L’Italia è il Paese che spende di più nel pagamento delle pensioni
Basterebbe agire da buon padre di famiglia applicando il metodo contributivo in modo retroattivo per sbloccare risorse tra 30 e 40 mld.
Il 90% di chi percepisce una pensione, ad oggi, non ha versato contributi sufficienti per sostenere la rendita attuale.
Qualcuno dirà: non si può fare
In tempi di guerra tutto si può fare. Del resto qua è in discussione la nostra sopravvivenza.
Per lo più le nostre tasse o contributi se ne vanno per sostenere un sistema pensionistico al quale nessun lavoratore ne avrà diritto in futuro.
Stiamo finanziando quindi un gruppo di privilegiati, con il risultato di farci mancare le risorse per vivere e per lavorare.
Trovati questi 30/40 mld gli stessi potrebbero essere impiegati per incentivare i consumi e soprattutto gli investimenti, attraverso un sistema fiscale vicino al lavoro e non come quello di adesso che pare per lo più punire chi produce. In tal caso avremo una crescita strutturale aggiuntiva di almeno 1,5% del Pil reale.
Purtroppo al momento sento parlare di riforme, degli 80 euro e di pressioni verso l’Unione Europea per avvicinarsi al 3% ed oltre di deficit.
Le riforme come sappiamo, ovviamente se fatte bene, avranno un effetto a lunga scadenza, mentre nel breve potrebbero richiedere anche risorse aggiuntive.
Gli 80 euro sono stati una propaganda elettorale, per lo più fatta malissimo in quanto non tengono conto del reddito per nucleo familiare e non vedono una copertura strutturale, che temo sarà trovata attraverso i soliti meccanismi sulle detrazioni.
Quanto alla richiesta di elasticità non ci sarà bisogno in quanto il deficit andrà per la sua strada senza grandi cambiamenti, visto che l’obiettivo di crescita indicato dal Governo risulta ormai sballato, alla luce delle previsioni della Banca d’Italia.
Purtroppo l’Italia non andrà mai nella direzione sperata
In Germania, per il bene della collettività, negli anni ’70 si rinunciò perfino al pagamento degli straordinari, al fine di sconfiggere un’inflazione galoppante che avrebbe messo in ginocchio il Paese. Questo si chiama soprattutto “senso di responsabilità”.
Da noi invece abbiamo il Sindacato che anziché rappresentare l’interesse dei lavoratori, è sovvenzionato per oltre il 50% da pensionati, che in qualche modo cercano di difendere i diritti acquisiti.
Con tutta la buona volontà che ci metto mi resta comunque difficile vedere la luce in fondo al tunnel.
Vedo che si continua a predicare le privatizzazioni, senza nemmeno avere la percezione di quanto le stesse possano portare allo Stato in termini strutturali. Le aziende ormai in mano allo Stato sono poca cosa e comunque se gestite bene darebbero in futuro un valore patrimoniale aggiunto. Essendo arci-liberista potrei condividere le privatizzazioni, ma ad oggi non mi sembrano il fattore prioritario, alla luce anche di come si muovono gli altri partner europei (vedi Francia). Vendere sì ma non svendere, come fece il nostro amatissimo Prodi.
Quando vedrò che agiremo effettivamente sulla spesa pensionistica in modo da rendere più equo il sistema sociale, significherà che l’Italia avrà intrapreso la strada giusta.
Campa cavallo
