Tutto si sta muovendo secondo quanto previsto dal manuale dello squalo, pronto a divorare alla prima
occasione. Premesso: lo squalo vero, in natura è alquanto più magnanimo e ragionevole dell’uomo avido e
cinico.
Ebbene eccoci qua
Btp e Bonos a 5 anni che rendono meno dei treasury americani.
Btp decennali, con rating al limite dell’investment grade, valutati quasi al pari di una tripla A statunitense.
La Bce, che si è vista arrivare questa mole di liquidità gratuita da Giappone e Usa, cerca ad ogni costo di
consolidare il tutto attraverso un probabile QE, per paura che lo squalo vada a cercare altrove prede più
appetibili, visto i rendimenti che ormai offre la Ue.
Ricordate cosa accadde circa sei mesi fa sui mercati emergenti, una volta che i margini si erano risicati e che
Bernanke iniziava le prove del tapering?
Ve lo ricordo io
Fuga di capitali di massa, in cerca di aree più tranquille.
Adesso, qualcosa mi dice che lo squalo è in cerca di nuove prede più appetitose.
Non meravigliamoci quindi se il nostro Draghi le sta studiando proprio tutte per evitare il peggio.
Qualora il QE all’europea (premesso che venga trovato un accordo) presentasse qualcosa di indesiderato,
sarebbero davvero dolori.
Ma i banchieri troveranno a tutti i costi una soluzione, visto quanto hanno a cuore la loro credibilità.
Insomma la partita si fa sempre più complicata, in considerazione di un fattore rischio/rendimento ormai
più vicino a salire che a scendere. Partecipare al gioco quindi sta diventando sempre più pericoloso e poco
producente.
Per chi non vuole partecipare a questo gioco propongo:
Detto questo credo che l’Australia rappresenti una valida alternativa per coloro che si vogliono tirare fuori
da queste alchimie finanziarie.
Certo non avremo una grande rivalutazione del cambio (anche se non possiamo prevedere il futuro), visto
che la banca centrale ha cercato in ogni modo di arginare i flussi al fine di favorire l’export, ma almeno i
tassi si muovono al di sopra del 4% senza andare troppo in là con le scadenze. Allo stesso tempo l’Australia
sembra avere quelle virtù che molti vanno cercando con l’aggiunta delle risorse che noi non abbiamo.
Il grafico è piuttosto chiaro. Dopo il crollo verticale dell’Euro avvenuto dal 2009 in poi, nel 2012 è iniziato un
trend ascendente di medio periodo, che ad oggi sembra esaurito. Esso aveva come obiettivo 1,55 e così è
stato.
Questo movimento sembra essere stata un’onda di ritracciamento e niente più, in un contesto ribassista di
lungo periodo.
Alla luce dei dati precedentemente visti e della situazione tecnica descritta non sembrano esserci
particolari rischi di svalutazione dell’AUD.