Visto che quest’oggi c’è poco di nuovo di cui parlare (sarà il caldo o l’apatia nella quale si muovono i mercati), vorrei approfondire quanto sta accadendo al mondo del lavoro e di riflesso a quello dei consumi.
In questo grafico è raffigurato bene quello di cui voglio parlare. Il tasso di partecipazione al lavoro dal 1980 a oggi ha segnato nuovi e preoccupanti minimi a prescindere da un tasso di disoccupazione tipico da boom economico.
Vi faccio un esempio: ultimamente si parla molto di Cloud. Apple, Google, Amazon, Facebook e altri colossi si stanno concentrando su questo settore.
Il Cloud permette alle aziende di tutto il mondo di decentralizzare i loro server, utilizzandone altri virtuali presso le società precedentemente citate. Questo comporta minore produzione di server e minor personale addetto alla loro gestione. Parallelamente i server necessari dovranno avere una potenza maggiore affinché possano essere utilizzati dai colossi che vendono il servizio di Cloud.
Adesso capite bene, che la tecnologia sta sottraendo inevitabilmente lavoro anche a quei settori che sembravano immuni, fino a poco tempo fa. Se guardate la figura sopra, quello che vedete dentro la nuvoletta era praticamente necessario a qualsiasi azienda con tutto quello che ne comportava in termini di produzione, lavoro e investimenti. Adesso il tutto avviene in outsourcing mediante l’utilizzo del Clouding impiegando un’infinitesima parte di quanto veniva prodotto in precedenza.
Ovviamente tutto questo non vuole essere una condanna a quanto sta succedendo, ma solo una riflessione per capire quanto strutturale sia la perdita dei posti di lavoro subita negli ultimi dieci anni. Mi direte: ma si producono più tablet o smartphone. Concordo, ma gli stessi richiedono sempre meno manodopera in quanto vengono prodotti su larga scala alla velocità della luce.
Da un lato quindi assistiamo ad una domanda sempre maggiore di manodopera iper-qualificata, dall’altra all’emarginazione quasi totale di quella bassa, che sfortunatamente abbraccia la maggioranza delle persone. Detto questo proiettate il tutto in altri settori nei quali la sostituzione dell’uomo per lasciar posto alle macchine o al virtuale è ancor più evidente.Perfino il biscazziere di un tavolo da poker non esiste più, visto che il tutto ormai viene organizzato su piattaforme virtuali.
Che altro possono fare le banche centrali per ovviare ad un problema lavoro che non è ciclico ma strutturale? Stampare i soldi e metterceli direttamente nei portafogli? Quasi.
Sicuramente in questi giorni avrete letto come la Finlandia stia pensando ad un reddito di cittadinanza di 1000 euro al mese per ciascun cittadino, sfruttando le risorse petrolifere e le entrate statali. Del resto Nokia sta offrendo sempre meno opportunità. Questo avviene tranquillamente nei paesi come Arabia Saudita e Kuwait dove i cittadini percepiscono un reddito tutt’altro che da fame, per il solo grattarsi la pancia tutto il giorno.
Il futuro pertanto sembra riservarci un sempre minor utilizzo della specie umana, la quale verrà anestetizzata attraverso un mantenimento statale ai limiti della sopravvivenza. Questo ovviamente, quando le famose Google o Facebook smetteranno di frodare il fisco attraverso triangolazioni ritenute lecite. Personalmente non vedo alternative a tutto questo.
La soglia oltre la quale vi è una irreversibilità della struttura del ciclo economico è già stata superata.