Come muoversi in questo contesto?
Per capire quanto siano anomali i mercati basta appunto osservare il tasso decennale giapponese e confrontarlo con il tasso di inflazione. Il risultato offre un rendimento reale negativo del 3%. Benché l’aumento dell’inflazione sia dovuto in massima parte ai rialzi sull’Iva, non deve sfuggire l’importanza delle aspettative inflattive che si possono creare nel tempo, supportate oltretutto dagli obiettivi della banca centrale.
Appurato quindi di trovarci in un contesto di mercati anomali, quale migliore arma possiamo utilizzare se non quella della massima diversificazione, supportata da buoni strumenti tecnici a disposizione e da scelte intellettuali ponderate?
Prima di tutto dobbiamo interrogarci su dove siano i rischi maggiori.
La situazione economica Usa è chiara e sostenibile?
Pensiamo ai dati sul Pil appena usciti, ma soprattutto alla dinamica dei consumi e dei salari reali. Fatto questo affrontiamo la dinamica demografica, che vede un aumento dei pensionati in modo considerevole rispetto ai partecipanti al lavoro, dopo di che traiamone le conclusioni.
SEMPRE PIU’ UN POPOLO DI PENSIONATI E ASSISTITI
L’Europa ha risolto i problemi di condivisione?
Secondo i mercati sì. Secondo me no. Del resto secondo alcuni Marco Polo sarebbe nato in Cina, pertanto per le stesse persone, che hanno un’alta conoscenza della storia, la rigidità dei tedeschi sarebbe solo da ricercare in un atteggiamento capriccioso frutto di visioni egoiste e distorte. Personalmente preferisco guardare invece la storia, quella vera e trarne le conclusioni. La rigidità dei tedeschi, oltre ad essere il frutto di una logica economica condivisibile (perché accollarsi dei vitalizi dei politici italiani o dell’alto assistenzialismo francese?) ha un origine calvinista, in cui la ricchezza e la povertà sono viste come un segno della grazia o castigo divino.
Difficile far cambiare dei principi radicati da secoli nella mentalità di oltre il 50% dei tedeschi e non solo. Estremamente esaustivo il dibattito a Strasburgo in occasione dell’insediamento della presidenza italiana. I tedeschi e gli olandesi, proprio non hanno intenzioni di fare sconti all’Italia, nel momento in cui li hanno negati a paesi quali Portogallo, Irlanda e Grecia.
Vale la pena prestare i soldi a zero?
Questo è un interrogativo che dobbiamo sicuramente farci. Che senso ha investire in un Titolo di Stato con un rendimento poco vicino allo zero, che non riesce a difendermi dall’inflazione? Tanto vale tenerli in banca. O forse dietro questa alternativa alla quale i grossi investitori non sembrano aderire si nasconde qualcosa di pericoloso, tipo prelievi forzosi o altro che possa assomigliare al modello Cipro?
Di questa situazione chi ne sta beneficiando oltre misura sono tutte le aziende che riescono a finanziarsi con un pugno di dollari, talvolta, per non dire spesso, per acquistare addirittura azioni proprie al fine di mantenere appetibile l’utile per azione.
[Continua nell’ultima parte … a domani …]