Allora tutto ok, la Grecia è apposto. Renzi, che si era inizialmente finto amicone del Varoufakis e di TSipras e che all’ultimo minuto (poco prima del referendum) ha fatto il volta faccia, ora può uscire dal torpore generato dal non poter fare quello che sa fare meglio (l’annunciatore) e riprendere il suo percorso.
E così fa subito: legge sulla scuola, toglieremo l’imu sulla prima casa, ridurremo le tasse, mancava solo più pilù per tutti e poi era uguale a Cetto la Qualunque, o forse a Silvio Berlusoni.
Povera Italia, dove il lavoro viene svilito e la chiacchiera esaltata, dove sporcarsi le mani è diventato da sfigati e riempirsi la bocca di promesse da campioni, dove la parola data vale meno della carta igienica, tanto il giorno dopo si può smentire.
Quest’anno si prevede un pil a +0.6%, un misto tra un rimbalzo tecnico e un’inevitabile conseguenza derivante dalla svalutazione di euro. Non di solo consumo vive l’italia, ma anche di export e l’export con l’euro a questi livelli subisce una buona spinta. L’anno prossimo faremo addirittura un +1.4%. Mirabolante. Anche se le previsioni non è che di solito vengano azzeccate, tanto è vero che se guardiamo le previsioni fatte 1 anno fa (senza sapere che ci sarebbe stato il QE), ci rendiamo conto di quanta fuffa ci sia in queste previsioni.
Attualmente siamo (nel q1) a +0.3%. In questo 0.3% dobbiamo considerare tre aspetti:
- un rimbalzo tecnico dopo 6 trimestri di discesa
- l’euro debole come già detto
- il fatto che nel pil sono state messe le approssimazioni associate ad esempio a prostituzione e sommerso, stime che possono essere fatte a piacimento
Quindi +0.6% è poco meno di un alito di vento, se poi verrà confermato dai fatti.
Ma non c’è problema, basta un paio di annunci e una bella promessa e tutto passa.
Anzi, prendiamoci un bel gelato.