paura generalmente, viene l’avidità, ossia quella fase mediante la quale un individuo, non
accettando la sconfitta cerca di rifarsi il più velocemente possibile.
Più che consultare giornali e news, pertanto, cerco di leggere, al meglio possibile, queste fasi che
caratterizzano l’investitore, attraverso lo studio dell’analisi quantitativa.
Da una pianificazione fatta in tempi non sospetti, su quelli che erano i principali obiettivi della teoria
di Elliott-Fibonacci, possiamo dedurre che la fase della paura sta lasciando il posto all’avidità.
Da questa dinamica emotiva, ovviamente non è immune nessuno, tanto meno chi presiede cariche
importanti quali la Bce.
Detto questo, cosa aspettarci in questi giorni?
Prima di tutto questa mattina, gli operatori cercheranno di aprire scommesse, riguardo ad una
soluzione favorevole da parte della Bce.
Quindi attendiamoci quantomeno un mercato caratterizzato da movimenti piuttosto anomali.
Ma cosa si intende per soluzione favorevole?
Anche Draghi, dopo la batosta subita dal mercato da dicembre ad oggi e soprattutto dopo la fase
terrificante del settore bancario, italiano in particolare, cercherà in tutti i modi di rifarsi, almeno
sotto il profilo dell’immagine.
Come sappiamo, dall’ultima riunione, non sono trapelate indicazioni, tali da illudere i mercati.
Chissà che questa volta non si giochi una carta a sorpresa?
Tralasciando il settore bancario, che sta vivendo una fase che non si vedeva dai tempi di Lehman,
mi soffermerei sul problema spread.
E’ chiaro che un deterioramento del settore bancario influirebbe inevitabilmente sulla sostenibilità
dei debiti pubblici dei paesi maggiormente interessati. Questo rischio il mercato, lo sta già iniziando
a prezzare.
La Bce quindi, potrebbe questa volta uscire con un aumento a sorpresa degli acquisti mensili sui
titoli di stato. Ciò non dispiacerebbe nemmeno alla Germania, visto che possono essere acquistati
titoli fino ad un rendimento negativo di 0,30, ossia il limite massimo indicato dai tassi di deposito.
Ancora oggi il Bund, infatti, esprime un tasso dello 0,45 scarso.
Una decisione del genere influirebbe ovviamente sull’Euro, ma soprattutto su quegli asset
particolarmente sensibili a tassi molto bassi.
Passata quindi la paura si entrerebbe in quella dell’avidità, caratterizzata da violenti rimbalzi, tipico
di un mercato strutturalmente short in ottica di lungo periodo.