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PBOC
La banca popolare cinese dopo il crollo della borsa, ha dichiarato guerra agli speculatori. Oltre ad avere dichiarato una difesa “costi quel che costi” della propria borsa, sulla quale aveva dirottato i risparmiatori cinesi per aumentare la disponibilità economica, recentemente ha dichiarato che vuole i nomi di chi vende. Siamo arrivati al punto che vendere diventa illegale, una sorta di manipolazione del mercato con caccia alle streghe.
Oltre ad essere illegale, si presenta un po’ come una dichiarazione di impotenza verso i sell che stanno colpendo la Cina. La Cina, con il crash della borsa del 30% che ha coinvolto milioni di risparmiatori, sta trascinando al ribasso le commodities, oltre a coinvolgere valute a lei molto correlate come AUD e NZD.
La BPOC è inoltre interessata a difendere il mercato per mostrare di avere un’economia solida; del resto non può difenderlo troppo altrimenti la manipolazione evidente di mercato (come se le altre banche centrali non facessero niente …) potrebbe essere un pretesto per l’FMI per non includere lo Yuan nelle valute di riferimento alla rivisitazione dell’SPDR a Ottobre.
Interessante poi ricordare come la Cina per sostenere il mercato abbia tra le altre cose dichiarato dopo 6 anni le riserve auree con un dato sostenuto dagli analisti come palesemente truccato al ribasso, non solo dal punto di vista della sequenza temporale (la variazione era tutto nell’ultimo mese) ma come quantità.
La BOPC potrebbe sparare altre pallottole d’oro nei prossimi mesi per difendere la sua credibilità, sebbene stia continuando a fare mosse azzardate, come ad esempio fare delle partnership con firme HFT alla scopo ufficiale di dare liquidità al mercato cinese e ufficioso di sostenerlo in caso di sell.
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