MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Non deve meravigliarci quindi il fatto di avere un netto contrasto fra quanto sta accadendo in Europa e quanto invece succede in altri paesi. Il Vecchio Continente, grazie alla sua complessità e lentezza è rimasto vittima della deflazione con serie conseguenze sotto il profilo della crescita. Gli altri invece stanno già provando con mano un risveglio dei prezzi, a tal punto che alcune banche centrali hanno già provveduto a cambiare la loro view di politica monetaria.

Per molti versi quindi l’Europa sembra l’area più vicina al modello giapponese di 20 anni fa, se guardiamo oltretutto alle aspettative del mercato obbligazionario, con rendimenti ormai vicini allo zero e tassi reali da fame. Ovviamente, il forte calo dei tassi europei è il frutto della politica monetaria della Bce, che sta sempre più oltrepassando il confine che delimita il proprio mandato istituzionale imposto dal trattato di Maastricht. Ad oggi, infatti, manca solo l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, per essere al pari della Fed. In ogni caso, la linea di Draghi sembra aver messo le basi necessarie per una svalutazione dell’Euro, al fine di rianimare i prezzi e soprattutto la competitività dei paesi periferici.

Se rileggete la precedente trimestrale vi accorgerete di come avessi focalizzato il problema su possibili segnali di inflazione a livello mondiale. Un vero azzardo non credete? Parlare di inflazione tre mesi fa era come sostenere 700 anni fa, che la Terra girava intorno al Sole.
A distanza di tre mesi, se prendiamo l’Europa come un’eccezione, gli sguardi non sono più rivolti alla deflazione, bensì al contrario. Per avere una conferma provate a dare un occhio alla tabella presente in questa trimestrale, relativa alle commodity. Vi accorgerete di come vi sia un lento e progressivo rialzo delle quotazioni.

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Negli Usa ormai abbiamo superato il tetto prefissato dalla Fed, nella misura del 2%, in Nuova Zelanda la banca centrale ha alzato i tassi di un quarto di punto, portandoli al 3,25, mentre l’Australia e il Regno Unito hanno ormai drizzato le antenne in favore di un probabile rialzo dei tassi entro la fine del 2014, anche se nelle ultime view hanno cercato di addolcire il mercato oltre le attese.

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IN GIAPPONE SIAMO AL 3,7!!!!!!! TASSI REALI SUI DECENNALI A -3

Tutto volge quindi secondo la logica delle cose. Un cerchio disegnato da Bernanke 5 anni fa, che sta per essere chiuso:

CRISI……. STAMPA MONETA, BOLLA ASSET FINANZIARI, CALO DISOCCUPAZIONE, AUMENTO SALARI, INFLAZIONE, SVALUTAZIONE DEBITO PUBBLICO E AUMENTO TASSI.

Il vero problema non sarà raggiungere i target di inflazione, quanto a controllarli, soprattutto in assenza di competitività globale.

Questo è il vero prezzo che noi tutti pagheremo per la crisi iniziata tra il 2007 e il 2008.

Come muoversi in questo contesto?

[A breve la terza parte …]

 

Categories: Miscellanea

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