Mercoledì 18 dicembre la Fed ha deciso di diminuire di 10 mld l’entità degli acquisti di Titoli di Stato e Mbs, senza sorprendere più di tanto gli operatori. In sostanza è stato alzato molto leggermente il piede dall’acceleratore con la macchina in piena discesa, visto che il deficit Usa si è dimezzato rispetto a qualche mese fa. Se prima l’immissione di nuova moneta andava a coprire sistematicamente il fabbisogno dell’Amministrazione, adesso, una buona parte viene sguinzagliata in cerca di una sistemazione, quali asset azionari o obbligazionari ad alto rendimento, fra cui la nostra affidabile Italia.
Questo processo dura da qualche mese e giustifica in buona parte l’aumento della propensione al rischio degli investitori, che in termini pratici si traduce in gonfiamento della bolla.
In questo modo Bernanke sembra aver dato prova di saper controllare la situazione non solo quantitativamente, ma anche temporalmente, visto che il tapering ha coinciso con la scadenza del suo mandato. Una coincidenza dalla quale mi sento francamente di diffidare.
Coincidenze soprattutto nella sequenza di dati positivi, che confermano la necessità di tapering?
Il Pil sembra avere un ritmo da paese emergente, se non fosse che ad incidere sullo stesso sia stato l’aumento delle scorte, che dovranno essere smaltite nei prossimi mesi onde evitare un effetto boomerang.
La cosa certa è la totale dipendenza dell’economia agli aiuti della Fed. Ci sarà una fase di ritorno alla normalità? Credo proprio …… [il resto dell’analisi settimanale lo trovi su www.moneyriskanalysis.com nella sezione Area Riservata! Abbonati subito!]
Aforisma della settimana
“Simply put, a financial crisis doesn’t happen accidentally, but follows after a prolonged period of excesses.” M. Faber