Politica, materia in evoluzione.
Politica 1.0: il Re
Il Re pensava, promulgava le leggi o imponeva grazie ai soldati delle volontà. Sempre amante delle folle, si poneva in prima persona e tuonava le sue indicazioni volontà o idee.
Politica 2.0: il Duce
Il Duce pensava, maestro nell’arte di far apparire o sembrare, organizzava qualsiasi cosa a puntino in modo da essere il migliore, il maschio alpha, il semidio. Sempre amante delle folle, si poneva in prima persona e tuonava le sue indicazionim volontà o idee.
Politica 3.0: Prima Repubblica
Il politico era attento, scaltro, furbo. In prima persona dichiarava, pensava, agiva. Uno su tutti, Andreotti.
Politica 4.0: Seconda Repubblica
Il politico twitta senza metterci la faccia e sparandone di ogni. Non pensa a quello che scrive perchè il mezzo gli permette l’immediatezza. Altre volte pensa a quello che scrive e “ci prova”. Se l’idea alternativa al suo movimento o alla sua linea ideologica (sempre che ci sia) viene amplificata dai media positivamente fa bella figura, altrimenti basta dire “quel pirla del mio staff ha postato un tweet errato senza la mia autorizzazione”. Figuriamoci … Nemmeno ci mette più la faccia. Oppure lascia parlare il suo blog. Un bel post risolvi tutto e fine. Tanto comunque la colpa si può dare allo staff. In fondo raggiunge più persone un blog o un tweet che un convegno o un’adunata. Oppure un bella frase su Facebook, con tanto di mi piace al seguito e commenti (positivi o negativi non importa, se una facebook-frase fa 500 commenti vale comunque la pena di leggerla no?)
Chissà se il Re avesse avuto twitter come sarebbe andata a finire.
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Aforisma della settimana
“Filtra l’informazione altrimenti sarà lei a infiltrarsi in te.” AT