Ormai è chiaro: il 2014 sarà l’anno della ripresa e delle riforme.
Lo dice Letta, che ogni giorno che passa ha un capello bianco in più, a testimonianza della tranquillità con cui fa certe affermazioni e delle ottime prospettive che ci aspettano.
Lo dice Saccomanni, ma solo su richiesta e quando qualcuno dice che le cose invece continuano andare a rotoli. Lo urla soprattutto quando deve cercare di dare poco peso ai dati dell’Istat o ai dati relativi al debito pubblico.
Il fatto è che non lo dice nessun altro, solo solo i due di cui sopra che sono espressione di un governo di larghe intese praticamente senza autorità.
Era nato dall’alleanza tra un PD Bersaniano-Epifaniano e un PDL Berlusconiano. Ora è sostenuto da una nuova destra Alfaniana e da una sinistra Renziana: come si fa a pensare che un governo del genere sia legittimato?
E in tutto ciò, Re Giorgio che continua sempre più ad atteggiarsi a Presidente della Repubblica di una Repubblica ormai finto governativa ma Europa-Presidenzialista dove non ha nemmeno il coraggio di chiedere a Letta di andare alle camere dopo che chiaramente il suo partito ha deciso di cambiare marcia votando Renzi.
Ma questa è solo una parte della realtà.
Non dimentichiamoci la disoccupazione giovanile che è un trafiletto qui è la ogni tanto quando escono i dati, ma che poi viene subito dimenticata per cose più importanti come la scabbia degli immigrati di Lampedusa oppure la situazione delle carceri. Lasciamo perdere l’importanza della ripresa del lavoro, occupiamoci invece come fa il ministro Carrozza dell’importanza di spiegare “che non si nasce maschi o femmine, ma gender e che poi uno sceglie” (queste non sono parole testuali della Carrozza, ma il senso che nel silenzio dei media hanno le modifiche che lentamente sta attuando a livello di educazione scolastica).
Continuiamo a fare i politicamente corretti, i bigotti indignati quando non serve, gli stupiti davanti a degli eventi ovvi.
Forse come italiani dovremmo smetterla di essere troppo italiani, di fare una campagna per qualsiasi ideologia senza raggiungere risultati, di combattere a parole per tutto ma a fatti per niente. Dovremmo iniziare a raccontarci davvero come sono le cose, a dirci in faccia che dobbiamo cambiare lo stile di vita e il modo di essere, perché le generazioni future non potranno reggerlo. Dobbiamo cominciare a dire ai giovani che lavorare duro per 1000 euro al mese è una buona cosa, soprattutto all’inizio quando si deve imparare un mestiere.
E non dimentichiamoci che quest’anno ci saranno i controlli della BCE sulle banche italiane, alcune delle quali dovranno ricapitalizzare a quel che si paventa. Inoltre ci saranno i soldi dell’ltro da restituire e nel 2015 gli stress test dopo le analisi del 2014. Il tutto mentre la politica non sembra avere nessuna intenzione di ridurre il debito pubblico che è in buona parte in mano alle banche e che queste molto probabilmente o nel 2014 o nel 2015 dovranno scaricare per mettersi in linea con quanto richiesto dalla BCE.
Non parliamo poi delle aziende italiane: notizia di oggi è che la Fiat se ne andrà probabilmente dall’Italia: Mi aspettavo di leggere anche che Bankitalia se ne sarebbe andata dall’Italia ma lì è bastato rivedere lo statuto e tutto si è risolto. Gli unici che non se ne vogliono andare dall’Italia sono i politici inetti che non si sono resi conto che la democrazia è bella quando gestita da persone virtuose ma se per troppo tempo viene gestita da furbetti, “immanicati” e delinquenti, diventa sistema insostenibile e dannoso, un misto di oligarchia, gerontocrazia e deficientocrazia mista a gnoccocrazia.
Ma in fondo basta continuare il drenaggio di soldi con le tasse: in fondo l’importante è fare bella figura in tanto che abbiamo il semestre di presidenza dell’unione europea. Peccato che si sia superato il limite per il quale mettere tasse è inutile, visto che siamo talmente tassati che aumentare le tasse riduce il gettito.
E, tornando a quelli che parlano di ripresa e di buone notizie, non vi ricorda un po’ come tattica quella di un certo Silvio che voleva spingere gli italiani a spendere per ridare benzina alla macchina dell’economia e che diceva che la crisi non c’era perché i ristoranti erano pieni? La strategia di fondo è la stessa: dare dati autoreferenziali in modo che la macchina riparta perché si continua a dire che sta ripartendo.
Speriamo che in questo caso la storia non si ripeta, perché pochi mesi dopo le dichiarazioni di Berlusconi, ci fu la tempesta perfetta dell’estate 2011.
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Aforisma della settimana
“Simply put, a financial crisis doesn’t happen accidentally, but follows after a prolonged period of excesses.” M. Faber
Dipinto perfetto del paese.<br />Per far perdere le staffe agli italiani però ne deve passare di acqua sotto i ponti.<br />Sono vaccinati all'eternamente provvisorio e al "rolling tax", consentimi il termine,<br />che è una continua trasformazione della stessa imposta (vedi imu).<br />Quanto dura? Sempre! O almeno finchè sentiranno il bisogno di uno che urli dal balcone………….
Sottoscrivo.<br />Siamo il popolo più paziente del mondo.<br /><br />Andrea
auguri a tutti, in primis a noi stessi 🙂
direi siamo il popolo più pecorone dell'universo conosciuto…<br />